Rifondazione non «paga» la crisi di Antonella Rampino

L'analisi del voto nel partito che provocò le dimissioni di Prodi. Il pds: vincono solo se stanno con l'Ulivo L'analisi del voto nel partito che provocò le dimissioni di Prodi. Il pds: vincono solo se stanno con l'Ulivo RHondqzione non «paga» la gisi Bertinotti: ma al Sud faremo autocritica ROMA. «Condoglianze, onorevole Diliberto, avete perso solo 1' 1%. Adesso che succede? Finalmente la resa dei conti dentro Rifondazione?». I cronisti parlamentari si avvicinano ad uno ad uno e scherzano, ma non troppo, rivolgendosi al capogruppo del partito di Cossutta. E Oliviero Dihberto, in procinto di partire per rendere omaggio alla salma di Marchais a Parigi, ricambia con celia, ma non troppo: «Abbiamo tenuto, come sapete benissimo. E al Sud il calo c'è stato perché noi non siamo un soggetto politico da voto di scambio». La parolaccia, «clientela», Diliberto non la dice, ma il senso è quello. Il partito ha tenuto, «ha tenuto rispetto alle provinciali, siamo avanzati rispetto alle politiche e alle amministrative, nelle grandi città e nel Centro-Nord siamo andati avanti rispetto alle amministrative e leggermente meno rispetto alle politiche e, purtroppo, ma esattamente come accaduto in precedenza, siamo andati male nel Mezzogiorno», come dice Bertinotti. Mentre il flusso dei dati elettorali arriva a rilento come mai era stato, gli analisti di partito si districano nei diagrammi, valutano e computano, nell'inevitabile conta del giorno dopo, a caccia di chi ha vinto e di chi ha perso, e del come, del quando, del dove. Anche Leonardo Domenici, responsabile degli enti locali di Botteghe Oscure, si è applicato ai numeri. Che numeri sono e tali restano: tanto che Domenici conferma, sostanzialmente, l'analisi di Bertinotti. Aggiungendo però uno spunto: «La verità è che Rifondazione tiene, e perfino guadagna terreno, quando si presenta schierata con l'Ulivo: perché gli elettori sentono l'esigenza che il sistema si bipolarizzi ancora più di quanto non lo esigano i politici stessi». Ma mentre gli esperti applicano il microscopio ai risultati elettorali, i politici tirano velocemente le somme. «E il punto fondamentale è che noi siamo rimasti fermi: così eravamo prima della crisi di governo, così siamo rimasti a crisi di governo risolta» dice Fausto Bertinotti segnando con la penna il riepilogo dei dati dei consigli provinciali elaborati dall'ufficio elettorale di Rifondazione. «Siamo il calco di noi stessi, gli andamenti elettorali si sovrappongono». Bertinotti sa benissimo che il dato delle provinciali è squisitamente politico, pervia del meccanismo di voto: la crocetta si mette su un simbolo. E quindi il segretario di Rifondazione, a leggere il diagramma che parla di un bell'8,1%, contro il 7,4 delle precedenti elezioni provinciali, non può che essere soddisfatto. Eppure, a guardare certe città e cittadine, come Cerignola o Cosenza per esempio, Rifondazione ha travasato un bel po' dei suoi voti nel catino del pds: nella città di Di Vittorio, dove pds e Rifondazione nel '93 erano entrambi sull'11%, adesso Bertinotti ha preso il 14,4 e D'Alema il 19,3. Mentre a Cosenza Rifondazione è scesa dal 4,7 al 3,4, e il pds è salito di oltre 3 punti percentuali rispetto al quasi 5% che aveva. Niente da fare: Bertinotti osserva che «se il nostro partito avesse davvero risen¬ tito della sua politica nei confronti del governo, non si spiegherebbe l'andamento positivo nel Nord». E spinge l'analisi: «C'è un settore su cui dobbiamo fare autocritica, ed è il Mezzogiorno: lì c'è stato effettivamente un calo di qualche punto». Rifondazione vive dunque una vera e propria questione meridionale, e i suoi dirigenti dedicheranno il fine settimana, quando tutti i dati saranno disponibili, ad analizzarli, prima della probabile riunione di segreteria di lunedì mattina. Bertinotti argomenta: è un'analisi difficile, al Sud siamo vele al vento, la struttura della società civile in quell'area è flebile, andiamo bene solo in caso di puro voto politico. Poi si arriva al punto: «La disgregazione della società civile nel Mezzogiorno determina un'attesa nei confronti del governo locale, e l'elettorato allora opta per chi è inserito nel sistema di mediazione esistente». Il che vale a dire, con il cossuttiano Diliberto, «che il pds ha una macchina ben oliata, noi no». Ma come, le grandi campagne sull'occupazione, la proposta di destinare l'Iri a datore di lavoro per chi non ce l'ha nel Mezzogiorno... Ma forse il punto è proprio questo: il partito delle 35 ore, laddove il lavoro non c'è, rischia di avere pochissima presa. Antonella Rampino Il leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti

Luoghi citati: Cerignola, Cosenza, Mezzogiorno, Parigi, Roma