«Leggo il libro di Casalegno un modo per essergli vicino»
«Leggo il libro di Casalegno un modo per essergli vicino» «Leggo il libro di Casalegno un modo per essergli vicino» IL RACCONTO DELL'AVVOCATO LM TORINO m AVVOCATO Giovanni Agnelli è a letto in una stanzetta al quarto piano della clinica Pinna Pintor. Nel corridoio regna il silenzio. E' già l'ora del tramonto, fuori si intravedono i primi fari accesi delle auto che si muovono lentamente. Davanti alla clinica molti giornalisti chiedono notizie sulla salute del presidente onorario della Fiat. Sono lì dal primo pomeriggio. La stanza è arredata in modo spartano: due sedie scomode ai lati del letto, un tavolino, un televisore spento. Su una delle sedie sta l'ingegner Paolo Cantarella, l'amministratore delegato della Fiat, venuto a fare Visita. L'Avvocato indossa una vestaglia azzurro scuro, ha il volto rilassato, l'aria serena. Chiacchiera con Cantarella, risponde alla telefonata di un amico che vuole sapere come è accaduto l'incidente, tiene tra le mani il libro, appena uscito, che raccoglie gli scritti di Carlo Casalegno, il vicedirettore della Stampa che oggi sarà ricordato a Torino a vent'anni dall'assassinio. Giovanni Agnelli ha il volto abbronzato e racconta sorridendo: «Pensi che ieri ho trascorso una bella giornata sul mare. Il tempo era davvero splendido. Oggi, invece, eccomi qua...». Ma come è successo l'incidente a Villa Frescot? «Guardi, glielo racconto subito. E' molto semplice, sa come vanno queste cose. Ero in giardino a godermi il sole della mattina. A un certo punto ho deciso di rientrare in casa e nel passaggio dalla luce forte alla penombra non ho visto l'ultimo di quattro gradini. Sono inciampato e sono caduto lungo disteso». Si è reso subito conto della portata della caduta? «Vede, quando si cade in quel modo, succede una cosa quasi matematica: o ci si rompe un polso oppure ci si rompe un femore. A me è capitato di rompermi il femore sinistro. Certo, me ne sono accorto subito. Non ho perso tempo. Mi sono fatto accompagnare in ospedale e dovrò restare qui per qualche giorno, prima e dopo l'operazione». Che cosa pensa di fare per non annoiarsi, per trascorrere il tempo? «Non è un grande problema. Leggerò qualche libro, vede, ne ho portati alcuni con me, incontrerò i miei collaboratori per le questioni di lavoro e parlerò al telefono con i miei cari e i miei amici. Insomma, farò le cose che ho sempre fatto quando ho avuto incidenti di questo tipo». Ha qualche particolare rammarico? «Sì, uno in particolare. Mi di¬ spiace molto di non poter essere presente alla manifestazione in memoria di Carlo Casalegno. Tenevo davvero tantissimo a partecipare alla cerimonia. Mi creda, ho sempre avuto una immensa stima e un sincero affetto per Casalegno. Sto leggendo il libro che La Stampa ha pubblicato qualche giorno fa. Ecco, è il mio modo per essergli ugualmente vicino, per ricordarlo anche da questo letto di ospedale». [d. c. d.]
Persone citate: Cantarella, Carlo Casalegno, Casalegno, Giovanni Agnelli, Paolo Cantarella
Luoghi citati: Torino
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