«Melis e Grauso hanno sbagliato» di Vincenzo Tessandori
«Melis e Grauso hanno sbaglialo» «Melis e Grauso hanno sbaglialo» «Non si combatte così il dramma dei sequestri» mn Secondo lei, dove ha sbagliato Niki Grauso? «Se il sequestro di persona venisse amministrato e risolto come hanno detto i Melis e come ha fatto Grauso, cioè pagare in sordina senza collaborare con la giustizia, ci sarebbero 100 sequestri all'anno». Giorgio Mazzella, imprenditore, anima del comitato anti-sequestri da poco sorto in Sardegna, è uno che non dirà mai «né con lo Stato né con i sequestratori». Signor Mazzella, lei dichiarò: sono sicuro, il riscatto per Silvia non è stato pagato. Poi è successo quello che sappiamo. Allora? «Lo hanno pagato. Ero certo del contrario, come lo erano le istituzioni, perche la famiglia lo aveva assicurato: non era prevedibile che la famiglia dicesse una cosa e poi ne facesse un'altra, non era mai sue- cesso». Aveva proposto a Silvia la presidenza del comitato. Perché ha ritirato l'offerta? «Perché il comitato si propone di arrivare a combattere il fenomeno dei sequestri a fianco delle istituzioni, a fianco delle leggi esistenti, magari criticandole, anche duramente: però con lo spirito di ricostruirle meglio, non di demolirle perché altrimenti si tornerebbe al periodo della guerra, quando le istituzioni non c'erano e ogni anno si registravano 1400 fra sequestri di persona e omicidi». E Silvia vuole demolirle? «Da un lato l'ingegnere ha dichiarato che la figlia è stata tenuta ostaggio per 4 mesi dai banditi e 4 mesi dallo Stato: una dichiarazione pesante. Ha aggiunto che, in caso di nuovi sequestri, lui suggerisce alla gente di non fare neanche la denuncia. E Silvia ha detto: "Sono d'accordo con lui". E' impensabile che nel nostro comitato, anche solo come componente, ci sia gente che non ritiene di viaggiare a fianco delle istituzioni». Perché, secondo lei, Niki Grauso è intervenuto e perché ha parlato? «Io mi chiedo: perché ha deciso di pagare e perché ha deciso di parlare? Beh!, questo non lo so. Francamente siamo rimasti tutti stupiti quando abbiamo letto l'intervista. Un'ipotesi: forse stava venendo fuori tutto e allora ha scelto di assu¬ mersi la responsabilità e di parlare». Conosce l'avvocato Antonio Piras? «Benissimo, è stato compagno di scuola dello zio più caro che avevo». Che persona è? «Come peso peserà 170 chili, è un uomo gigantesco... Ha sicuramente avuto peso morale e continua ad averne molto, in Sardegna: non è mai stato coinvolto e non ha mai partecipato a fatti di questo genere o comunque di cronaca nera, non ha mai avuto un'imputazione, non ha mai avuto niente. Non avrei mai pensato a lui come all'avvocato che aveva collaborato in questa cosa». E il prete di Nuoro che avrebbe pagato una seconda rata? «Non lo conosco». E' verosimile che venga pagata in parallelo una fetta di riscatto? «E' possibile. Si paga un po' da una parte e un po' da un'altra, un po' prima un po' dopo». Pensa che il sequestro Melis sia stato un affare, per i bandi¬ ti? «Due miliardi, o quelli che siano, vanno spartiti almeno per dieci, poi c'è un'altra divisione, per il riciclaggio: no, non è stato un grande affare». Ma si dice che questo potrebbe essere denaro pulito... «Cosa quasi mai avvenuta. In ogni caso, chi lo riceve non ci crede: non va a cambiarlo in banca». Che conseguenze può provocare questa storia? «Penso che Grauso non impiegherà molto a riconoscere di aver sbagliato, magari nell'euforia, nell'emozione di liberare una ragazza è comprensibile. Però a lungo andare penso che anche lui sosterrà che la linea giusta è quella di collaborare, sia pure in posizione critica, con il governo e con lo Stato. Noi del comitato, noi che conosciamo meglio il territori 3, voghamo aiutare a eliminare gli errori che rendono possibile questo reato». Vincenzo Tessandori Il presidente del comitato antisequestri «Così si tornerebbe soltanto indietro» mn Silvia Melis prigioniera per nove mesi
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