Lungometraggi per discutere

Lungometraggi per discutere Lungometraggi per discutere CHISSÀ' se anche quest'anno, come è avvenuto nelle ultime edizioni, sarà il cinema dell'Estremo Oriente a far man bassa dei premi di Cinema Giovani? Quest'anno, oltretutto, il riconoscimento è ancora più invogliarne visto il consistente incremento di valore dei premi stessi. E il film cinese «Chengshi aiqing» («Amore in città») ha sulla carta un grande interesse, visto che racconta due storie d'amore parallele che, attraverso il tempo, ripercorrono i fatti più importanti della vita politica cinese, dalla vittòria dell'Armata Rossa alla Rivoluzione Culturale fino all'attuale modernizzazione condotta a tappe forzate. Dal Giappone arriva invece «Tsumetai chi» («Un'ossessione»), poliziesco che è incentrato sul rapporto tra un poliziotto cui è stata rubata una pistola e un aspirante suicida che si è impossessato dell'arma. Lo sguardo sul cinema dei Paesi emergenti è completato dal film iraniano «Mosafere jonub» («Il viaggiatore del Sud»), che con toni alla Kiarostami racconta un viaggio che è anche una scoperta della vita, e il film turco «Taboutta rouasata» («Capriola in una bara»), la storia in chiave neorealista di un uomo che vive in uno dei quartieri più poveri di Istanbul. Ma a Cinema Giovani anche il cinema che viene dai Paesi più ricchi e dalle cinematografie più consolidate è stato scelto con il criterio di raccontare quanto di nuovo avviene in quei Paesi. «Torino Boys», il film italiano in concorso diretto dai fratelli Marco e Antonio Manetti, è infatti interpretato interamente da extracomunitari, e per la precisione da esponenti della comunità nigeriana di Roma alle prese con la visita (da alcuni voluta, da altri temuta) dei loro connazionali che vengono da Torino: ed è curioso constatare come i ragazzi di Torino del titolo abbiano tutti la pelle scura e parlino una lingua approssimativa. Quanto ai due film che arrivano dagli Stati Uniti, «Clockwatchers» ha i toni della commedia nel raccontare i sogni per il futu¬ ro di quattro giovani donne che si trovano a lavorare insieme, mentre «Gravesend» racconta invece la storia di quattro ragazzi che vivono nel quartiere italiano di Brooklin e in un sabato sera si trovano di fronte a un fatto imprevisto destinato a modificare il loro rapporto con la vita (Oliver Stone si è fatto sostenitore di questo film à bassissimo budget). Anche dalla Russia arriva un film destinato a far discutere, «Brat» («Fratello»). Racconta una società in dissolvimento e le conseguenze che una situazione di questo tipo comporta anche a San Pietroburgo, dove ritorna un giovane (interpretato da Sergei Bodrov jr, figlio del regista di «Il prigioniero del Caucaso») dopo aver adempiuto agli obblighi del servizio militare. Sradicato e sottoposto a mille problemi è anche un altro giovane, uscito di galera e alla ricerca disperata di un lavoro, nel film irlandese «I Went Down»; e tutto sommato non se la cavano nemmeno molto bene gli adolescenti che sono protagonisti del film canadese «Kitchen Party». Sospeso invece tra i toni della commedia e quelli del dramma è «Road to Nhill», film australiano che racconta la paradossale vicenda di dodici donne che tornano a casa dopo aver giocato a bowling, con una delle macchine che però non farà ritorno. Come si vede, a una rappresentatività territoriale molto vasta corrisponde anche un diverso tipi d'approccio, una pluralità di linguaggi, di situazioni e di interpretazioni. Un concorso, quindi, che restituisce un mondo come quello giovanile, estremamente frammentato e contraddittorio, ma proprio per questo ancora più interessante nell'ottica di un'inchiesta che non ha tabù formali e ideologici, che intende ogni anno fornire quanto di più innovativo e di più interessante viene prodotto come nuovo cinema ai quattro angoli del mondo. E' stata questa ricerca che ha consentito a Cinema Giovani di diventare una vetrina capace di imporre ogni anno qualche nuovo autore sulla scena internazionale. E si possono quindi aprire le scommesse su chi sarà quest'anno capace di inserirsi sulla scia delle scoperte degli anni scorsi (proviamo a indicare qualche nome in ordine sparso: Jane Campion, Chen Kaige, Ho Hsiao Hsien, Takeshi Kitano, Mimmo Calopresti...). Stefano Dèlia Casa DOVE, QUANDO, COME: UNA BREVE GUIDA AL FESTIVAL La quindicesima edizione del Festival Internazionale Cinema Giovani si svolge dal 14 al 23 novembre in tre locali cittadini: la multisala Massimo (via Montebello 8), il Centrale d'Essai (via Carlo Alberto 27) e, il Romano (piazza Castello 9, in Galleria Subalpina). Fitto di appuntamenti il cartellone, proiezioni quotidiane a partire dalle ore 9 del mattino sino a oltre la mezzanotte. Immutato, rispetto allo scorso anno, il prezzo dei biglietti d'ingresso: 11 mila lire (ridotti per i soci Aiace a 8 mila lire). Anche in questa edizione è previsto il Pass «9-19» che dà diritto al libero accesso a tutte le proiezioni comprese fra le ore 9 le ore 19, compatibilmente con i posti disponibili. Per tutti gli spettacoli serali, a partire dalle ore 20, è in funzione il normale servizio di biglietteria: ciascun biglietto singolo consente di assistere ad un unico spettacolo, al termine del quale tutti gli spettatori devono lasciare la sala. Alla cassa del Massimo sono inoltre in vendita a 80 mila lire gli abbonamenti validi sino a domenica 23 novembre; anche in questo caso sono previste riduzioni a 60 mila lire per gli associati all'Aiace. I tre cinema sede delle proiezioni si trovano in centro: 13, 15, 55, 56 e 61 i tram e pullman con le fermate più vicine. li ff pGli uffici nel periodo del Festival si trovano al Palafestival allestito in via Verdi angolo via Montebello (a fianco del Massimo). Il numero di telefono da comporre per eventuali informazioni è il seguente: 812.61.52. Anche lo scorso anno Cinema Giovani si è rivelato un successo di pubblico (circa 50 mila le presenze fatte registrare nei dieci giorni di proiezione, numerosi gli spettatori e gli addetti ai lavori provenienti dal resto dell'Italia e da altri Paesi internazionali) e di critica con ampio spazio dedicato alla manifestazione da parte di giornali italiani e internazionali e di numerose reti televisive. Queste sedici pagine di TorinoSette si propongono come una guida al Festival e prevedono, oltre al programma completo, interventi critici e presentazioni delle varie sezioni su cui si articola la ricca rassegna '97. [d. ca.J

Persone citate: Antonio Manetti, Chen Kaige, Hsiao, Jane Campion, Kiarostami, Mimmo Calopresti, Oliver Stone, Pass, Sergei Bodrov, Takeshi Kitano