La Camera dice sì all'espulsione immediata

I clandestini già in Italia verranno accompagnati in centri di raccolta, gli altri portati alla frontiera I clandestini già in Italia verranno accompagnati in centri di raccolta, gli altri portati alla frontiera La Camera dice sì all'espulsione immediata Ma sugli immigrati è battaglia ROMA. La Camera approva il nuovo meccanismo delle espulsioni, che saranno più facili perché la polizia «accompagnerà immediatamente alla frontiera» chi venga trovato senza documenti validi o chi ha un percorso criminale alle spalle. Si introduce anche una distinzione tra clandestini che siano già oggi in Italia (accompagnamento in prima istanza in un centro di raccolta) e quelli che vi arriveranno in futuro (accompagnamento alla frontiera). E nuove misure anche per l'extracomunitario che cerca lavoro: ci sarà un permesso speciale legato alla «ricerca di occupazione». Il ministro Napolitano è soddibfatto. Non le opposizioni di Forza Italia e Alleanza nazionale che sostengono «l'annacquamento della legge su un punto sostanziale». Ma ai questori è data una facoltà nuova: stabiliranno loro, in definitiva, se il clandestino, in ragione della pericolosità, debba essere accompagnato al centro di raccolta o alla frontiera. Quello delle espulsioni, ovviamente, era il passaggio politicamente più difficile. Anche all'interno della maggioranza. Ma anche chi eviterà l'accompagnamento immediato alla frontiera - ossia il clandestino che si trovi già in Italia e lo possa dimostrare con «elementi obiettivi», tipo testimonianze o prove documentali - non avrà più la possibilità di uscire da una questura, girare l'angolo e rientrare nella clandestinità. Secondo le misure previste dalla nuova legge, gli «espellendi» dovranno attendere i giorni di prammatica per il ricorso in centri d'accoglienza coatta. «Una misura di salvaguardia sufficientemente idonea che potrà garantirci da quei soggetti che si sottraggono», ha spiegato in aula il sottosegretario Giannicola Sinisi. Fin qui il meccanismo piaceva anche al Polo, ma non alla Lega che continua a contestare su tutta la linea. Spiega il deputato Mario Borghezio: «Non ci piace per niente. E poi questa è una battaglia che ci permette di dilagare tra l'elettorato polista». Su un punto però, cioè il doppio binario delle espulsioni per chi si trova già in Italia e per chi entrerà clandestinamente in futuro, le opposizioni sono insorte. «In seguito alla trattativa con Verdi e Rifondazione, il punto qualificante della legge è stato vanificato», sostiene Gasparri, An. «E' inaccettabile discriminare tra vecchi e nuovi clandestini», dice Giovanardi, Ccd. Ma Napolitano liquida bruscamente l'argomento: «Stamattina, mi pare che esponenti del Polo abbiano superato il limite di una critica fisiologica. A una modifica di una parte soltanto dell'articolo 11 hanno attribuito arbitrariamente una valenza sconvolgente che non ha. Il complesso delle norme introduce un regime di severità senza precedenti: sarebbe onestà politica riconoscerlo. Invece hanno concentrato il loro attacco in modo palesemente tendenzioso solo sul comma dell'articolo 11». Il ministro guarda piuttosto ai tempi per l'approvazione. Non si sbilancia troppo. Dice: «Ulteriori ritardi di sicuro ci nuocerebbero sul piano internazionale. Da tempo ho annunciato ai nostri partner europei le innovazioni contenute in questo disegno di legge. Mi auguro che il Polo, della Lega non parlo, perché ieri ha dato dimostrazione di atteggiamenti beceri e inauditi, si riconosca in una linea di equilibrio». Mentre il Parlamento cerca faticosamente di trovare una mediazione tra le diverse anime, insorgono già le associazioni di assistenza agli immigrati e, sull'altro fronte, i sindacati di polizia. Secondo Dino Frisullo, di Rete antirazzista, «da oggi la condizione degli immigrati è di fatto equiparata a quella dei sorvegliati speciali. Montecitorio ha introdotto il principio di "espellibilità" sulla base di un semplice sospetto non suffragato da alcun elemento oggettivo. E' un netto arretramento rispetto alla legge Martelli». In- direttamente, gli ribatte Oronzo Cosi, segretario generale del Siulp, sindacato confederale di polizia: «Le spade di latta non le vogliamo più. I poliziotti chiedono strumenti incisivi e corretti. Sia chiaro che i centri di accoglienza sono "rimedi di carta" contro il dilagare della criminalità straniera». Francesco Grignetti Napolitano: «E' stato introdotto un regime di grande severità Sarebbe onesto riconoscerlo» Controlli su un gruppo di immigrati COSI' SARANNO ESPULSI IPer motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, il ministro può disporre l'espulsione dello straniero. 2L'espulsione è disposta dal prefetto quando lo straniero è entrato clandestinamente; quando si è trattenuto senza permesso di soggiorno (mai chiesto, revocato, annullato, scaduto da più di sessanta giorni); quando sia soggetto pericoloso. 3Se lo straniero è sottoposto a procedimento penale occorre all'espulsione un nullaosta del magistrato. 4L'espulsione è disposta dal questore con accompagnamento alla frontiera quando lo straniero si sia trattenuto oltre il termine dell'intimazione; se ci sia il concreto pericolo di fuga- 511 decreto di espulsione sarà in inglese, francese e spagnolo. Il ricorso ordinario si farà al pretore entro cinque giorni. Nel caso di espulsione ordinata dal ministro, il ricorso si farà al Tar.

Persone citate: Dino Frisullo, Francesco Grignetti, Gasparri, Giannicola Sinisi, Giovanardi, Mario Borghezio, Napolitano, Oronzo Cosi, Verdi

Luoghi citati: Italia, Roma