«Rivendicazione falsa Sono nemici dell'Egitto»

I INTERVISTA L'AVVOCATO DEGLI «I .. - Sono nemici dell'Egitto» IL CAIRO. La «al-Jamaa al-Islamiya» ha rivendicato il massacro di Luxor. In un comunicato, gli estremisti islamici sostengono che obiettivo del commando non era di massacrare i turisti, ma di prenderli in ostaggio per ottenere il rilascio dei membri dell'organizzazione in carcere. Il gruppo minaccia di continuare le sue operazioni finché l'Egitto non romperà le relazioni diplomatiche con Israele e gli Usa non libereranno lo «sceicco cieco» Omar Abdel Rahman, che sta scontando l'ergastolo a New York. Muntassar Al-Zajaat è il difensore di numerosi militanti della Jamaa Islamya e della Jihad in Egitto. Anch'egli militò per un certo tempo nello schieramento islamico, secondo lui quello moderato, e per questo fu incarcerato. Adesso sfacchina fra i tribunali speciali allestiti per processare i fondamentalisti islamici. Ciononostante questo avvocato barbuto divenuto celebre in tutto il Paese non rinnega mai la matrice islamica del suo pensiero, sebbene auspichi una linea pragmatica da tutte le parti coinvolte in questo sanguinoso scontro. Avvocato, è arrivata la rivendicazione della Jamaa islamica dell'attentato di Luxor, che cosa ne pensa? «Ho seri dubbi che sia stata la Jamaa. Posso dire che a compiere la carneficina è stata una formazione ostile agli interessi dell'Egitto per via della sua posizione contraria alla conferenza economica di Doha, cui partecipa Israele e voluta dagli americani. E per le ostilità al premier Netanyahu in generale». Insomma che cosa vuole insinuare? «Che potrebbero essere stati elementi fiancheggiatori di Israele al fine di danneggiare la reputazione dell'Egitto». Beh, ma ci sono dei terroristi egiziani uccisi nella sparatoria. Poi si dice che l'attacco lo abbiano condotto per ritorsioni contro la condanna a morte inflitta ai due fratelli Farahat, responsabili della strage di settembre al Museo del Cairo nella quale morirono nove turisti tedeschi. «Le assicuro che i fratelli Farahat non c'entrano nulla con la Jamaa né con gli altri gruppi islamici egiziani. Loro stessi hanno smentito in aula ogni collegamento con i gruppi islamici». Ritorniamo alla carneficina di Luxor. In Occidente ha inorridito tutti, qual è il suo commento? «Azioni del genere sono contrarie allo spirito tollerante dell'Islam. Per questo io sospetto che ad attuarla siano stati dei militanti islamici. In primo luogo perché i gruppi islamici (la Jamaa Islamya, ndr) non hanno mai voluto uccidere gli stranieri. E guarda caso nella penultima strage, quella dell'anno scorso all'hotel Europa in viale delle Piramidi, nella quale furono assassinati 18 turisti greci, la Jamaa domandò scusa e disse chiaro e tondo che voleva invece colpire dei turisti israeliani. E' chiaro che l'Islam vieta tassativamente la violenza gratuita». Ammettiamo che a trucidare questa massa di turisti a Luxor sia stata una frangia del fondamentalismo egiziano, ciò significa che è la fine della tregua annunciata quest'estate dalla Jamaa e dalla Jihad islamica? «In realtà a seppellire questa grande occasione per arrivare a una pace vera in Egitto sono stati tutti. Da una parte alcuni capi dell'integralismo che hanno posto condizioni forse troppo onerose, come la liberazione di tutti i detenuti politici, e dall'altra lo Stato che ha rifiutato di dialogare con gli islamici in nome della legalità. Peccato». [i. r.l «La Jamaa aveva già chiesto scusa per una strage di occidentali nel '96»

Persone citate: Farahat, Muntassar, Netanyahu, Omar Abdel Rahman