Bossi: sì, abbiamo sbagliato di Ugo Bertone
Bossi: sì, abbiamo sbagliato Bossi: sì, abbiamo sbagliato «Errori nella scelta dei candidati» rori organizzativi, soprattutto a Venezia e Genova. E in qualche isolotto abbiamo anche perso, magari perché non abbiamo avuto la mano felice nella scelta degli uomini. Oppure perché il Consiglio comunale ne ha combinate di tutti i colori. Del resto, noi non abbiamo mai riciclato nessuno. Perciò abbiamo dovuto creare una classe politica nuova». Cominciamo dalle spine. La prima è Varese? «Come no. C'è da smettere di far politica se penso che a Varese, la culla della Lega, siamo testa a testa con il Polo, il partito del riciclaggio che porta avanti l'assessore al Bilancio delle vecchie giunte de. Lì ci ha danneggiato, e molto, la defezione di Fassa. Un sindaco uscente vale, secondo la mia esperienza, an¬ che un 7-8% di voti. Ma io lo sapevo da mesi che ci sarebbe stato quello scherzetto... C'è, comunque, sempre una lezione positiva». E qual è? «Abbiamo visto fin dove può arrivare una forza di riciclaggio come il Polo, fin dove possa erodere il desiderio di libertà della gente. Questa forza si ferma ai capoluoghi di provincia». Bossi, lei parla sempre del Polo. Ma non crede che l'Ulivo, rafforzato dal voto, sia un interlocutore più difficile? «Forse. Ma la storia ci insegna che per provocare una reazione antipapalina certe volte bisogna fare una piccola iniezione di regime... Solo così si mettono in moto gli anticorpi della libertà. E forse faranno l'errore che finora non hanno fatto». E quale sarebbe? «Pensare che, dopo la vittoria, potranno fare ciò che vogliono. Sarebbe una vittoria di Pirro perché la gente, finalmente, potrà capire chi muove le procure della Repubblica. A proposito, la sapete l'ultima di Papalia?». Il procuratore di Verona? «Proprio lui. Ci ha mandato proprio oggi la Guardia di Finanza. Sono andati a perquisire la sede della società proprietaria della nostra sede. Quello lì non riesce a star fermo, soprattutto quando la Lega vince». A proposito, prima del voto aveva paventato il rischio di brogli elettorali. E' andato tutto liscio? «Non lo so. Certo è che i regimi adottano tre armi: elezioni truccate, delitti e procure della Repubblica. A Vicenza, del resto, non volevano farci presentare una lista». Le note più liete vengono dalle province.... «Sì, siamo entrati nel ballottaggio sia a Como che a Varese e Vicenza. E ci faremo valere, in caso di vittoria, nelle nomine bancarie. Ci vuole un cambiamento reale anche nella finanza». La rotta, insomma, dopo il voto non cambia... «E perché dovremmo? Anche se i media ci fanno sparire e le tv ci oscurano trasformandoci in fantasmi, noi siamo comunque la speranza degli uomini liberi e l'incubo dei mangiatori a sbafo». Ugo Bertone
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