La catena di montaggio dell'aborto

Sotto i ferri del dottor Tiller 45 mila donne di tutto il mondo, alcune anche dall'Italia Sotto i ferri del dottor Tiller 45 mila donne di tutto il mondo, alcune anche dall'Italia La catena di montaggio dell'aborto Wichita, gravidanze interrotte fino al 9° mese L'OSPEDALE DEI BAMBINI MAI NATI WICHITA DAL NOSTRO INVIATO Il pulmino bianco attende le coppie all'uscita dall'aeroporto e le conduce a un motel con vista sul nulla. Non è un posto per lune di miele o fughe romantiche, Wichita, Kansas. Le coppie che si tengono per mano sui sedili del furgoncino vedono passare dai finestrini una prateria dove pascolano ipermercati e ristoranti. Se sollevano lo sguardo possono seguire piccoli aerei che fanno voli di collaudo sulla fabbrica dei Cessna. Se domandano cenni storici sul luogo si sentono dire, con orgoglio: «Qui è nata la famosa catena Pizza Hut». Poco altro nasce a Wichita, capitale mondiale dell'aborto. Le coppie, ma anche le giovani donne sole che attendono mangiando tranci di pepperonipizza nelle stanze dei motel sono qui per questo: rinunciare a un figlio. Vengono da tutta l'America, ma anche dall'Asia, dall'Europa, qualcuna dall'Italia, dicono. Attraversano un continente o il mondo intero perché qui è possibile fare quello che altrove non lo è: abortire anche un solo giorno prima del parto. Lo consente la legge, lo mette in pratica un uomo che per alcuni è il demonio, per altri l'angelo salvatore. «Wichita dicono i primi - è il teatro dello scontro supremo tra il Male e il Bene». E', in realtà, il luogo dove, sul tema dell'aborto, si confrontano gli opposti estremismi, in un Paese che, su questo come su molti altri argomenti, non lascia spazi per il dibattito o le soluzioni ragionate, ma consente o provoca colossali commerci e fanatiche reazioni. Ma, ancora prima di questo, Wichita è il luogo dove, 55 anni fa, è nato un uomo di nome George Tiller, che studiò da dottore e divenne, secondo alcuni, «Tiller the Killer», secondo altri «l'avvocato delle donne». Per decidere se una delle due definizioni è giusta bisogna conoscere la sua storia, visitare il suo sito su Internet, entrare nella sua clinica, andare nella casa dove vive. La storia dice che George Tiller già da bambino seguiva il padre medico quando faceva visite a domicilio. Naturale che ne calcasse le orme. Laureato a Kansas City, andò a esercitare lontano, interessandosi di medicina aerospaziale. Lo richiamò a Wichita la morte dei genitori in un incidente aereo. Ereditò la clientela del padre. Entrò in ospedale. Praticò il primo aborto nel '74. Si mise in proprio due anni dopo. Da allora, George Tiller ha personalmente eseguito, per sua ammissione, circa 45 mila aborti, di cui 6 mila nel terzo trimestre di gravidanza. Per ciascuno richiede, attualmente, da un minimo di 365 dollari a un massimo di 7 mila (aborti in extremis, servizio completo, aeroporto-motel-clinica-ritorno). Ha praticato, a suo tempo, ribassi di tariffe che gli hanno consentito di sbaragliare la concorrenza e avviare tre cliniche. L'età media delle sue pazienti è 29 anni. La più giovane è stata una bambina di dieci. L'età media del feto soppresso è 27 settimane. Ammette di essersi spinto oltre nel tempo non soltanto per casi di feti gravemente deformi, ma anche per normali gravidanze, in cui la giovane mamma aveva tenuto nascosto l'accaduto fino all'ultimo e poi deciso la soppressione. George Tiller ha quattro figli (tre femmine e un maschio). Gioca a golf e tennis. Scia. Va regolarmente in chiesa. Dice di non credere in un «dio personale», ma in un principio superiore che regola vita e morte. Un reverendo metodista di nome George Gardner assicura che è «un ottimo cristiano», appoggia il suo lavoro, offre consulenza alle donne che vanno ad abortire da lui e battezza i feti post-mortem. George Tiller dice: «La donna è il paziente, il feto il problema». Una donna gli ha sparato, sei anni fa. Non lo ha fermato. «Troppe persone hanno bisogno di me». Un'infermiera dice di lui, con ammirazione: «Quando è in forma, riesce a l'are venti aborti all'ora». Per quando è stanco, ha assunto un aiuto che viene dalla Florida. Hanno messo una bomba nella sua clinica. Da allora è protetta da agenti federali. Ha ringraziato il presidente Clinton consegnandogli personalmente un assegno da 25 mila dollari per la sua campagna per la rielezione. Clinton ha rivinto. Tiller è molto protetto. Molto ricco. Molto reclamizzato. Il suo sito Internet si apre con il motto «una donna responsabile può decidere della sua maternità in qualsiasi momento». Lui è uno dei sette medici americani pronti ad aiutarla in qualsiasi momento, il più conosciuto, il più attrezzato. «Alla nostra clinica - dice riceverete assistenza psicologica appena arrivate». Tiller consiglia alle coppie, o alle donne soie, di parlare al feto fino all'ultimo istante, quindi dirgli, soavemente: «GoodBye». Poi chiudere gli occhi e lasciare che lui lo cerchi con il sonar e, attraverso lo stomaco della donna, lo colpisca al cuore con un'iniezione letale. Dopo, «molte coppie scelgono di vedere o tenere in braccio il bambino (testuale, "baby" nel¬ l'originale, ndr) dopo che la donna si è ripresa dall'anestesia. Qualcuno inizialmente lo trova spaventoso, ma l'esperienza ci ha insegnato che