Il debutto di Foglietta
A Yale li debutto di foglietta «Ho tifato per l'Italia in tv ROMA. Sa come conquistarsi subito le simpatie degli italiani, mister Thomas Foglietta, neoambasciatore americano a Roma. Infatti, appena arrivato a Fiumicino ieri mattina, ha esclamato, arrischiando un pronostico in barba alla cabala: «Stasera me ne resto a casa per vedere la partita di calcio e la vittoria dell'Italia». Ma dopo essersi dimostrato sagace interprete degli umori popolari, questo americano di origini molisane nato 69 anni fa a Filadelfia è atteso da un compito delicato nelle sue funzioni diplomatiche. Perché le relazioni tra Casa Bianca e Roma, al di là delle rassicurazioni ufficiali, attraversano un momento di difficoltà determinato anzitutto dall'atteggiamento americano sulla riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Perché sul tavolo, all'Onu, c'è la proposta americana che nei fatti penalizza le ambizioni italiane, sacrificate a beneficio di Germania e Giappone. Un secondo punto di frizione con l'amministrazione Clinton riguarda i rapporti verso alcuni Paesi (Libia, Iraq, Cuba e Iran) considerati da Washington come pericolosi ispiratori o «santuari» del terrorismo inernazionale. E con i quali viceversa, l'Italia come anche altri partner europei, intende allentare la morsa per potenziare i rapporti economici. In¬ somma, per dissipare questi «malintesi» ci sarà molta tela da tessere per questo avvocato che sbandiera volentieri le sue origini italiane con un linguaggio dal marcato accento molisano. Naturalmente, nelle prime dichiarazioni all'aeroporto di Foglietta non c'è traccia alcuna di queste preoccupazioni. Prima di essere inghiottito dalla limousine blindata protetta dal corteo di «Ford Taurus» dell'ambasciata americana, Foglietta si è limitato a leggere una breve dichiarazione rassicurante e assolutamente generica: «Finalmente sono arrivato (la sua nomina risale al 5 settembre, ndr). Di tutti i miei viaggi in Italia, questo è il più bello». E poi la scontata affermazione dell'interesse «personale» del presidente Clinton per l'Italia e «l'impegno a favore della collaborazio¬ ne reciproca». Il neo-ambasciatore ha voluto ricordare che Clinton aveva visitato la prima volta l'Italia da studente negli Anni 60, «proprio quando anch'io facevo il mio primo viaggio qui. Sono quindi più di 30 anni che seguiamo le vicende italiane. Arrivo in un momento molto interessante, si stanno verificando molti cambianenti in Italia e in tutto il continente», con trasparente riferimento al consolidamento dell'Unione europea. E infine un esplicito cenno alla «sicurezza nel Mediterraneo», significativo alla luce del deterioramento del processo di pace in Medio Oriente, alla presenza di Paesi «sospetti» come la Libia o afflitti da una grave crisi interna come l'Algeria, senza dimenticare l'area sempre delicatissima dei Balcani e dell'Albania. Tutte situazioni dove l'Italia riveste un ruolo di primo piano. Resta naturalmente tutto da verificare come il nuovo rappresentante di Clinton saprà sciogliere i «nodi» che si sono ingarbugliati negli ultimi mesi. Dalla sua, Foglietta ha una navigata esperienza da parlamentare (nove legislature e 40 anni di vita politica a tutti i livellil e la sua conoscenza della macchina dell'amministrazione democratica. Si è fatto precedere da lusinghieri apprezzamenti dei nostri leader politici: «Prodi e Dini stanno facendo benissimo», «D'Alema e Berlusconi mantengono stabile l'Italia», seguiti da un giudizio negativo sul secessionismo della Lega. Ma, corj..un orgoglioso accenno alle sue origini molisane, Foglietta ha espresso ammirazione per il suo conterraneo Di Pietro: «Lo stimo molto e in politica farà bene. E' un grand'uomo». Vuole incontrarlo presto, magari quando andrà al paese nativo della madre, Monteroduni, presso Isernia, vicino a Montenero di Bisaccia, patria del neo-senatore del Mugello. Ir. r.] A Roma il nuovo ambasciatore americano «Vorrei conoscere Di Pietro, molisano come me» L'ambasciatore americano Thomas Foglietta
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