«Così la Fininvest ha aggirato la Mammi»

«Così la Fininvest ha aggirato la Mommi» Milano, sentito come teste al processo per le tangenti alla Finanza. L'azienda: tutto regolare «Così la Fininvest ha aggirato la Mommi» Parla Mills, il legale inglese: «Un sistema estero per Telepiù» MILANO. Elegante, asciutto, flemmatico: così si presenta l'avvocato David Mills che, dal suo studio di Londra, ha collaborato per anni con Silvio Berlusconi e i manager del suo gruppo. Sentito ieri come testimone al processo per le tangenti pagate dalla Fininvest alla Finanza, ha spiegato come funzionava il «sistema estero» che aveva contribuito a costruire tramite la creazione di una quarantina di società off shore sparse tra Panama, Jersey e altri Paesi simili. Tra queste società assume sempre più importanza la Ali Iberian, costituita nell'isola di Jersey «dove si deve depositare - spiega Mills - il nome della persona che la possiede e d'accordo con Candia Carnaggi (dirigente della Fininvest di Lugano, ndr) abbiamo indicato Giancarlo Foscale, all'epoca amministratore delegato». AH Iberian - utilizzata anche, secondo l'accusa, per finanziare Bettino Craxi - per un periodo non opera. «Poi - spiega Mills - siccome aveva un conto in Svizzera, viene utilizzata come una specie di cassaforte anche per le altre società offshore». Può spiegare meglio?, chiede Greco. E Mills: «Ali Iberian riceveva soldi dalla Principal Finance, che era una porta d'accesso per la Silvio Berlusconi Finanziaria, e poi li distribuiva alle varie società». Il pm si incuriosisce: «Le hanno spiegato perché si operava così?». «Sì, Giorgio Vanoni (responsabile del settore estero Fininvest, ndr) mi diceva, ad esempio, che il sistema serviva per comprare azioni in Italia: siccome le società non figuravano nel bilancio del gruppo, si evitava di doverle sommare a quelle già possedute; immagino perché esiste un limite». Esiste anche una legge, detta «Marmai», sulla proprietà televisiva che, racconta sempre Mills, «mi dissero creava problemi, in particolare per la proprietà di Telepiù». Così si tiene una riunione, presenti i manager Vanoni e Alfredo Messi¬ na e l'avvocato Giovanni Acampora (poi arrestato per l'inchiesta Imi-Rovelli), in cui «viene decisa una complicata costruzione» che parte dall'articolo della legge che permette a una società quotata in una Borsa europea di detenere un pacchetto azionario. Si crea così la Cit, in Lussemburgo, «ma tutti i soldi provengono da Ali Iberian che attraverso un'altra società intestata a mio nome, la Horizon, finanzia una serie di società panamensi». La Cit detiene per anni il 25% di Telepiù, mentre la Fininvest poteva possederne al massimo il 10% e per occultare questo fatto - secondo l'accusa - venne pagata una tangente a due finanzieri. Nessuna domanda dagli avvocati della difesa: Ennio Amodio sostiene che l'interrogatorio di Mills è nullo perché non sono stati depositati alcuni atti; tutti gli altri legali si associano. In serata la replica dalla Fininvest. «H Gruppo Fininvest, in persona del suo presidente avvocato Aldo Bonomo - recita il comunicato -, ribadisce di essere stato detentore della quota del 10% del capitale di Telepiù dall'entrata in vigore della legge Mammì, essendo stato trasferito il 90% del capitale stesso alla nota cordata di imprenditori. I successivi trasferimenti di capitale, sollecitati dalla necessità di finanziare e di ricapitalizzare l'impresa, restano "res inter alios", non avendo mai interessato la sfera patrimoniale o operativa della Fininvest». Inoltre, «l'istruttoria promossa dal Garante si ò conclusa con prowedimento di accoglimento delle istanze delle predette emittenti, senza l'erogazione di alcuna sanzione per eventuali pregresse irregolarità». [r. m.] »<$m llll 111 L'avvocato Ennio lAmodio 1

Luoghi citati: Italia, Jersey, Londra, Lugano, Lussemburgo, Milano, Panama, Svizzera