«Partigiani» i ricordi diventano un film

FESTIVAL FESTIVAL CINEMA GIOVANI «Partigiani»: i ricordi diventano un film Nella sezione «Proposte», domenica 16 alle 18,30 al cinema Centrale viene presentato il film «Partigiani» di Guido Chiesa, Davide Ferrano, Antonio Leotti, Marco Puccioni, Daniele Vicari. Al termine, incontro con gli autori. Replica sabato 22 alle 14 sempre al Centrale. I aspettavo qualcosa di più...», dice rivolto all'occhio elettronico che lo sta filmando un signore con i capelli imbiancati dal tempo, a più di mezzo secolo dal giorno in cui, poco più tardi dell'8 settembre del 1943, scelse di ribellarsi, diventando un partigiano. Nell'atto di pronunciare quella frase, l'anziano ex combattente sorride e si stringe un poco nelle spalle, come rendendosi conto in quel momento di avere almeno in parte - quando era appena più che un ragazzo - quasi soltanto sognato. Aperto da un corto in bianco e nero, ricostruzione di un episodio di quel conflitto fratricida nella quale Giuseppe Cederna interpreta Antenore Moncardi, ucciso sul ciglio di una strada di campagna segnata oggi da una piccola lapide di pietra, PARTIGIANI è stato sceneggiato a più mani da Guido Chiesa, Davide Ferrarlo, Antonio Leotti, Marco Puccioni e Andrea Vicari, e nasce come figlio più che legittimo da MATERIALE RESISTENTE, la cronaca su pellicola (e non solo) del concerto organizzato a Correg- fio il 25 aprile 1995 dal Consorzio Prouttori Indipendenti in collaborazione con la locale amministrazione. In quella data il meglio del rock italiano riunì in mezzo a un prato oltre seimila persone, in un happening transgenerazionale che vide il cosiddetto «pubblico dei concerti» festeggiare e ricordare insieme ai protagonisti della guerra di Liberazione - a cinquantanni esatti dalla caduta del regime di Salò e dalla fine dell'occupazione nazista - la Resistenza. Poco dopo, in occasione della prima di quel film, i partigiani chiesero agli autori di girarne un altro, nel quale i sopravvissuti potessero raccontare con le loro parole ciò che avevano fatto e visto in quegli anni, e che cosa ne era rimasto. Risultato: un'ora fitta di testimonianze, montate con lo stile veloce e frammentario che contraddistingueva già l'opera precedente, e suddivise in «capitoli» dedicati alle varie fasi dell'esperienza di lotta antifascista, dalla scelta del nome di battaglia - accanto a un Tito di chiara matrice jugoslava e a una Rossella di evidente derivazione hollywoodiana c'è anche un Athos preso in prestito da Dumas e un Nino scelto per sbaglio: «Me l'ero messo convinto che uno dei sette fratelli Cervi si chiamasse così. E invece no» - ai periodi trascórsi nelle case di latitanza - una oggi ospita immigrati -, dalle torture subite a Villa Cucchi - «Son tornata a casa attraverso i campi con l'uva matura e il cielo sembrava chissà dove, come se fosse tutto capovolto», dice una donna interrogata con l'uso dell'elettricità -, all'amarezza provata constatando l'esito dei processi ai torturatori nel 1948, con l'ex comandante di piazza repubbhchino condannato a 15 anni ma destinato a scontarne appena tre, grazie all'amnistia di Togliatti. In coda, il confronto con la generazione dei figli e dei nipoti, generalmente insofferenti verso i riti e la retorica della Resistenza, e il rimpianto di chi conserva la memoria di quanto è stato per non averla saputa trasmettere. Almeno fino alla realizzazione di questo film. Giuseppe Culicchia Nella foto, uria scena di «Partigiani» di Chiesa, Ferrario, Leotti, Puccioni, Vicari collaborazione di IMCINE Instituto Mexicano de Cinematografia, della Cineteca Nacional, della Filmoteca de la U.N.A.M. e dell'International Thessaloniki Film Festival. L'Omaggio a Giulio Questi è co-organizzarto in collaborazione con la Cinetena Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Gli Incontri Holden con gli autori sono organizzati dalla Scuola Holden di Torino in collaborazione con il Festival Internazionale Cinema Giovani. Le presentazioni dei libri di cinema sono organizzate in collaborazione con la Cattedra di Storia e Critica del Cinema del Dams di Torino e Radio Flash 97.6 Il Palafestival è una struttura realizzata in collaborazione con l'Assessorato per la Cultura e l'Assessorato all'Ambiente della Città di Torino. Progetto a cura degli architetti Cristina Menegozzo e Valentina Donato con la collaborazione di Francesco Donato, realizzazione Carlotta Battistoni per Centro Noleggio Mobili. I CURATORI Direttore Alberto Barbera Concorso Cortometraggi e Spazio Italia Stefano Della Casa Retrospettiva «Le età d'oro del Cinema Messicano 1933-1960» Andrea Martini, Nuria Vidal Omaggio a Robert Kramer Roberto Turigiiatto Primo Piano: Arturo Ripstein Andrea Martini, Nuria Vidal Programma speciale Americana Giulia D'Agnolo Vallan Consulente alla selezione Alexander Horwath Collaboratori alla selezione Umberto Mosca Nicola Dondolino JULES ET JIM Per i cinefili non solo italiani, forse, è uno degli appuntamenti più importanti di Cinema Giovani. Al primo piano del cinema Massimo, infatti, come tutti gli anni funzionerà lo spazio di Luis Paratella, titolare del negozio Jules et Jim nonché uno dei più famosi collezionisti italiani di oggetti cinematografici. Con la sua verve unica, Paratella si sta preparando a esporre libri rari, fotografie che si credevano perdute e soprattutto (è il suo piatto forte) la sua straordinaria collezione di manifesti, per la quale collezionisti di tutto il mondo si tengono in contatto con lui. Paratella ha già annunciato che, a dominare la sua esposizione, saranno il manifesto originale di «La morte ha fatto l'uovo» (il capolavoro di Giulio* Questi, regista omaggiato dal Festival proprio con quel film) e materiali sul grande Marcello Mastroianni. E, a chi si avvicinerà alla sua esposizione, Paratella racconterà i molti incredibih episodi che lo hanno visto protagonista (chiedetegli, ad esempio, di quella volta che ha abbracciato Charlie Chaplin...).

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