Il libro che fa tremare Chubais

Il delfino di Eltsin sotto accusa con altri 4 esponenti del governo. Dice: è tutto regolare Il delfino di Eltsin sotto accusa con altri 4 esponenti del governo. Dice: è tutto regolare Il libro die fa tremare Chubais Compenso per la sua firma: 150 milioni MOSCA NOSTRO SERVIZIO Un nuovo scandalo sta facendo tremare le poltrone a Mosca. Stavolta la miccia è stata accesa da un libro che non è nemmeno ancora uscito, ma che sta già scatenando una sorta di mini «Mani pulite» diretta contro la più potente fazione al potere in Russia, quella del primo vicepremier Anatolij Chubais, considerata fino a ieri invulnerabile. Lo scandalo non consiste nel contenuto del libro, ma nella modalità del pagamento dei suoi autori. Il libro in questione porta il serissimo titolo di «Storia della privatizzazione russa» e conta tra i suoi autori firme illustri: lo stesso Chubais, padre della privatizzazione eltsiniana, l'attuale ministro per la proprietà Maxim Boiko e quello precedente Alfred Kokh e altri due alti funzionari, Piotr Mostovoj e Alexandr Kazakov. Nulla di strano se la squadra dei «giovani riformatori» ha deciso di mettere per iscritto la propria esperienza. Se non fosse per il fatto che ciascuno dei cinque autori riceverà come onorario - per un libro di appena 200 pagine - la bella somma di 90 mila dollari (che corrispondono a poco più di 150 milioni di lire). La notizia di questo «affare» editoriale è stata tirata fuori da Alexandr Minkin, un giornalista che ha già fatto licenziare Alfred Kokh per una faccenda analoga: un'altra monografia sulla privatizzazione russa per la quale un'ignota (o forse addirittura inesistente) casa editrice svizzera ha pagato l'ex ministro 100 mila dollari. In entrambi i casi dietro a questi favolosi contratti editoriali c'era la più potente banca privata russa, la «Oneximbank», apertamente protetta da Chubais e soci. Le rivelazioni di Minkin sono immediatamente rimbalzate alla Duma e di là al Cremlino. Giovedì pomeriggio, mentre i deputati votavano per chiedere alla Procura russa di procedere e Chubais si difendeva dicendo che non c'è nulla di male a scrivere libri e farsi pagare, il premier Viktor Cernomyrdin - contro il quale i «giovani riformatori» conducono da mesi una guerra silen¬ ziosa - si precipitava da Boris Eltsin e gli raccontava tutto. La prima vittima è caduta a sorpresa ieri mattina: Alexandr Kazakov, primo vice capo dell'amministrazione presidenziale e uno degli autori del libro. Fonti del Cremlino hanno fatto sapere che la sua probabilmente non sarà l'unica testa a cadere. E Anatolij Chubais, fino al giorno prima spavaldo e sicuro di sé, ha ammesso a capo chino che l'onorario per il suo lavoro di scrittore è in effetti «esagerato» e che lui è pronto ad accettare «qualsiasi» verdetto del presidente in merito. Un colpo a sorpresa - il più grave fino ad ora - per l'apparentemente invulnerabile e onnipotente Chubais, che solo la scorsa settimana aveva ottenuto da Eltsin la testa del suo avversario Boris Berezovskij, ex vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo e uomo di punta del clan politico-finanziario ostile al padre della privatizzazione. Ma la vendetta di Berezovskij e di Cernomyrdin, suo protettore e alleato, non si è fatta attendere. Ormai è palese infatti che l'attacco contro Chubais è stato orchestrato dal premier. E ieri Cernomyrdin per la prima volta è sceso apertamente in campo contro il suo vice, promettendo un'«indagine approfondita»: «Ai ministri non è proibito scrivere libri e farsi pagare, ma entro limiti ragionevoli», ha commentato. Ieri la Procura russa ha già compiuto una perquisizione negli uffici del Fondo per il sostegno alla privatizzazione, patrocinato da Chubais e coinvolto nella pubblicazione del suo libro. E, già che c'erano, gli inquirenti hanno fatto anche una visita alla «Montes Auri», una società ambigua che gestisce le finanze del primo vicepremier. Anna Zaf esova Il primo vicepremier Anatolij Chubais (nella foto) ha raccontato la privatizzazione eltsiniana assieme all'attuale ministro per la proprietà Maxim Boiko, quello precedente Alfred Kokh e due funzionari, Piotr Mostovoj e Alexandr Kazakov

Luoghi citati: Mosca, Russia