«Un'ondata di qualunquismo» di Paolo Lingua

«Tornerò a fare il magistrato Ad Alessandria c'è il posto di Cuva» «SONO SORPRESO E PREOCCUPATO» «Un'ondata di qualunquismo» L'amarezza di Sansa, ex sindaco «eretico» AGENOVA DPvIANO SANSA passeggia, conversando, nei pochi metri quadri del suo angusto ufficio elettorale. Sull'impeccabile grisaglia con panciotto, tiene, a mo' di matello un cappotto blu foncé. Biondo con gli occhi azzuzzo-ghiaccio sembra un ufficiale superiore dell'esercito regio-imperiale austriaco, dopo la battaglia di Solferino. Anche se, poco dopo le 22, c'è ancora un certo valzer dei numeri, perchè i sondaggi si contraddicono, Sansa appare ormai nettamente quarto, con una percentuale che oscilla tra il 14% e il 16%, troppo sotto alla forcella 18%-22% sulla quale disputano il fotofinish Claudio Eva e Sergio Castellaneta. Beppe Pericu, U rivale dell'Ulivo, con il quale Sansa s'è scambiato le bordate più dure è óul 30%, troppo lontano. E', per restare nella metafora di Solferino, Napoleone III. Ha vinto, lasciando molto sangue sul terreno. Sansa è uomo controllato, ma capace di collere terribili. Non è privo del senso dell'umorismo, ma è il sarcasmo che gli affiora più volentieri sulle labbra. Tuttavia, mentre i suoi «giovani del volontariato» e i fedelissimi da sempre lo circondano un po' smarriti, si controlla e si concentra sulle considerazioni di carattere generale. «Sono molto sorpreso, per non dire preoccupato del risultato ottenuto da Sergio Castellaneta. Debbo dedurre che c'è in città una forte ondata di qualunquismo, àipoujadismo, di malessere diffuso. Non contano dunque la battaglie profonde, le riforme più delicate, i cambiamenti radicali del sistema di amministrare. Occorre protestare, tribuniziamente, sollevare polveroni. A mio avviso, più che il mio risultato, che comunque mi sembra, più che onorevole, la vera novità del voto a Genova sta qui». Ma è valsa la pena - la doman¬ da sgorga spontanea - rompere con i partiti del centrosinistra? Oggi Sansa, come Bassolino, Rutelli o Cacciari, potrebbe essere rieletto al primo turno. «Non mi interessa questo tipo di risultato. Se avessi voluto restare sindaco a tutti i costi, avrei accettato tutti i compromessi con i partiti dell'Ulivo e del centrosinistra. Trovo invece che è molto difficile oggi parlare di federalismo e di maggiori autonomie locali. Il fatto che esistano a livello locale gli stessi partiti nazionali e che solo attraverso questo cordone ombelicale localenazionale è possibile ottenere e gestire il consenso, fa pensare. I partiti, resi così più forti, saranno sempre più recalcitranti a concedere il federalismo. Questi mi sembrano gli stimoli per nuove battaglie ideali». Lei dice dunque che Bassolino, Cacciari, Rutelli hanno piegato il capo... «Questo non lo so - risponde Sansa - perchè non sono addentro ai misteri delle altre città. Credo piuttosto che nelle loro città il pds sia molto meno forte che a Genova. E a Genova il pds è in mano a funzionari particolarmente burocrati». Che cosa teme allora? «In pochi mesi una nuova ammnistrazione può distruggere tutto quello è stato costruito». Pensa che Beppe Pericu sarà un cattivo sindaco e che «tradirà» il principio della buona amministrazione e della trasparenza degli atti? «Francamente non lo so.In campagna elettorale le sue afferma¬ zioni sono state sempre molto generiche. Non so che cosa farà e come si comporterà». E Adriano sansa che cosa farà dopo il 1° dicembre? «Quello che ho sempre detto: tornerò alla magistratura. Cerco un posto vicino a Genova adeguato al mio grado (presidente di sezione di Cassazione). Savona e Chiavari non hanno possibilità. Penso ad Alessandria, a Tortona forse. C'è libero il posto del procuratore Cuva...». Sansa dunque non metterà piede in Consiglio Comunale, lasciando, come era prevedibile, il posto a qualcuno dei suoi. Ma per il ballottaggio come si comporteranno quelli della Usta «Noi per Sansa»? Saranno lasciati liberi? Sansa ha un lampo ironico: «Noi siamo liberi e non abbiamo bisogno di lasciare libero nessuno. E' una formula che va bene per i partiti tradizionali. Credo che ciascuno si comporterà secondo coscienza. Non daremo indicazioni». Ma lei personalmente voterà per Pericu o per uno dei candidati della destra, magari per Eva, se sarà finalista, che è di Pola, come lei? «Il voto è segreto. Se lo dicessi sarebbe una indicazione. Comunque, la mia esperienza è chiusa. E' un episodio della vita che riprende». Ricordiamo Dante, quello della «lettera all'amico fiorentino» che termina con la frase: «Non mi mancherà certamente il pane». Paolo Lingua «Tornerò a fare il magistrato Ad Alessandria c'è il posto di Cuva» Giuseppe Pericu, candidato dell'Ulivo. A sinistra, Claudio Eva, candidato sindaco per il Polo