CASALEGNO TRA DUE GENERAZIONI di Carlo Casalegno

CASALEGNO VENT'ANNIDOPO CASALEGNO TRA DUE GENERAZIONI Vi ENT'ANNI fa la vicenda tragica e assurda di Carlo Casalegno - punito con la morte dalle Brigate rosse solo per via della libertà con cui esprimeva su La Stampa le sue idee - avviò un ripensamento decisivo dentro al movimento giovanile studentesco e operaio nato nel Sessantotto. Molti dei suoi militanti potrebbero testimoniare come il delitto Casalegno abbia contrassegnato di fatto il loro passaggio all'età adulta: nel senso che li indusse a un'assunzione di responsabilità personale diretta nella lotta contro una cultura violenta e una pratica armata di matrice comunista, con le quali fino ad allora si era ritenuto possibile quanto meno coabitare. Oggi quei militanti in larga misura riconoscerebbero come su alcuni temi fondamentali, quali il rispetto delle regole democratiche, della libertà di pensiero e della libertà economica, Casalegno aveva ragione e loro avevano torto. Ma questo è venuto dopo. In quel novembre del '77 - l'anno della rivolta dei «non garantiti», della rottura definitiva tra movimento e sinistra ufficiale, degli Autonomi armati e mascherati in testa ai cortei - quella morte così ingiusta obbligò intanto a riflettere attorno al valore elementare della vita umana, il cui primato assoluto non veniva dato affatto per scontato. Era una società incattivita? Sì, lo era, né possiamo qui esaminare il concorso di responsabilità politiche, sociali e culturali che portarono l'Italica quei livelli di esasperata cotì; lità. Era costume diffido oltre il movimento - non dimentichiamocelo - rivendicare la propria indifferenza di fronte alla morte di un avversario politico. La stessa presa di distanze dalla scelta omicida della lotta armata si era manifestata fin lì per lo più come critica solo politica, cioè in termini di mera convenienza: l'inconciliabilità tra aspirazione alla giustizia sociale e ricorso all'eliminazione violenta degli avversari, fu posta come questione di principio solo allora. Se l'attentato al vicediretto- Gad Lerner CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA ìttuaben

Persone citate: Casalegno, Gad Lerner