Riforme, un piano per le città-Stato di Antonella Rampino

Riforme, un piano per le città-Stato Riforme, un piano per le città-Stato Anzitutto, la Bicamerale. Appena rieletti, i sindaci dell'Ulivo hanno fatto sapere che le riforme costituzionali non vanno. Cacciari: «Devono cambiare i punti essenziali della Bicamerale, soprattutto le competenze dello Stato e della seconda Camera». Auspica anche maggiore autonomia per Veneto, Lombardia e Piemonte: posizione simile a quella del Polo. Il pidiessino Bassolino rilancia invece da Napoli una proposta cara a Prc, la creazione delle grandi aree metropolitane che lui chiama «città-Stato». Cacciari avverte che se no, quando si arriverà al referendum confermativo, le riforme salteranno». Insieme i sindaci hanno fatto il punto via telefono. In Transatlantico, ieri pomeriggio, tutti sottovalutavano la questione. «I sindaci hanno un grande seguito e lo usano in direzione del federalismo, non è un gran male» diceva Fabio Mussi del pds. «Sono leader nazionali, o si credono tali: alzano la voce sulla Bicamerale, lo faranno anche sul resto», scuoteva la testa il forzista Pisanu. E anche il senatore Di Pietro si è scagliato contro la Bicamerale. A non sottovalutare la posizione di Cacciari è invece D'Alema: «Ho parlato con Cacciari, e aspetto i suoi emendamenti: gli ho garantito che verranno discussi e messi in votazione». Ma i membri della Commissione scalpitano. Tonino Soda, il costituzionalista di Botteghe Oscure, è perplesso. «In Commissione abbiamo ascoltato tutti, i sindaci, i presidenti di Regione, le varie associazioni, tutti, da Bassolino a Formigoni. Di che si lamentano?». Nella proposta che la Commissione illustrerà in aula a partire da lunedì prossimo è infatti previsto che le Regioni possano compiere la libera scelta di istituire le «aree metropolitane». Ma, se il dettato costituzionale restasse così come è, Bassolino dovrebbe chiedere il permesso al presidente della Regione Cam¬ pania, che è di An. Obietta Soda: «Quella regola è stata scritta proprio perché non si saltasse nessun anello di congiunzione tra gli enti locali e lo Stato, questo è uno dei cardini della riforma». Ma ne ha anche per Cacciari: «Chiede maggior rappresentanza nel Senato delle garanzie per le autonomie locali: ma dovrebbe ricordare che il raccordo tra le istituzioni è solo uno degli aspetti del federalismo». E del resto, anche la possibilità di allargare l'autonomia delle Regioni che ne sentissero necessità è espressamente prevista dalla Bicamerale. Per altri versi, va detto che la parte di riforme intitolata al federalismo è la più controversa. E anche D'Alema, rispondendo a Cacciari, con un gioco sarcastico versus Berlusconi che aveva dichiarato di sentire una vocina che lo chiamava «papà» ogni volta che entrava nella sala della Regina - ha ricordato che «il testo della Bicamerale non è mio figliolo». I sindaci sono solo stati i primi a gettare il sasso nello stagno. Antonella Rampino Qui accanto Massimo D'Alema A destra Bassolino festeggia il trionfo a Napoli

Luoghi citati: Lombardia, Napoli, Piemonte, Veneto