questo aiuta a superare il dolore. Se le coppie scelgono di non farlo, possono poi rimpiangerlo. Il dolore è un processo molto complicato e noi usiamo la nostra esperienza per dare conforto in circostanze che mettono a dura prova. Il bambino può essere cremato nel nostro crematorio. Noi abbiamo una reputazione internazionale per la nostra abilità e sicurezza e garantiamo la massima riservatezza. Il nostro indirizzo è: 5107 East Kellogg, Wichita». Via dalla pagina web. Eccoci davanti alla clinica degli aborti estremi. E' un bunker basso, color sabbia, ai lati della statale 54, incastrato tra un rivenditore di auto usate e il «Chicago Sport Café». Niente finestre. Filo spinato, telecamere. Contestatori che passeggiano senza sosta davanti ai cancelli spruzzati di vernice rossa. Metal detector all'ingresso, guardie. Una gentile impiegata di nome Linda con una spilla a forma di rana mostra quel che del luogo è possibile vedere: pareti rosa e blu alle quali sono appese lettere di ringraziamento scritte da pazienti alter¬ nate a riproduzioni di Monet. Una mappa della Terra con le bandierine sui luoghi da cui provengono le clienti. Dieci camere da letto con le porte chiuse. Una cappella. Il dottor Tiller? «Sta lavorando». Non disturbare. Non lo disturbano i dieci contestatori che passeggiano fuori. Non lo disturba la casa a fianco, dipinta di bianco-purezza. L'hanno affittata i suoi avversari, quelli di «Choices». La inaugureranno il primo gennaio. La stanno allestendo un uomo di nome Timothy Weisner e una donna di nome Elaine Zeitler. Lo scopo è far deviare fin lì le pazienti del dottor Tilleri convincerle a tenere il bambino. E' una città così, Wichita: tre cliniche per abortire, tre sedi di associazioni anti-aborto nella porta di fronte. Il Male e il Bene, dicono. Gli opposti estremisti, piuttosto. Timothy ed Elaine sono persone ragionevoli, ma considerano «un angelo» anche Jennifer Patterson, in carcere per aver bruciato due cliniche in Virginia. La loro «arma segreta» è un video che cercano di diffondere. Dura dieci minuti ed è preceduto dall'avvertenza: se non ve la sentite, guardate altrove. Oppure, non leggete il prossimo capoverso. Il video mostra quello che succede al feto durante l'aborto per aspirazione, con primi piani della testa scossa da fremiti. Poi una mano guantata dispone su un tavolo minuscole parti di corpo che si affermano ritrovate nella spazzatura di una clinica. Buio in sala. Timothy e Elaine non fanno distinzione tra aborti nel primo trimestre e all'ottavo mese, feti sani o deformi. Per loro è tutto criminale, tutta opera del demonio, anche se Elaine concede: «Sono sicura che Dio ama anche George Tiller». Quel che è certo è che gli ha concesso una vita piacevole. Se Wichita non è un paradiso, il luogo dove abita lui sì. E' un piccolo villaggio sulla Tredicesima strada, protetto da un accesso controllato, oltre il quale ci sono un parco e una strada che costeggia una decina di ville. «Foliage», si chiama, perché dalle finestre delle case si possono ammirare i colori delle foglie sugli alberi variare nelle stagioni e incendiarsi in questo autunno del Kansas. Casa Tiller ha una bella piscina e un'attenta vigilanza privata. La signora Tiller è una bella donna che mai ha abortito e mai lo avrebbe fatto, ma condivide l'attività del marito e va in chiesa al suo fianco, orgogliosa. Il reverendo Gardner li benedice. «Combatto una battaglia ideologica», disse lui dopo l'attentato. Lei si schierò al Suo fianco, nell'unica crociata da tre milioni di dollari l'anno, anche più, dipende dall'età del feto, giacché «il feto è il problema». I legislatori del Kansas, spaventati dalla popolarità internazionale del loro Stato legata a un'attività del genere, hanno cominciato a studiare norme restrittive. Il dottor Tiller li ha invitati nella sua clinica. Si sono presentati in sei. Ha spiegato loro i suoi metodi, facendoli entrare nella parte di donne incinte decise ad abortire. Alla fine ha perfino messo loro in braccio un lenzuolo che avvolgeva un finto cadavere. Una senatrice ha pianto. Usciti da lì sono andati alla porta di fronte, dove Timothy Weisner li ha atterriti con il suo filmato e i suoi anatemi *Sono ripartiti da questo strano angolo di mondo sulla statale 54 con le ideejnù confuse di prima. Si va via da Wichita, Kansas, senza certezze, con l'amarezza che si prova quando si sono viste, porta a porta, l'avidità e il fanatismo, l'ipocrisia e l'integralismo, il tutto invocando diversi valori e lo stesso dio. Gabriele Romagnoli Un'infermiera: il primario opera 20 volte al giorno. La legge del Kansas non mette limiti Ma i fondamentalisti cristiani lo assediano da anni nella clinica bunker e gli hanno già sparato Post mortem battezzano i piccoli e li fanno abbracciare dalle mancate mamme come si fa coi neonati: «Aiuta a superare il trauma» Il dottor Tiller e una manifestazione contro l'aborto In basso, la pagina Web su Internet della clinica Post mortem battezzano i piccoli e li fanno abbracciare dalle mancate mamme come si fa coi neonati: «Aiuta a superare il trauma» Il dottor Tiller e una manifestazione contro l'aborto In basso, la pagina Web su Internet della clinica - UÀ '.iu'.: : -. r'M." v< ( > j» '. Usu • t. i ,idh(' Kit* Vi. » •.'«■>*■ tilt. f'*a5 " i,\ .X'. i ;t>i )■>.:;v. ,).