Agli usurai 50 milioni in pizze

Alessandria, hanno costretto il debitore a servirli gratis per 4 anni Alessandria, hanno costretto il debitore a servirli gratis per 4 anni Agli usurai 50 milioni in pizze DUE coniugi di Alessandria, assidui clienti di un pizzeria della provincia, sono stati accusati e rinviati a giudizio per usura anche se il tasso che esigevano era del 28 per cento annuo: ingente, ma ancora nei termini di legge. Fuori dalla legge, e fuori dalla busta, ci sarebbe però un altro compenso, in natura, che la coppia avrebbe preteso dal suo debitore. Il debitore è il pizzaiolo che sembra sia stato costretto dai due a fare pizze per un ammontare di 51 milioni, nell'arco di quattro anni. Il reato sembra coincidere con la pena. Sì, perché per il pizzaiolo l'unica vessazione sarà stata quella di vedersi sempre intorno i molesti creditori. Ma per loro è un altro paio di maniche. A dodicimila lire la pizza, 51 milioni di lire in quattro anni fanno tre pizze al giorno, una e mezzo a testa, senza escludere Natale e neanche il giorno di chiusura obbligatoria per turno settimanale. Più che una riscossione è un voto. Più che un reato, è un film tognazziano, con una macchina nella bruma che tutti i giorni pendola da Alessandria ad Arquata, per pranzo o per cena, e dentro la coppia desolata ma tignosa, senza neanche più i borborigmi, con l'unico dilemma di variare o no la Margherita con la Napoli. Aiuterebbe avere degli amici, ma gli usurai non ne hanno, e poi per quanti mesi si possono invitare gli amici nella stessa pizzeria di Arquata? Qualche mese fa, un quotidiano ha dovuto scusarsi con i suoi lettori: in un articolo si leggeva che un ristoratore aveva dovuto «sfornare qualche miliardo di pizze» al racket che lo assillava. Quella volta era un ghiotto doppio errore di stampa (si trattava in realtà di «sborsare qualche miliardo di pizzo»). Quest'altra volta, sul pazzo pizzo della pizza deciderà il tribunale. Stefano Etartezzaghi

Luoghi citati: Alessandria, Arquata