Dura sentenza del catasto il Muro degli ebrei è arabo di Fiamma Nirenstein

Dura sentenza del catasto il Muro degli ebrei è arabo Dura sentenza del catasto il Muro degli ebrei è arabo LA CITTA' CONTESA OTEL AVIV GNI sasso a Gerusalemme può fare scoppiare una guerra. Figuriamoci se si tratta di sassi che formano una muraglia dello spessore di cinque metri, di dimensioni ciclopiche, e formano il monumento più sacro di tutto l'ebraismo: il Muro del Pianto, ovvero ciò che è rimasto del Grande tempio, il più grandioso rudere della cinta che Erode aveva fatto costruire nel primo secolo per ingrandire la spianata del Tempio, cuore del giudaismo. Il Kotel, il muro occidentale che Tito si racconta risparmiasse volontariamente dall'incendio del 70 d.C, e che è -rimasto' l'unico elemento fisico di raccolta degli ebrei per duemila anni ora, un po' incautamente forse, è messo in discussione da un avvocato israeliano, Shmuel Berkowitz, un personaggio molto noto, a suo tempo consulente di Moshe Dayan per i Luoghi Santi. E' uscito infatti con una notizia che cerca invano di nascondersi dentro un librone sullo stato legale dei Luoghi Santi nella capitale d'Israele, uscito proprio ieri a cura del Jerusalem Institute for Israel Studies. Prima della Guerra dei Sei Giorni nel 1967 il Muro del Pianto era, come tutta la Città Vecchia, sotto la giurisdizione della Giordania. Nel '67, forse per l'emozione di trovarsi finalmente padroni del luogo più sognato dagli ebrei di tutto il mondo, il governo israeliano commise una strana leggerezza. Prima si impossessò della zona antistante il Muro e lasciò in mano musulmana, ovvero sotto la custodia del Waqf - l'organizzazione che sovrintende a tutti i Luoghi Santi musulmani - la grande spianata delle moschee che sovrasta il Muro. E fin qui, tutto bene: gli ebrei cercavano di costruire uno status quo religioso che non offendesse troppo i musulmani. Ma Berkowitz ha scoperto che, secondo il catasto, quel muro, che di fatto è il confine e il sostegno fisico della spianata, nessuno si è ricordato a suo tempo di espropriarlo: così di fatto appartiene al Waqf. E oggi il Waqf è stato lasciato da re Hussein progressivamente sempre di più inmano palestinese. Ergo: il Murò dei Pianto come proprietà nuda e cruda si troverebbe nelle mani dei palestinesi. Strano destino, per essere il luogo più santo dell'ebraismo. Spietato, Berkowitz insiste che solo per caso una piccola parte del Muro larga un metro fu espropriata, e oggi è di diritto ebraica. Naturalmente, quando il tabulato cittadino viene compulsato e suggerisce una così pesante vicenda, subito corrono in soccorso una quantità di carte d'archivio che ognirehgianetiene in deposito per il momento buono. Così è uscito fuori che i palestinesi già da tempo, in base a un documento siriano che data di 150 anni, erano sicuri di essere i proprietari del Muro del Pianto. Ora il Muftì di Gerusalemme ha già dichiarato che per lui il Muro, è chiaro, è ed è sempre stato palestinese, anche perché lo considera una delle grandi muraglie che contengono la Spianata delle Moschee. C'è del buono nel fatto che per il Muftì non ci sia nessuna questione sul Muro del Pianto, e che lui seguiti a considerarlo alla stessa stregua di ieri: significa infatti che la nuova scoperta non darà luogo ad un'azione politica di rivendicazione. Nello stesso modo si comporta il governo Netanyahu: il consigliere del primo ministro David Bar Ilan ha detto che la storia «non è tanto importante, e che nessuno ha intenzione di fare nulla al Muro. Sembra che si tratti solo di uarcavilloiiurocratìcò». E' un po' comico (come lo sono tutte le storie in cuil(archeologia religiosa crea grandi, sapientissimi, ma irresponsabili dibattiti che rapidamente si trasferiscono dalla carta nelle piazze, fino al sangue) che l'intento principale di Berkowitz non fosse affatto quello di mostrare gli eventuali diritti dei palestinesi sul Muro del Pianto ma dimostrare che due luoghi sacri all'Islam e a Gerusalemme - la roccia identificata oggi con la Moschea di Omar, dove Maometto prima di ascendere al cielo legò il suo cavallo Al Buraq, e la porta da cui passò il Profeta per andare alla Spianata - sono stati spostati in questa parte di Gerusalemme soltanto all'inizio del XIX secolo. Prima i musulmani ritenevano che questi due luoghi si trovassero a Sud, ma quando gli ebrei cominciarono a venire insistentemente a pregare al Muro del Pianto coTStruirono la moschea;/proprio dentro il Monte del Tempio. Dunque, dice Berkowitz. il Muro del Pianto non è mai statò neppure lontanamente un luogo santo per i musulmani. Però appartiene a loro, che ci vuoi fare? Fiamma Nirenstein Sconcertante scoperta: è di proprietà del Waqf l'ente che amministra i Luoghi Santi islamici Dopo la guerra del '67 Israele espropriò il terreno antistante, non i 5 metri di muraglia

Luoghi citati: Gerusalemme, Giordania, Israele