Il ppi frena il «gruppo di Di Pietro»

Fermento a Palazzo Madama per Tiniziativa del neosenatore. Prodi d'accordo, ma «con cautela» Fermento a Palazzo Madama per Tiniziativa del neosenatore. Prodi d'accordo, ma «con cautela» Il ppi frena il «gruppo di Di Pietro» Lui nega: quando si fa, ve lo dico ROMA. Graziano Cioni, senatore pidiessino, si sfoga con alcuni colleghi in uno dei corridoi di Palazzo Madama. Racconta che il giorno prima il sottosegretario ai Lavori Pubblici Antonio Bargone (uno dei fedelissimi di D'Alema), reduce da un colloquio con Antonio Di Pietro, gli ha chiesto che cosa pensava dell'idea di lasciare la sinistra democratica per andare a far parte di un gruppo parlamentare guidato dall'ex pm. Un gruppo intitolato all'Ulivo (magari «democratici per l'Ulivo»). E il toscano Cioni riferisce agli amici anche la sua risposta: «Se c'è un pezzo di carta con l'ordine del partito posso farlo, altrimenti mai». Ma Cioni non è il solo ad essere stato " contattato, a Palazzo Madama. Gli amici di Di Pietro, in questi giorni si stanno dando un gran da fare. E lo stesso ex pm, in prima persona, sta annusando l'aria che tira. L'idea sarebbe quella di dare vita a una pattuglia di senatori, come prima tappa di un processo molto più ambizioso che dovrebbe portare allo scioglimento di tutti i vecchi gruppi parlamentari che, secondo questo progetto, verrebbero tutti a confluire in un'unica grande formazione dell'Ulivo. Non solo: l'operazione punta ad attrarre gli scontenti polisti (alcuni sono stati già contattati), sfondando al centro. Così ieri mattina Di Pietro, dopo aver sondato D'Alema, va a Palazzo Chigi, da Prodi per porgli la questione. Il presidente del Consi- glio lo invita a muoversi con cautela ma non boccia l'idea. «Bisogna procedere per gradi e ricevendo l'assenso di tutti», gli spiega. E con cautela gli amici di Di Pietro si stanno muovendo. Il sottosegretario Federica Gasparrini ha sondato il vicepresidente del gruppo misto di Palazzo Madama, il repubblicano Stelio Do Carolis, che però è appar¬ so più che freddo. Sembrerebbero assai più disponibili gli altri senatori contattati: Tana De Zulueta, Alessandro Pardini e Giancarlo Pasquini della sinistra democratica; Paolo Giaretta e Bruno Erroi, del ppi; Andrea Papini e Mario Occhipinti, del gruppo misto. E contatti, par rebbe proficui, ci sono stati an che con due senatori di Rinnovamento di cui però finora è uscito solo un nome, quello di Carla Mazzucca, che peraltro smentisce. Il lavorio c'è e procede, ma nel primo pomeriggio ecco che arriva il «no» di Marini. Il segretario del ppi è contrarissimo a questa operazione. E' un ostacolo di non poco conto. Di Pietro lo capisce e fissa un appuntamento in serata con il leader popolare. Marini è netto: «Così - dice all'ex pm - dividi il centro». Al suo interlocutore il segretario del ppi precisa di non avercela con lui e di essere arrabbiato con Prodi e D'Alema che hanno fatto andare avanti questa iniziativa senza interpellarlo prima. Quindi Marini contropropone a Di Pietro di formare un unico gruppo federativo con l'Ulivo, però solo dopo una «convention» delle forze di centro della coalizione. In seguito a quel colloquio l'ex pm si fa ancor più cauto e ai giornalisti dice: «Quando farò il gruppo ve lo dirò. Se non ve lo dico che ne parlate a fare?». Ma, inevitabilmente, se ne continua a parlare, anche perché si viene a sapere che sono stati sondati pure alcuni esponenti del Polo. Si fa il nome di Valentino Martelli, di An, di Maurizio Ronconi del edu, mentre il senatore ecd Francesco Bosi ammette: «Alcuni di noi sono stati contattati». Di più: tutti, a Palazzo Madama, giurano che sarebbero interessati all'operazione un gruppetto di forzitalisti. Già, perché l'iniziativa è più ambiziosa di quello che potrebbe sembrare a tutta prima e mira ad accalappiare uomini e consensi nel Polo. Per il momento, però, viste le resistenze di verdi e ppi, ogni decisione viene demandata alla settimana prossima, a una riunione dei leader della coalizione con Di Pietro. Ma il neo senatore non nasconde agli amici le sue perplessità: se il gruppo dell'Ulivo non nasce «in tempi brevi», si va a uno «sfilacciamento» e «non se ne fa più niente». Maria Teresa Meli e lo dico embrerebbeibili gli altri Tana De Zu Pardini e della sinistra o Giaretta e i; Andrea Pachipinti, del ontatti, par ono stati an Il neosenatoAntonio Di Il neosenatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro

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