Schelotto: tutto inutile se la famiglia è assente di Raffaello Masci

Schelotto: tutto inutile se lo famiglici è assente Schelotto: tutto inutile se lo famiglici è assente PROFESSORESSA Gianna Schelotto, lei come psicologa e sessuologa, crede che contro la pedofilia, l'educazione sessuale nelle scuole sia una buona risposta? «L'educazione sessuale non serve a combattere la pedofilia e neppure a spiegare come nascono i bambini. Queste possono essere le ricadute, ma non la sostanza del processo educativo. L'educazione sessuale è invece educazione al sesso di appartenenza: si tratta di insegnare ai ragazzi a conoscere la loro natura di maschi, di femmine o di qualunque altra identità, e ad avere rispetto di queste loro appartenenze di genere, sia soggettivamente sia nelle relazioni mutue». Ma questa, professoressa, è l'educazione tout court? «Infatti l'educazione sessuale è efficace solo in quanto parte parte di un processo di crescita più complessivo». E deve farsene carico la scuola? «La scuola può fare molto in questo senso, ma certo non senza la famiglia. E' ben ovvio che poco potranno le parole di un insegnante sul rispetto e la valorizzazione delle identità sessuali se poi il bambino vede la madre che fa la serva, il padre che alza le mani su tutti e il fratello gay insultato in casa». Allora una legge sull'educazione sessuale è inutile? «No, anzi è utilissima in quanto è importante che la scuola dia dignità di disciplina curriculare ai temi della sessualità come parte integrante dell'educazione della persona». Chi deve insegnare questa materia? «La disciplina è di per sé materia trasversale, nel senso che può essere affrontata da un punto di vista scientifico, storico, etico, eccetera, e quindi ciascun insegnante per quel che riguarda la sua materia potrebbe fare educazione sessuale. Però è importante che una legge stabilisca chi debba insegnarla e come, altrimenti se si affidasse genericamente a tutti, si fornirebbe a ciascuno un alibi per non farla». Chi è che non vuole farla? I preti? «No, non credo che siano loro. L'atteggiamento moralistico e censorio nei confronti del sesso mi sembra che sia stato abbastanza superato, anche negli ambienti cattolici. Il maggior ostacolo all'educazione sessuale nelle scuole è dato ora dalle resistenze inconsce che gli insegnanti - come la cultura che li circonda - si portano dietro rispetto a questi temi. Esiste, in definitiva, una remora invincibile a parlare del sesso e del piacere ad esso.collegato perché - ih sostanza - si dà a questi argomenti una caratterizzazione ancora negativa. E tutto questo è inconscio, quindi difficile da debellare». Lei che è stata parlamentare e sa come vanno queste cose, crede che passerà questa legge? «Anche se non passasse, l'autonomia didattica consente già di fare educazione sessuale nelle scuole. Il problema resta sempre quello di vincere le resistenze inconsce di cui dicevo». Un'idea «educativa» contro la pedofilia? «Restituire dignità alla tenerezza». Raffaello Masci

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