Ai funerali di Donato esplode la rabbia
Ai funerali di Donalo esplode la rabbia Ai funerali di Donalo esplode la rabbia «Nessuno sconto agli aguzzini di bambini e ragazzi» UN SEQUESTRO NEL SANGUE T POTENZA RASFORMATE in magistero il vostro dolore: inchinatevi davanti al mistero della morte, e della morte tragica di Donato, ribellatevi alle cattiverie, riscoprite il valore della vita e tutti impegnamoci per un futuro migliore». Ai funerali del sedicenne Donato Cefola nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Barile, mons. Vincenzo Cozzi, vescovo di Melfi e Venosa, invita ala riflessione. Il rito si è svolto in un clima di commozione. La bara bianca nella quale è stata composta la salma era stata portata in chiesa a spalla, poco prima di mezzogiorno, da un gruppo di amici del ragazzo, mentre la folla faceva ala al passaggio del feretro. Sulla bara erano stati deposti un cuscino di fiori bianchi, con la scritta «Mamma, papà e Assunta», e un ed che Donato aveva prestato alcuni giorni prima di morire a una compagna di classe e che la ragazza ha voluto restituirgli. A un banco in prima fila hanno preso posto padre, madre e sorella di Donato. La compostezza è stata vinta solo alla fine, dai pianti. E' accaduto quando ha preso la parola un amico di Donato Cefola. Il ragazzo, dall'altare, ha promesso che tutti gli amici ricorderanno sempre Donato come se fosse ancora vivo. «Perciò - ha detto Giuseppe - caro Donato non ti dico addio ma ti dico: ciao Donato, ci vediamo domani sera alla panchina», facendo riferimento al luogo di ritrovo dei. ragazzi. Nella chiesa, gremita in ogni posto, vi è stato un applauso, e si sono visti tanti ragazzi piangere e abbracciarsi. Anche i genitori di Donato si sono abbracciati e hanno stretto a loro la figlia Assunta. All'uscita è stato un coro unanime: chiede pene esemplari per chi si macchia di delitti contro bambini e ragazzi. Le notizie che si sono succedute durante la giornata sulla tragica sorte di Silvestro Delle Cave non hanno fatto che rendere più oppressa l'atmosfera. I ragazzi di Barile si sfogano. «Forse noi giovani siamo alla ricerca di qualcosa che è più grande di noi - dice Antonio - ma certo in questi giorni abbiamo scoperto di non essere protetti, questa società non presta ai bambini e ai ragazzi l'attenzione dovuta». Gli amici di Cefola ieri, prima della cerimonia, avevano fatto affiggere in paese una «lettera» al ragazzo scomparso. «Caro Donato - è scritto nel manifesto - sei scomparso brutalmente, la tua giovane vita è stata spezzata da persone che hanno tradito la tua fiducia, la fiducia di un ragazzo semplice e leale, la cui maggiore virtù era quella di farsi apprezzare da tutti. La tua presenza ha vivacizzato le nostre giornate, ora tra noi c'è un posto vuoto, il posto che rimarrà sempre il tuo». Sul fronte delle indagini il gip di Melfi, Angela D'Amelio, ieri ha convalidato l'arresto di Domenico D'Andrea, 31 anni, e Angelo Volonnino, 26 anni, ritenuti responsabili del sequestro e dell'uccisione di Cefola. Convalidato anche il fermo di Carmela Lamorte, 45 anni, che telefonò a Cefola chiedendogli di incontrarlo, e di Raffaele Larotonda, 25 anni, che sarebbe stato a conoscenza del progetto di sequestro. I carabinieri ritengono che D'Andrea potrebbe aver ideato un mese fa un altro sequestro di persona, non riuscito, ai danni di un commerciante di Rionero in Vulture. D'Andrea si sarebbe nuovamente avvalso della complicità di Carmela Lamorte: la donna avrebbe telefonato alcune volte al commerciante chiedendogli un appuntamento e ottenendolo in una zona periferica di Rionero, dove sarebbe dovuto avvenire ù sequestro. L'uomo però si presentò in compagnia di altre persone, e il piano venne accantonato. D'Andrea avrebbe contratto con lui un debito di alcuni milioni. [e. s.] Potenza: la banda che ha rapito il sedicenne aveva tentato prima il sequestro di un commerciante
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