lettere ALLA CITTA PROIBITA

Hitler bambino paziente mancato di Sigmund Freud lettere ALLA CITTA' PROIBITA Nei primi 14 anni e mezzo di carcere, dal 79 al '93, Wei ha potuto scrivere ai famigliari, accennando alle dure condizioni cui era sottoposto, e ai massimi dirigenti del paese. Gli scritti sono raccolti in un volume, a cura di un comitato in suo favore: «Il coraggio di resistere da solo», edito daViking-Penguin a New York. Eccone alcuni estratti. A LI PENG «Devi parlare con il popolo» Maggio 1987, al premier Li Peng, nel pieno delle dimostrazioni sulla Tienanmen: «Chi conquista il cuore del popolo, conquista tutto sotto il Cielo. Chi perde il cuore del popolo, perde tutto sotto il Cielo. Abbia il coraggio di imboccare la strada delle riforme, di riconoscere gli studenti e il popolo come interlocutori, e si creerà veramente una unione nazionale. Le forzo della conservazione sono molto forti al vertice. Ma è in ballo il destino del nostro paese. Si appoggi al popolo, e se necessario faccia compromessi coi conservatori. Se continuare a tenermi in galera li soddisfa, continui a tenermici. Se un tale scambio permetterà la realizzazione di libertà di stampa e di espressione, e la aiuterà a superare la crisi, io resterò in prigione per anni senza un lamento». A DENG XIAOPING «Come ti senti, assassino?» 15giugno 1989, dopo la strage della Tienanmen: «Come si sente dopo aver con successo soppresso militarmente studenti e civili disarmati? Entrare nella storia con infamia per aver fatto un colpo militare non dovrebbe suonar tanto bene, no? Ho sempre saputo che lei è il tipo di idiota che avrebbe l'atto una follia come questa, cosi come lei sa che io sono quel tipo di idiota che resta delle sue idee fino alla fine, e prende le mazzate a testa alta. Ci conosciamo bene. Quando combatteva la "banda dei quattro", lei parlava di democrazia e libertà, ma poi ha tradito se stesso. Il suo potere oggi può essere grande, ma potrebbe finire come la banda dei quattro. Ma non è troppo tardi. Ritorni dalla parte del popolo, e cjuesti lascerà che il passato sia passato. Negli ultimi dieci anni lei ha fatto molte cose buone, e se ora farà scelte moralmente corrette per salvare la Cina dalla tragedia, il popolo le perdonerà i suoi recenti errori. Si liberi dei parassiti che la circondano, cerchi di ristabilire la fiducia del popolo nel governo, faccia smettere gli arresti. Lei sa che senza armonia sociale ogni sua iniziativa di riforma fallirà, e lei stesso diventerà una macchietta nell'ondata di riforme del socialismo». AJIANG ZEMIN «Avete idee da nazisti» A Jiang Zemin e Li Peng, nel giugno 1991, sulla questione dei diritti umani: «U vostro partito ha sui diritti umani le stesse visioni che avevano i dirigenti nazisti, e ciò spiega perché mostrate i denti appena se ne parla». «Dite che si tratta di una questione interna per ogni Paese, e che nessuno ha il diritto di interferire. Ma libertà, democrazia, diritti umani, sono da lungo valori comuni delle società moderne: la loro difesa non è mai stata un problema interno, perché riguarda l'umanità nel suo insieme».

Persone citate: Jiang Zemin

Luoghi citati: Cina, Citta' Proibita, New York