Vigna «In Sardegna vince l'omertà»

«In Sardegna vince l'omertà» Vigna «In Sardegna vince l'omertà» ROMA. Il procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna ammette: «La cultura sarda - e mi addolora dirlo, generalizzando - non è collaborativa. Silvia Melis, oramai 10 sappiamo, ha passato tempo della sua lunga prigionia in località non isolata, fra persone "normali" che svolgevano normali attività, tutte persone che hanno visto e hanno taciuto, e non hanno sentito 11 dovere - non dico civico, ma almeno umano - di dare notizie. Ho ascoltato tanti giovani sardi. Ho chiesto che cosa farebbero se si trovassero davanti all'ostaggio di un sequestro di persona. "Niente, lo lascio lì" mi hanno risposto. Questa è la realtà». Nell'Aula magna dell'Università si presenta il primo dei due volumi degli Annali della Storia d'Italia editi da Einaudi e dedicati alla criminalità, di cui è curatore Luciano Violante - che vent'anni fa, al varo dell'iniziativa, era ben lontano dalla carica attuale di presidente della Camera. Un'edizione che attraversa cent'anni di storia italiana passando attraverso vicende di politica giudiziaria, delitti comuni, storie esemplari, l'intreccio fra società e criminalità, le risposte delle istituzioni. E' presente, con molti degli autori, il ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick. Parlano Violante, Vigna, lo storico Paul Ginsborg. In margine alla presentazione ufficiale, si affrontano le ultime vicende d'Italia. Il caso Melis è bruciante. Vigna insiste: «L'impianto della legge è buono. Dare soldi a dei delinquenti 10 considero assolutamente un pericolo, un male. Che la legge venga violata non inficia il valore^lella legge stessa». Lo Stato ha fatto una brutta figura in questa storia? Possibile che né magistrati né carabinieri e polizia sapessero quello che stava succedendo sotto i loro occhi? «Mi sembra affrettato dirlo. Aspettiamo i risultati delle indagini». Da dove può venire una soluzione? «Quando c'è una forte collaborazione tra forze deU'ordme e famiglia, si possono modulare interventi. Poi c'è il problema dei latitanti. La centralità del latitante nel sequestro di persona fa capire quanto forte dev'essere la prevenzione: oltre alle indagini sui patrimoni, sulle ricchezze non giustificate, è la ricerca del latitante che va potenziata. E' una bonifica del territorio che va fatta quanto prima, con un maggiore coinvolgimento delle realtà locali, il sindaco certo, ma anche l'architetto che deve costruire non solo case, bensì luoghi di convivenza civile, il commerciante pulito che non fa usura, e così via». In sintonia con 11 procuratore Vigna si esprime anche Violante. «E' difficile dire se la legge è da rivedere - spiega -. Ma vorrei parlarne a bocce ferme. Quello che è importante è che occorre un attento controllo del territorio». II. m.]

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