Il branco ha i volti di otto minorenni

Brindisi, hanno tra i 14 e i 17 anni: da giorni avevano preparato l'aggressione in un casolare Brindisi, hanno tra i 14 e i 17 anni: da giorni avevano preparato l'aggressione in un casolare li bronco ha i volti di allo minorenni Fanno bere una ragazzina, poi la violentano BRINDISI. Giovanna, 15 anni, è stata violentata, lunedì sera, da otto amici. Si erano incontrati in un bar di Francavilla Fontana. Una Coca Cola, un cocktail alcolico per stordirla, poi l'hanno portata in un casolare abbandonato e stuprata su una brandirla. Tutti ragazzi come lei: il più grande ha 17 anni, il più giovane 14. Bravi ragazzi. Studenti. Amici. Avevano preparato lo stupro, messo da giorni il lettino nel casolare. Tutti fermati per sequestro di persona, violenza di gruppo. Sono rinchiusi nell'istituto di prima accoghenza di Monterone di Lecce. Oggi si terrà l'udienza per la convalida dei fermi dinanzi al giudice del Tribunale per i minorenni. La storia è cominciata lunedì alle 17. Giovanna ha visto gli scooter dei suoi amici dinanzi al bar della via principale del paese. E' entrata. «Dai, bevi qualcosa con noi» le hanno detto. Lei ha accettato una bibita, ha subito un cocktail che, essendo astemia, non avrebbe voluto bere. Ma i suoi amici erano così gentili: «Dai, non ti farà male, bevilo d'un fiato». Giovanna ha mandato giù. Dopo qualche minuto era stordita, ha detto di non sentirsi bene. E gli otto amici - erano così gentili - le hanno proposto: «Ti riaccompagniamo a casa». Giovanna è salita su uno scooter guidato dal diciassettenne, il capo della banda, e non si è neppure resa conto che, invece di portarla a casa, la conducevano in un casolare. Le moto hanno imboccato una strada periferica che conduce a un paese vicino, Oria, e soltanto allora Giovanna ha capito: «Ma dove mi portate?». Gli scooter si sono fermati. «Che cosa mi volete fare?». Ancora intontita dall'alcol, Giovanna si è ritrovata sul lettino. L'hanno spogliata, toccata, violentata a turno, poi insieme. Un'ora d'inferno. Distrutta, Giovanna ha vomitato. Sanguinante, è stata rimessa sullo scooter e accompagnata a casa di un'amica. Impaurita, pallida, fradicia per la pioggia che cadeva, si è presentata alla porta, ha bussato e, quando la madre della sua ami- Alcuni soaltri laIl vescovdelle fa no operai orano : «Colpa miglie» ca ha aperto, le si è buttata fra le braccia. La donna era spaventata: «Che cosa ti è successo?». Ha avvertito l'odore dell'alcol. «Hai bevuto? Sei impazzita?». Sembrava solo una sbornia. Quando, via la madre, Giovanna ha potuto parlare con l'amica e la sorella di lei, si è confessata. «Mi hanno violentata». Dopo averla soccorsa, medicata, rincuorata, l'amica l'ha riaccompagnata a casa. Ma Giovanna non ha avuto il coraggio di parlare con la madre. La quale ha intuito soltanto che aveva bevuto qualcosa. L'ha rimproverata: «Cosa ti salta in mente?». La ragazza è andata a letto. Di notte si è alzata. Non riusciva a chiudere occhio, stava male. Avrebbe voluto, al mattino, trovare una buona scusa per non andare a scuola. Non l'ha trovata. Ha preso i libri, è uscita. Una sua amica, andandole incontro e vedendola pallida, impaurita, le ha detto scherzando: «Ma cos'hai, ti hanno violentata?». Era solo una battuta. Giovanna è scoppiata a piangere e ha raccontato tutto. Poi, sempre con l'amica, si è confidata con l'insegnante di religione. E' stato lui ad avvertire i genitori, i quali hanno presentato la denuncia ai carabinieri, dopo di che la ragazza è stata medicata al pronto soccorso. La sera, martedì, gli otto sono stati fermati. Portati in caserma, interrogati. Fuori c'era una piccola folla. Curiosi ma anche parenti dei violentatori. Volevano picchiarli. «Non dovevate farlo» urlavano. Il vescovo di Oria, monsignor Armando Franco, presidente nazionale della Caritas, dà un giudizio secco della vicenda: «Compatisco le famiglie che oggi sono in lacrime per i figli in carcere, però le esorto a fare un esame di coscienza sul loro ruolo di genitori». E ancora: «Ragazzi che si abbandonano a gesti di questo tipo non hanno mai sentito parlare del rispetto di se stessi, per gli altri, del rispetto del proprio corpo. Sono ragazzi che sono cresciuti o vanno crescendo lontani da ogni ideale». Tonio Aitino Alcuni sono operai altri lavorano Il vescovo: «Colpa delle famiglie» In alto il letto dove una minorenne è stata violentata da otto coetanei, a sinistra e sopra 2 immagini del corteo per Silvestro

Persone citate: Armando Franco, Oria

Luoghi citati: Brindisi, Francavilla Fontana, Lecce, Oria