«E' una congiura» Il leghista attacca Colpa dei giornali
«E' una congiura» «E' una congiura» // leghista attacca «Colpa dei giornali » VENEZIA. Increduli, ammaccati da una sconfitta senza appello. «Sono un tipo tosto» aveva detto Mauro Pizzigati. «Siamo solo a metà strada» gli aveva fatto eco sabato Giovanni Fabris. Con coraggio i candidati sindaci di Polo e Lega - rassegnati in partenza gli altri tre: l'autonomista Mario d'Elia, il socialista Umberto Carraro e il commerciante Loris Volpato - hanno corso per il ballottaggio fingendo di non credere ai sondaggi. Ma certo non si aspettavano una batosta di quejte proporzioni, chi; ha dato nei primi exit-poli il 22-26% a Pizzigati e appena il 712 a Fabris. I due sfidanti del sindaco filosofo alle 21,30 erano già nella sala stampa allestita in Comune. Deluso ma diplomatico Mauro Pizzigati: «Su i dati verranno confermati, faccio i complimenti a Cacciari. Io avevo un programma serio, alternativo, a cui evidentemente i veneziani non hanno creduto». Attonito Giovanni Fabris: «Non ci credo, non ci credo - ripeteva voglio aspettare i numeri veri». Fabris in particolare se l'è presa con gl; organi d'informazione, artefici di una «congiura» ai danni degli avversari del sindaco uscente. Ma solo un miracolo avrebbe potuto fermare la marcia trionfale di Massimo Cacciari verso la riconquista del Comune. Non certo l'acqua alta che ieri s'è presentata a metà mattina per il quinto giorno consecutivo, ma che non ha scoraggiato gli elettori. Pizzigati dovrà cercare dentro il Polo, che così faticosamente l'ha scelto - dopo il rifiuto dell'imprenditoreesploratore Giancarlo Ligabue ma,che non è riuscito a far digerire il candidato originariamente seguace del Patto Segni al suo elettorato: né a quello di An né a quello di Forza Italia. Proprio dalle file del Polo viene probabilmente il vistoso astensiop'smo (meno 11%) che ha segnato questa consultazione elettorale c che sembra il rifiuto di un candidato, gradito a Ccd e Cdu - non riconosciuto come «proprio». Ma anche la Lega, che alle amministrative del 1993 riuscì a costringere Cacciari al ballottaggio e risultò il primo partito a Venezia (allora però non c'era Forza Italia e Tinsi doveva ancora diventare An) dovrà fare qualche riflessione in casa propria. A partire dall'appoggio degli otto «serenissimi» del blitz del Campanile di San Marco, fino alla complessiva strategia «padana» in una città, Venezia, che si sente comunque capitale e provincia di nessuno. Proparandosi al ballottaggio sia il candidato del Polo che quello della Lega avevano lasciato capire che un accordo elettorale, fallito al primo turno, si sarebbe potuto trovare in seconda battuta. I due avvocati avevano trascorso la giornata del voto in assoluto relax. Pizzigati ha l'atto un giretto fuori città. Fabris è andato a tirare a lucido la sua amatissima barca ormeggiata a Sant'Elena. Maria Grazia Raffele Il sindaco rieletto Giacomo Mancini socialista, 81 anni, si è presentato con l'Ulivo. Il «re di Cosenza» è riuscito ad attrarre ancora tante attenzioni. E' diventato ulivista e ha mostrato interesse per la «Cosa 2»
Luoghi citati: Cosenza, Sant'elena, Venezia
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