Sì del Senato Processate gli ex ministri
del Senato del Senato «Processate gli ex ministri» i e e i , l , r ROMA. L'Assemblea di Palazzo Madama ha concesso ieri, confermando il parere espresso dalla Giunta, l'autorizzazione a procedere per l'ex ministro dei Lavori Pubblici, Giovanni Prandini, e per l'ex ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo. Per Prandini - la domanda di autorizzazione a procedere nei suoi confronti è stata trasmessa al Senato dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nel marzo di questo anno, la Giunta ha esaminato la domanda il 3 giugno scorso l'ipotesi di reato è quella di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, in relazione alla realizzazione di opere di edilizia carceraria e di caserme. Dagli interrogatori resi da un direttore generale del ministero risulta infatti che egli stesso, su incarico dell'ex ministro, avrebbbe segnalato diverse imprese per gare esplorative concernenti l'affidamento di appalti per la realizzazione di carceri e caserme. In seguito all'aggiudicazione dei lavori, il direttore generale avrebbe ricevuto tra l'estate del '91 e la primavera del '92 svariate somme poi consegnate a Prandini. Un altro funzionario del ministero avrebbbe invece rivelato un secondo episodio, dichiarando di aver accettato da un'altra impresa una somma per conto dell'ex ministro affinchè non sorgessero ostacoli per il rifinanziamento della ristrutturazione di uno stabile carcerario. Tali circostanze - si legge nella relazione - sarebbero state confermate dalle imprese interessate: da qui la decisione della Giunta di accogliere la richiesta di autorizzazione a procedere e il sì del Senato. Per Francesco De Lorenzo, invece, le ipotesi di reato sono quelle di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, in relazione a due distinte vicende. La prima si basa sugli interrogatori resi da Giovanni Marone - ex segretario di De Lorenzo - dai quali emerge che lo stesso Marone avrebbe ricevuto «indebite dazioni di denaro», destinate all'ex ministro, da parte dell'amministratore delegato di una società. Tali dazioni erano finalizzate a ottenere che la terza campagna pubblicitaria per la prevezione dell'Aids fosse affidata a una determinata ditta, la «Red Hard e Sharp». Anche la seconda vicenda si basa sulle dichirazioni di Marone, che avrebbe ricevuto denaro da un componente del Cip farmaci affinchè De Lorenzo si attivasse perchè il Cip non ostacolasse l'aumento del prezzo di un farmaco a base di insulina. La somma sarebbe stata destinata al finanziamento del Partito liberale italiano (Pli), di cui l'allora ministro era esponente. La Giunta ha ritenuto che non esisteva una «manifesta infondatezza» delle richieste di autorizzazione avanzate dal Collegio per i reati ministeriali presso il tribunale di Napoli, e ha quindi proposto all'assemblea la concessione dell'autorizzazione a procedere, che l'aula ha concesso. Ir. i.]
Persone citate: De Lorenzo, Francesco De Lorenzo, Giovanni Marone, Giovanni Prandini, Marone, Prandini, Red Hard
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