Massacro nella Valle dei Re di Ibrahim Refat

Agguato davanti al tempio della regina Hatshepsut. Sequestrato un bus di Agguato davanti al tempio della regina Hatshepsut. Sequestrato un bus di Massacro nella Valle dei Re Luxor, ultra sparano sui turisti: ore di battaglia, 70 morti IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO Per due interminabili ore la «Valle dei Re» si è trasformata nella «Valle dei Morti». Proprio davanti al tempio di Hatshepsut, lo stesso luogo dove un mese fa fluivano le note dell'Aida di Verdi, ieri hanno echeggiato le pallottole. Non è stata una scelta casuale da parte degli integralisti islamici. Hanno voluto colpire i turisti occidentali proprio nello stesso luogo dove il regime di Mubarak aveva voluto celebrare la sua stabilità in occasione del 70° anniversario della scoperta della tomba di Tutankhamon. Un colpo basso sferrato da gente agguerrita. E l'ennesima sfida lanciata dagli islamici al regime laico del Rais ha provocato un bagno di sangue. Almeno 70 vittime. E di questi 60 turisti. E' la seconda strage in due mesi. In serata è arrivata la rivendicazione della Jamaa Islamya. Anzi, la firma l'aveva lasciata in un volantino sul luogo della strage. Finora la Jamaa è stata sempre attiva più a Nord di Luxor, che fino a ieri è stata risparmiata da simili attentati, anche perché la città è presidiata da una massiccia presenza delle forze dell'ordine. Inoltre la gente di Luxor è impegnata in un modo o nell'altro nel turismo e quindi vede come fumo negli occhi gli integralisti. Erano le 9,15 (le 11,15 in Italia) quando un gruppo di turisti (forse sei, ma altre fonti parlano di dieci uomini, che indossavano divise della polizia turistica) si presenta davanti al tempio di Hatshepsut sulla sponda occidentale del Nilo. Spianano i fucili automatici e aprono immediatamente il fuoco all'impazzata contro la comitiva di turisti presenti a bordo dei pullman e ai piedi sulla spianata. Un'altra fonte però assicura che i killer erano arrivati a bordo di un pullman rubato dall'agenzia turistica Isis di Luxor. I primi a cadere sotto i colpi sono un gruppo di giapponesi appena scesi. C'è il fuggi fuggi tra i turisti: chi cerca riparo nel tempio, chi tra le dune, chi non ce la fa cade colpito. «Un gruppo di turisti tedeschi è riuscito a sfuggire al massacro riparandosi dietro antiche colonne egizie», ha detto un giornalista della televisione austriaca, Franz Koessler, testimone oculare dell'avvenimento. «Quando la sparatoria è iniziata due gruppi di turisti, uno tedesco e l'altro svizzero, si trovavano in attesa all'ingresso di un tempio. Mentre la maggior parte dei tedeschi si è gettata a terra mettendosi al riparo, gli svizzeri sono fuggiti in un altro edificio dove sono stati inseguiti dai terroristi». «Ci sembrava di essere un bersaglio a disposizione di qualcuno al tiro a segno - ha detto un altro turista - e non capisco come ci si possa trovare così esposti in uno dei luoghi più frequentati del mondo». La sparatoria richiama l'attenzione degli agenti e questi rispondono al fuoco uccidendo uno degli assalitori. I terroristi replicano e uccidono due agenti, poi rubano le loro armi e fuggono. Ma qui il racconto si fa confuso: un turista americano presente al momento dell'attentato ha raccontato alla Cnn di una seconda sparatoria durata due ore dopo l'arrivo di numerosi soldati. Probabilmente non molto lontano dal tempio tra le dune della «Valle dei Re». Un'altra fonte ancora ha detto che uno degli assalitori si sarebbe impossessato di un pullman di turisti giapponesi e lo ha condotto lontano. Lì si sarebbe consumata la seconda parte di questa tragedia. L'integralista avrebbe trucidato tutta la comitiva. Erano trenta i turisti a bordo. Alla fine della ^terminabile sparatoria restano uccisi tutti i membri del commando. Sei in tutto, afferma la polizia. Più tardi altre fonti parlano di una caccia all'uomo proseguita in tutta la Valle alla ricerca di eventuali superstiti. Contemporaneamente inizia il recupero dei feriti e dei morti. Gli ospedali sono stracolmi, qualcuno viene spedito con l'elicottero a quelli del Cairo. Si contano 60 morti tra i turisti. In prevalenza sono giapponesi, svizzeri e qualche francese. Nessuna vittima fra gli italiani, ce lo ha assicurato l'ambasciatore italiano Aloisi, rima- sto per tutto il giorno in contatto con gli ospedali e le caserme di Luxor. Un numero imprecisato di turisti italiani che in comitiva si stava recando a visitare il tempio di Hatshepsut è scampato per miracolo all'attentato «soltanto perché si trovava arretrato rispetto al gruppo iniziale di giapponesi, francesi, tedeschi e svizzeri» secondo quanto ha detto un testimone. Il gruppo di italiani sarebbe riuscito ad allontanarsi dal viale che porta al tempio dopo aver udito le prime detonazioni di armi automatiche, nascondendosi nelle vicinanze di una tomba poco lontana. Corrono a Luxor il ministro dell'Interno, il generale Hassan Al-Alfi e quello della Sanità Ismail Sallam. Il generale decreta il coprifuoco nella città. La placida e tranquilla Luxor è da qualche ora sotto assedio. Mentre i più grossi tour-operators hanno ordinato il rientro dei loro clienti. In serata il presidente Mubarak ordina una riunione d'urgenza del gabinetto dei ministri. Ibrahim Refat «Eravamo come bersagli di un tiro a segno» Nel luogo della strage un mese fa veniva rappresentata l'Aida

Persone citate: Aloisi, Franz Koessler, Hassan Al-alfi, Ismail Sallam, Mubarak, Verdi

Luoghi citati: Il Cairo, Italia