L'Europa al test delle poltrone

L'Europa al test delle poltrone Prima riunione dell'Ecofìn per trovare un successore a De Larosière (Bers) L'Europa al test delle poltrone E sul lavoro si procede ormai in ordine sparso BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO Si comincerà litigando sull'Euro, si finirà accapigliandosi sull'occupazione. Non è una bella settimana questa che comincia oggi per l'Europa. I nodi arrivano al pettine, i colpi viaggiano sotto il tavolo. I Quindici si incontrano insicuri e divisi su tutto, con la prima (delle tante) poltrone in ballo: quella della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Si designerà il successore del francese De Larosière già prefigurando lo schema a domino che dovrà portare alla scelta del futuro presidente della Banca centrale europea. Su tutte queste questioni duellano Francia e Germania, la solita commedia d'Europa, che riemerge ad ogni passaggio decisivo dell'avventura comunitaria. Euro, banca centrale, occupazione: da una parte c'è Parigi, dall'altra c'è Bonn. Le alleanze sono variabili, la trama sempre uguale. Prendiamo l'Euro, per esempio, la futura moneta unica europea, che più si avvicina più surriscalda le riunioni di Bruxelles. La dimensione monetaria è quella imposta dalle scadenze del trattato di Maastricht che più ha dato forma all'Europa grazie a quei criteri di «convergenza» che le economie dei diversi paesi hanno dovuto rispettare per non rischiare di perdere l'appuntamento. Questa mono-dimensione, guidata dai tedeschi che più rischiano nella fusione delle diverse monete in una sola (perdono il valore sostanziale e simbolico del marco), è stata contestata dal nuovo governo di sinistra francese che appena insediato (giugno) ha chiesto due cose. Primo: una politica economica europea in grado di fare da contrappeso alla Banca Centrale che grazie al potere indipendente e assoluto sull'Euro rischierebbe di diventare il dominus di tutte le scelte politiche in fatto di economia. Secondo: un capitolo sociale, o meglio dell'occupazione, vero dramma del momento, in modo che l'Europa non sia davvero solo la moneta unica, ma anche il governo dei problemi. Dunque, per quanto riguarda la questione della politica economica i francesi si sono trovati di fronte le diffidenze dei tedeschi che vedono di malocchio tutto ciò che può insidiare l'indipendenza della Banca centrale e in definitiva la stabilità dell'Euro. La solu- zione, raggiunta nel vertice a due di Muenster, consiste nel cosiddetto «E-x» (al posto della «x» si dovrà scrivere il numero dei paesi che saranno ammessi alla moneta unica, probabilmente undici, Italia compresa, Grecia esclusa) e cioè una specie di direttorio che, senza "condizionare l'indipendenza della banca centrale, dà indirizzi di politica economica che dovranno poi essere ratificati dall'Ecofin (il consiglio dei ministri economici dei Quindici). Ma le cose non sono così semplici perchè i paesi che hanno scelto, per il momento, di rimanere fuori dalla moneta unica (Gran Bretagna, Svezia e Danimarca) non accettano l'idea di essere dei semplici esecutori di ciò che viene deciso nell'«E-x». Per quanto riguarda il lavoro, la Francia ha strappato il vertice straordinario tra capi di governo e di Stato che si svolgerà giovedì e venerdì prossimo a Lussemburgo. Ma l'opposizione della Germania (e anche di Gran Bretagna, Olanda, Danimarca) ha progressivamente svuotato di contenuti il summit nel senso che non saranno imposti ai paesi membri (come voleva la Francia*) obbiettivi specifici per invertire la curva, crescente della disoccupazione. Ogni paese dovrà fare per sè, l'occupazione (ed eventuali politiche di spesa per sostenerla) non può mettere a rischio - dice Kohl - la stabilità dell'Euro. La scommessa, insomma è tutta sul circolo virtuoso della convergenza imposta dalla moneta unica. Sulla presidenza della Bers si farà invece la prova generale per il grande show di primavera, quando si dovrà decidere il presidente della Banca centrale dove i tedeschi vogliono l'olandese Duisembèrg, mentre i francesi hanno posto la candidatura del loro Trichet. Non ci sono candidature ufficiali per la Bers. Qualche cartuccia la dovrà sparare anche l'Italia. A Bruxelles tutti portano un buon ricordo di Mario Sarchielli che ne fu vicepresidente; altri nomi sono circolati come quello del direttore del Tesoro Draghi o di Padoa Schioppa. Vedremo. La settimana più lunga d'Europa comincia stamane. Cesare Martinetti Paesi Orario settim. Orario Ann. Ferie ITALIA FRANCIA GERMANIA magmi HM GRAN BRETAGNA SPAGNA JMf PORTOGALLO E» OLANDA 38,6 38,2 36,4 37f1 37,16 40,5 38,4 37,9 1679 1 4-6 Sett. 1768 5 Sett. 1592 I 4-6 Sett. 1668 25 Giorni 1748 I 30 Giorni 1822 22 Giorni 1597 1451 4 Sett. 4 Sett. Tasse o oneri sociali in % sulla busta paga 1970 1996 I 30,5 44,4 21 27 36,7 34,2 48,8 ^ Si apre oggi a Bruxelles la settimana più lunga dei Quindici Sull'occupazione Parigi resta isolata dopo il veto di Kohl a trovare programmi comuni

Persone citate: Bers, Cesare Martinetti, Kohl, Mario Sarchielli, Padoa Schioppa, Trichet