NESSUNA INDULGENZA PER L'ORRORE

NESSUNA INDULGENZA PER L'ORRORE NESSUNA INDULGENZA PER L'ORRORE IN due giorni, due storie chiuse, consumate, da mettere agli atti dell'orrore quotidiano. Mentre si svolgevano i funerali dell'adolescente assassinato in Basilicata a fini di estorsione, abbiamo saputo che Silvestro, il bambino di 9 anni sparito nel Napoletano, è stato anche lui ammazzato. A furia di percosse, da almeno due pedofìli. Qui e là gli assassini erano conoscenti, amici di paese e della porta accanto. Da tempo approfittavano di Silvestro. E già questo la dice lunga sulla degradazione e dissoluzione di un tessuto sociale, tra positiva violenza e vischiosa omertà. Mette angoscia e ribrezzo riflettere e parlare di queste storie. Un conto è trattarne in termini generali, sul filo di vergognose statistiche, di una disincantata conoscenza del mondo; altro calarsi nei particolari di una vicenda vicina nel tempo e nello spazio, prendere confidenza in qualche modo con le vittime: ad esempio, con il viso bruno, precocemente sveglio, di Silvestro, come accade a certi ragazzi del Sud chiamati a misurarsi anzitempo con le asprezze del vivere, appena un'ombra, non di corruzione, ma di malinconia, negli occhi fondi. Il modo e il perché della sua morte ci portano a credere, più che davanti ad altri delitti, a colpe senza remissione, ci sprofondano verticalmente nel «mysterium iniquitatis». Perché il delitto contro la persona viene compiuto contro chi è portatore di una estrema inermità, che si somma a un illimitato potenziale di speranza e di futuro. Perché nell'offesa atroce a un bambino si corrompe e si uccide anche il bozzolo dell'uomo che è in lui. Ci sarebbe da disperarsi, e nulla più, se non fosse che altri v Lorenzo Mondo CONTINUAI PAG. 5 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Lorenzo Mondo, Mette, Napoletano

Luoghi citati: Basilicata