«Dopo il plebiscito l'autonomia»

Successo delle liste dei candidati di centrosinistra, soddisfatti i Verdi: Successo delle liste dei candidati di centrosinistra, soddisfatti i Verdi: «Dopo il plebiscito, l'autonomia» I sindaci dell'Ulivo contro iprogetti della Bicamerale ROMA. Vincono i supersindaci sugli avversari politici, ma anche sui dirigenti dei partiti più strutturati (D'Alema e Fini) che li hanno voluti tacitamente sfidare nel duello per la popolarità. Per esempio, a Roma il pds, guidato dal suo segretario, perde più di tre punti rispetto alle politiche del 1996, invece di avanzare. E perde anche l'antagonista Fini, messosi alla testa delle truppe di An nella città che fu sua raccaforte, per far vedere a Berlusconi chi conta di più. Contemporaneamente, Francesco Rutelli può annunziare raggiante che ha preso 200 mila voti più dell'alleanza che lo sosteneva. Mentre a Napoli, Antonio Bassolino gongola ben sapendo che la strepitosa avanzata del suo partito, il pds è al 33 per cento, è frutto dell'effetto trascinante della sua immagine. Comincia con questi segnali eloquenti un'era nuova per la politica italiana. Con una nuova classe dirigente politica che cresce prepotentemente nelle città, pronta ad entrare da protagonista nelle stanze del potere centrale senza dover più contrattare con i segretari di partito. Ma è successo anche altro domenica scorsa. Nel centrosinistra, il polo vincente (circa il 4 per cento in più a livello nazionale rispetto alle politiche), crescono i popolari del grintoso Marini, tiene Lamberto Dini (che era dato per scomparso), crescono i Verdi, grazie anche all'abbinamento con Rutelli a Roma. Crescono, cioè, i partiti che cercano i voti dei «moderati». E nel Polo, specularmente, l'unico partito che avanza è proprio il ccd di Casini, che da tempo ha intrecciato un amichevole dialogo sotterraneo con i popolari. Dini ha già tirato le somme e ha visto che sommando i suoi, i popolari, Maccanico, il pri «si arriva ad un partito del 10 per cento. Un partito di tutto rispetto». Franco Marini, rinfrancato, ha annunciato che «il lupo cattivo D'Alema non ci ha mangiato». I popolari sostengono di avere guadagnato un 3 per cento a livello nazionale (facendo i confronti con le politiche del 1996). Questo dato fa dire al segretario Marini che «il centro dell'Ulivo siamo noi». Cioè, nessuna trattativa con Di Pietro. Se vuole, viene qui. Tanto, per le elezioni politiche bisogna aspettare il 1999. 11 risultato che galvanizza i popolari indurrà, inoltre, Marini ad insistere sulla linea «alla Bertinotti», che lui chiama «competizione nell'alleanza». Bertinotti, invece, non gioisce per un risultato deludente soprattutto dal punto di vista politico, perché rafforza proprio l'ala moderata dell'Ulivo. Cioè, premia il metodo Prodi che cerca consenso «attraverso la costruzione di relazioni e la concertazione», come dice Bertinotti. E, nei fatti, penalizza i teorici del «conflitto sociale». II risultato del pds è complessivamente positivo, salvo lo scivolone di Roma. Il segretario D'Alema spiega che alle provinciali il partito cresce di un 2,5 per cento. Cioè, lì dove non subisce l'effetto-sindaco. «Siamo di gran lunga il primo partito italiano» spiega ai suoi. Ma a Roma «c'è stato un fortissimo effetto Rutelli» e poi, le consultazioni comunali sono «la prova più difficile» per il maggiore partito. In effetti, la «lista per Rutelli» a Roma, ha sfondato avvicinandosi ad un clamoroso 7 per cento di voti. Più del Ppi. Sommando la lista «Verdi per Rutelli» si arriva ad un 13 per cento. Di cui un 4-5 per cento deve essere stato tolto al pds ed anche ad An. A Marini che lo vede come un lupo che non gli fa più paura, D'Alema ha risposto che «il lupo non ha mai desiderato di mangiare la pecorella.... Il lupo è intelligente e Marini lo sa. Non è un lupo stupido. Sa che da solo non vincerebbe, mentre insieme alla pecorella ha vinto le elezioni e governa l'Italia». Ma si capisce che D'Alema, almeno per ora, un po' deluso è e così rilancia dal lato del governo, rivolto a Prodi. «Adesso bisogna rilanciare la coalizione - dice - sviluppando maggiori capacità di discussione e di decisioni comuni». Ovvero, caro Romano, ora bisogna controllare le tentazioni centrifughe nell'alleanza. Non vorrei che ripetessi con i popolari il gioco che hai tirato in lungo con Rifondazione comunista. Infine, a parte il terremoto nel Polo, c'è la Lega con l'amaro in bocca, perché tradita dalle sue città simbolo, in parte ripagata in provincia. Alberto Rapisarda SPOSTAMENTO DEI VOTI SIA IN ENTRATA CHE I FLUSSI ELETTORALI I USCITA PER CIASCUNO DEI PRINCIPALI PARTITI RISPETTO ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL '96. [ELABORAZIONE ABACUS] ROMA NATOLI RUIHil BORGHINI """EE? ™« BMSOl'H° M" WmfiSS* *« PRC 93 2 5 100 PRC 94 3 3 100 PDS 95 2 3 100 PDS 97 1 2 100 PPI 85 9 6 100 PPI 82 11 7 100 ALTRO. ULIV0 90 5 5 100 ALTRO ULIV0 95 3 2 100 F.I. 17 77 6 100 F.I. 31 68 1 100 AN 8 86 6 100 AN 20 78 2 100 ALTRO POLO 13 76 11 100 ALTRO POLO 44 49 7 100 L'Dlettorato del Polo e stato meno <<fedele-> al proprio candidato sindaco ri- Sul nome del sindaco uscente Antonio Bassolino sono conflu'rti in modo spetto all'elettorato di centra sinistra, prelerendo votare per Rutelli, per un al- masslcclo i voti non solo dell'elettorato di centro-sinistra ma anche quelll del irò candidato oppure annullare la scheda. Polo. VENEZIA CACCIARI FAERIS PIZ2IGATI fHSJ^Sj? T0TALE PRC 91 1 2 6 100 PDS 93 1 2 4 100 PPI 79 1 11 9 100 ALTRO ULIVO 85 3 4 8 100 LEGAN0RD 23 55 8 14 100 F.I. 23 4 62 11 100 AN 16 6 71 7 100 ALTRO POLO 22 6 66 6 100 Su Massimo Cacciari sono conlluili largamente i voti del Polo e della Lega Nord. Nello schieramento opposto, gli elettori del ppi hanno espresso preferenze anche per il candidato del Polo. Moderati promossi: «tiene» Dini crescono anche i popolari: «D'Alema non ci ha mangiati» E nel Polo l'unico partito che avanza è il Ccd di Casini