«La riforma elettorale? Non si tocca o salta tutto» di Bruno VespaFabio Martini

«La riforma elettorale? Non s! tocca o salta tutto» «La riforma elettorale? Non s! tocca o salta tutto» LE ALLEANZE TRASVERSALI CROMA ON Bruno Vespa che li stuzzica, da mezzora Silvio Berlusconi e Franco Marini si pizzicano, si «sfottono» e quasi casualmente si ritrovano d'accordo su una questione decisiva: caro D'Alema togliti dalla testa di cambiare la legge elettorale e di andare ad elezioni anticipate. Ma mentre i due stanno consolidando l'intesa, nel caldo salone del residence Ripetta cala il grande freddo. Sta parlando il misuratissimo ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick che quando meno te lo aspetti, se ne esce così: «E poi non sono stato io a proporre a Di Pietro di diventare ministro dell'Interno...». Un'allusione bruciante alla famosa trattativa BerlusconiDi Pietro e Vespa, rivolgendosi al Cavaliere: «Questa la deve incassare...». Berlusconi, col furore sul viso: «Io non incasso niente! Se ne parlò un mese e mezzo di Di Pietro ministro, poi finalmente lo incontrai, ma non ebbi il tempo di formulare un'offerta: lui mi disse che non poteva lasciare la magistratura. Poi, 15 minuti più tardi mi disse che Borrelli era contrario e alla fine mi confessò che su Borrelli c'era stato un autorevolissimo intervento. Ma quel giorno cominciai a capire che lui aveva deciso di proseguire la sua opera di giudice proprio con l'intento di potermi succedere politicamente...». Il clima oramai è cambiato, i visi di tutti si sono fatti seri, ma per mezz'ora la presentazione del libro di Bruno Vespa «La sfida» era stata l'occasione per un match saporitissimo tra Berlusconi e Marini: l'assenza delle telecamere, un Vespa acuminato e le reciproche punzecchiature avevano indotto entrambi ad essere un po' più spontanei del solito. Berlusconi arriva al residence Ripetta di ottimo umore e ad una signora di età che lo avvicina, lui sorride: «Noi non ci amiamo da 20 anni, vero?». L'avvio del dibattito è divertente: uno dopo l'altro i tre presentatori del libro - Berlusconi, Flick e Marini - elogiano l'opera di Vespa, anche se fanno tutti capire di non averla letta. Dice Berlusconi: «Devo confessare che non sono arrivato fino alla fine...». Dice Marini: «Ho guardato l'indice come fanno tutti, anche quelli che non lo ammettono». E Flick: «Anche io ho guardato l'indice e non ho finito di leg- gerlo...». E Gianni Letta in platea sussurra: «L'ho letto qua e la...». Poi Berlusconi e Marini iniziano a punzecchiarsi su ogni tema, fino a quando scoprono una convergenza importante, la vera «notizia» politica di questo dibattito. E' il solito Vespa a «provocare», stavolta sulla tentazione di D'Alema di rivedere l'accordo raggiunto a casa Letta sulla legge elettorale. Marini è netto: «Non vorrei che qualcuno, mettendo in discussione gli accordi raggiunti in Bicamerale, volesse elezioni prima del tempo. Gli accordi vanno rispettati sennò si sfascia tutto». Marini sta alludendo forse a D'Alema? Il segretario del ppi - in stato di grazia dopo l'inatteso risultato elettorale del suo partito - ci tiene a farsi capire e riprende la parola: «Sulla legge elettorale, e solo su questa, sono d'accordo più con Berlusconi che con D'Alema!». E il Cavaliere? Dice non di credere ad un piano dalemiano, ma sulla legge elettorale è lapidario: «0 i patti vengono rispettati o cadono tutti i patti». E ripete il concetto, con una citazione latina {«Simul stabunt, simul cadunt!») leggermente sbagliata, lo stesso piccolo errore che fece anche Claudio Martelli, con quel «cadunt» al posto del corretto «ca- dent». Per ragioni diverse Marini e Berlusconi si trovano d'accordo anche nel «vade retro» Cossiga. Dice Marini del progetto cossighiano: «E' retro, sbaglia- to e ideologico. Appartiene alla preistoria». E ancora: «Crede di mettermi in difficoltà dicendo che io preferisco Jospin a Kohl? Io mi schiero con Jospin, anche perché la de tedesca è sempre stata più conservatrice della nostra». E Berlusconi: «C'è già Forza Italia e se Cossiga vuole collaborare con noi, il programma è il nostro e su quello si deve convergere. La sua proposta guarda al passato più che al futuro». E Di Pietro? «Non mi ha sedotto», dice Marini. Pannella senatore a vita? «Sì - dice Berlusconi -. A lui si possono rimproverare molti eccessi, ma ha grandi meriti». Marini: «L'idea non mi dispiace». Molti anche gli scambi polemici tra i due Berlusconi: «Quei 100.000 posti di lavoro per decreto promessi dal governo...». Marini: «Vabbè che tu fai i miracoli, ma sai cosa potrei rimprove rarti?». Berlusconi: «7 mesi sono stato...». Marini: «Dillo a Bossi». Berlusconi: «Le 35 ore faranno chiudere le aziende» Marini: «Per te che sei un im prenditore è questa la preoc cupazione maggiore?». Berlu sconi: «Avete "risanato" con trucchi di bilancio». Marini: «Centomila miliardi sono trucchi?». Finalino sull'accordo Feltri-Di Pietro. Dice il Cava liere: «Un errore tragico!». Fabio Martini Un «asse» Berlusconi-Marini anti D'Alema «Chi vuole elezioni anticipate rimarrà deluso» Il segretario del partito popolare Franco Marini