Iraq, dissolvenza sulle sanzioni di Andrea Di Robilant
Russia e Francia: Saddam si pieghi, ma diamogli una luce in fondo al tunnel Russia e Francia: Saddam si pieghi, ma diamogli una luce in fondo al tunnel Iraq, dissolvenza sulle sanzioni Nella notte i 4 Grandi a Ginevra WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Come ai tempi della Guerra Fredda, Ginevra torna a ospitare le grandi manovre della diplomazia. Con la Russia nuovamente protagonista al fianco degli Stati Uniti, e più che mai decisa a far passare una sua soluzione diplomatica alla crisi irachena. La notte scorsa, in una sala dell'aeroporto di Cointrin e a un'ora alquanto insolita per un vertice internazionale (le due del mattino), il ministro degli Esteri russo Evgheny Primakov ha presentato ai suoi colleghi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia (assente la Cina) la bozza di un accordo con Saddam. I particolari dovrebbero emergere oggi. Ma in sostanza, anticipano fonti diplomatiche, si traccia un percorso che prevede da un lato la ripresa delle ispezioni Onu in Iraq e dall'altro una tabella di marcia per la revoca delle sanzioni internazionali contro Baghdad. II Segretario di Stato Madeleine Albright ha interrotto un viaggio in India per essere a Ginevra stanotte, ma l'Amministrazione Clinton rimane guardinga. E intanto continua a rafforzare la sua presenza militare nella regione del Golfo Persico. Un'ipotesi che non prevedesse il ritorno a Baghdad dei sei ispettori americani cacciati da Saddam sarebbe comunque inaccettabile. L'ambasciatore Usa all'Onu, Bill Richardson, ha ribadito ieri al Palazzo di vetro che «il ritorno delle squadre Onu deve avvenire senza condizioni». L'idea di fondo, dicono russi e francesi, è che l'accordo permetta agli iracheni di «vedere una luce alla fine del tunnel» sulla questione delle sanzioni. Dichiara il Quai d'Orsay: «Bisognerà accordarsi su che cosa l'Iraq dovrà fare perché vengano abolite. L'incontro di Ginevra servirà a stabilire tempi e modalità». Il ministro degli Esteri Lamberto Dini ha parlato per telefono con Primakov da New York, dove si trovava ieri per un convegno sulla televisione sponsorizzato da Rai e Mediaset. «Buona fortuna a te!», ha detto alla fine della conversazione. E poi, ai giornalisti: «L'Italia appoggia lo sforzo di Primakov e mi pare che le cose procedono. Ci si sta orientando verso una soluzione che dovrebbe comportare il rispetto da parte dell'Iraq di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza». Ma gli Stati Uniti continuano a mettere l'accento sulla pericolosità di Saddam Hussein. «Voglio essere assolutamente chiaro - ha ripetuto ieri il presidente Clinton -. Il nostro obiettivo è quello di impedire a Saddam di creare un arsenale di armi chimiche e batteriologiche. Spero che questo obiettivo possa essere raggiunto per vie diplomatiche, ma sto prendendo ogni misura necessaria per raggiungerlo in maniera diversa qualora fosse necessario». La rete televisiva Nbc ha rivelato l'identità e il volto della donna che da dodici anni guida il programma chimico e batteriologico voluto da Saddam. Rihab Rashida Taha, 42 anni, laureata in Gran Bretagna (East Anglia University), è da tre anni la moglie del potente generale Amer Rashid al Ubaidi. Gli ispettori Onu la chiamano Doctor Germ, la maga dei batteri. Andrea di Robilant Dini al telefono col ministro degli Esteri russo: Buona fortuna a te! Il vicepremier iracheno Tarek Aziz e un militare Usa in esercitazione sulla Nimitz
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