Rientrati a Teheran gli ambasciatori Ue
Rientrati a Teheran gli ambasciatori Ile IRAN Dopo sette mesi dal processo «Mykonos» Rientrati a Teheran gli ambasciatori Ile TEHERAN. Quasi tutti gli ambasciatori dei Paesi membri dell'Unione europea sono rientrati ieri a Teheran, 7 mesi dopo la crisi diplomatica innescata dal processo «Mykonos» in Germania. I diplomatici sono arrivati con un volo «Swissair», trovando ad attenderli uno stuolo di auto blu ma neppure un rappresentante del governo iraniano. Mancavano soltanto i rappresentanti di Germania, Francia e Portogallo. Se per quest'ultimo l'assenza si spiega con precedenti impegni che lo hanno costretto a rinviare il viaggio, nel caso del tedesco e del francese si tratta di un sottile stratagemma escogitato per sbloccare la situazione. Inizialmente l'Iran pretendeva che l'ambasciatore della Germania arrivasse da solo e per ultimo: una sorta di ritorsione per le accuse di connivenza mosse agli ayatollah dalla magistratura tedesca, con il velato appoggio dell'esecutivo, a proposito dell'uc¬ cisione di oppositori curdi nel ristorante «Mykonos» a Berlino per mano di sicari iraniani e libanesi; il regime islamico era indicato come mandante. Alla fine è stato concordato di far rientrare a Teheran l'emissario tedesco dopo gli altri: non da solo, però, bensì in compagnia del pari grado francese, così da sfumarne la particolare posizione. Per arrivare a questo compromesso sono state necessarie trattative supplementari. Al suo arrivo a Teheran, l'ambasciatore italiano Ludovico Ortona ha sottolineato che «l'Italia ha sempre proseguito il dialogo con l'Iran e ha dato un contributo determinante alla soluzione della crisi». Il disgelo nelle relazioni diplomatiche tra Unione europea ed Iran è interpretato in autorevoli ambienti del Congresso Usa come «un altro passo dei Quindici per incrementare i rapporti economici con Teheran». [Agi] \ il Il gruppo degli ambasciatori dei Paesi membri dell'Unione europea rientrati in Iran, fotografati sul pullman che li porta nella capitale
Persone citate: Ludovico Ortona
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