Sorpresa: vip bocciati a Roma di Enrico Singer

IH RESPONSO DELL'URNA IH RESPONSO DELL'URNA Sorpresa: vip bocciati a Roma Niente Campidoglio per ex atleti e cantanti ROMA ELLE elezioni romane c'è un dato che ha messo d'accordo tutti: vincitore e vinti, Ulivo e Polo, liste maggiori e liste minori. E' il flop del candidato vip. Personaggi illustri o soltanto famosi, sportivi e attori, artisti e professionisti di grido. E' stata una ecatombe. Adesso tutti giurano che il loro impegno non era tanto per quel posto nell'aula di Giulio Cesare, quanto per avvicinare ai rispettivi schieramenti il pezzo di società civile che li conosce. Ma qualcuno, di sicuro, ha vissuto ieri una brutta giornata mentre dagli uffici elettorali arrivavano via via i nomi dei 60 consiglieri comunali eletti. L'elenco del vip trombato è lungo ed è meglio seguirlo Usta per lista. Il record dei caduti illustri spetta alla Usta civica per Roma con RutelU, che pure è stata la grande sorpresa del voto di domenica: dal nuUa, al 7 per cento dei voti e ben cinque consigUeri (appena uno in meno di Rifondazione comunista e due in più dei popolari). Il successo deUa Usta non è bastato però a portare in CampidogUo i nomi più in vista. Non ce l'hanno fatta la principessa Alessandra Borghese (prima dei non eletti con 391 preferenze), l'ex campionessa di nuoto NoveUa CaUigaris, il regista Carlo Lizzani, il campione di basket Enrico Gilardi, il pittore Piero D'Orazio, la showgirl Regina Profeta, l'economista Carlo Lefebvre. Fuori anche Francesco Hausmann, proprietario di una deUe orologerie-gioiellerie più antiche di via del Corso, e Giuseppe Ciampini, proprietario del celebre bar Tre scanni di piazza Navona. NeUa Usta civica è rimasto al palo anche un vip sui generis: Alberto Di Pietro, noto a Roma come U «pizzettaro di RutelU» perché è la meta preferita dal sindaco RutelU per le cene informali con famiglia e amici. Ma torniamo ai vip di prima grandezza. Nel pds sono stati bocciati il regista Dario Argento, l'attore Massimo Ghini, il campione di tennis Adriano Panatta (primo dei non eletti con 1800 preferenze, eliminato per pochi voti dall'ex assessore Maria Coscia) e Vittorio Ripa di Meana, avvocato, candidato sindaco laico-repubblicano nel '93 e frateUo del leader verde Carlo. Sempre nel pds non ce l'ha fatta Giovanni Piccolo, presidente del circolo gay Mario Mieli. Anche l'unico vip presentato da Rifondazione comunista non ha avuto fortuna: Fabio Venditti, telegiornalista della ex squadra di Santoro non è stato eletto. Nella lista di Marco Palmella (che invece è stato eletto a valanga), ci sono degli sconfitti illustri: i radicali storici Roberto Cicciomessere e Paolo Vigevano. Escluso illustre anche nella lista di Lamberto Dini: non è passato l'ex ministro della Sanità, Elio Guzzanti, che era capolista, e che è stato superato in preferenze da Simone Gargano che ha così conquistato l'unico seggio andato a Rinnovamento italiano. Il quadro dei trombati nelle liste di maggioranza si chiude con il caso dei popolari. Più che vip sono i big del partito romano ad essere stati esclusi. Non passa il capolista Luigi Mastrobuono, non passa neppure il segretario cittadino, Lucio D'Ubaldo e stravince il giovane ciellino Giovanni Assogna. La legge del flop dei personaggi non ha risparmiato il Polo. Forza Italia ne schierava tre: la showgirl Gabriella Carlucci, l'ex campione di tuffi Klaus Dibiasi e Nino Marazzita, il noto avvocato penalista che ora riempie le cronache rosa al fianco di Carmela Di Pietro. Tutti bocciati dagli elettori. Disastrosa anche la prova degli esponenti dell'aristocrazia romana che erano scesi in campo. Della principessa Alessandra Borghese, si è detto. Del principe Sforza Ruspoli, candidato sindaco, si poteva prevedere. Ma una nobile in buona posizione era presentata da Alleanza na¬ zionale: donna Costanza dei marchesi Afan de Rivera Costuguti. Anche lei, tuttavia, è caduta sulla via del Campidoglio. Enrico Singer . e o o o e ]

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