Cacciari democrazia zoppa

latina Successo «oltre misura» del candidato dell'Ulivo che gli exit polis danno tra il 62 e il 66 per cento Cacciari: democrazia zoppa «IlPolo si squaglia, non c'è alternanza» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Cacciari, come al solito, stupisce. Mai visto uno così vincente (forbice tra il 62 e il 66 per cento) eppure così disperato, persino depresso. Nei primi minuti degli exit-polis va borbottando davanti a tutti i microfoni disponibili: «Questo dato non mi piace, è troppo. Vuol dire che davvero il Polo si sta squagliando, che i suoi elettori non hanno rappresentanza, che non sanno per chi votare. E' una prospettiva pericolosa». Calma. Nel salone pieno di luci di Ca' Farsetti si respira (apparentemente) un'aria di trionfo. Saltellano qua e là i supporter della carovana di Cacciari che festeggiano con grandi pacche e baci. Ci sono taccuini e telecamere dappertutto. Gli spiritosi vanno a caccia dei trombati: «Dove sono quelli del Polo?». «Dove sono spariti i leghisti?». Cacciari (invece) se ne sta dentro alla sua nuvola. Che è scura quanto la barba e il cappotto. Passa l'ondata di dichiarazioni. Si respira. Dunque, sindaco, è davvero così scontento? «Scontento, non lo so più. Ma disperato lo sono certamente». Disperato per l'ampiezza della vittoria? «Disperato perché davvero il Polo non eiste. Significa che ci sono milioni e milioni di italiani senza un punto di riferimento credibile». E questo, lei dice, non è solo un problema del Polo. «E' il problema di tutto il Paese. E' il problema della democrazia». Sia più preciso. «Tutte le democrazie occidentali si basano sull'alternanza. Nessun Paese può vivere se non in un quadro di alternanza possibile. Il che significa che adesso siamo un Paese mutilato, un Paese zoppo. E questo è un quadro assai preoccupante». • Dunque è all'ordine del giorno la leadership tìi Berlusconi. Di Pietro ha detto che è cotto. Lei? «Io lo dico da due anni. Guardi questi risultati, Bassolino verso il 70 per cento, io e Rutelli intorno al 60, significa che non c'è opposizione, non c'è nulla al di fuori di noi, se non fantasmi allo sbando». Le ragioni, secondo lei, di questa disfatta? «Le ragioni sono evidentissime. Il Polo non è riuscito a trovare un candidato credibile. Non ha presentato un programma credibile. Non ha strategie plausibili. Non ha idee. Questi nel 1994 erano al governo, ma si rende conto, al governo!». Forse il pericolo maggiore era allora. «Il pericolo maggiore è adesso. La democrazia si basa sulla sussistenza dell'opposizione, non sull'egemonia completa, totale della maggioranza». Lei insiste sui pericoli. «Insisto sul fatto che non vedo come potranno essere possibili le grandi riforme di questo Paese senza la seconda gamba della democrazia. L'Ulivo ormai si sta consolidando, ma tutto questo lavoro rischia di finire in nulla se i nostri avversari spariscono». Anche l'astensionismo è un dato forte. Nel 1993 a Venezia ha votato V82 per cento, questa volta il 72. «L'astensionismo fa parte dello stesso problema... Prenda il Mugello. Il Polo con Giuliano Ferrara ha sbagliato la campagna elettorale, l'ha trasformata in una rissa che non aveva nessun fine politico, ma era tutta dedicata ai guai giudiziari di Berlusconi. E' ovvio che la gente di centrodestra non sia neanche andata a votare». E qui a Venezia? «Qui a Venezia hanno sbagliato tutto». Lei sarà sindaco per altri 4 anni. «Lo sarò, sì, e i veneziani avranno un sindaco che farà il suo dovere..». Però? «Però dico per paradosso che della questione locale veneziana mi frega assai poco in questo momento. Abbiamo i progetti, il lavoro di questi 4 anni da portare avanti... Va bene. Ma adesso quello che mi preme davvero è questa deriva». La preoccupa il vuoto. «Mi preoccupa che se milioni di italiani non riconoscono alcuna rappresentanza, possono essere in balia di qualunque demagogia, di qualunque populismo. E persino di qualunque avventura». Non è eccessivo il suo allarme? «Non dico che la democrazia sia in pericolo, dico più realisticamente che la democrazia, adesso, con queste elezioni, è pericolosamente imperfetta». Pino Corrias I E1EZIONI COMUWAU A ViNK-l'; f^Ss£h Francesco Mauro ' W^7 /fmFb pizzigati Jm a 40/ a&*^^ gwiid Franco <no>. Massimo f&P » beretta (0| cacciari -j^" 0-1% ^/ 62-66% @& r- ■ Ol Loris ^\ >5niv Giovanni ZwYJ VOtPATO »&> ^4 r_\ fabris !r fe> 7-11% A 0-2% W Umberto /ASSt carraro HTO 0-1% w Qui accanto il sindaco uscente Massimo Cacciari: ieri sera la sua riconferma. Nella foto a sinistra alcuni elettori si recano a votare a Venezia con l'acqua alta «Milioni di italiani non hanno rappresentanza e sono in balia di qualunque populismo» «Farò il mio dovere ma adesso per paradosso mi frega poco della questione locale»

Luoghi citati: Venezia, Vink-l'