II primo scivolone del New labour di Blair di Fabio Galvano
I tory: in cambio del sì alla pubblicità del fumo nelle corse. Ecclestone scrive al Times: calunnie GRAN BRETAGNA I tory: in cambio del sì alla pubblicità del fumo nelle corse. Ecclestone scrive al Times: calunnie II primo scivolone del New labour di Blair Un assegno di tre miliardi dal patron della Formula Uno LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La «luna di miele» è finita; e in queste ore Tony Blair prova sulla propria pelle la frusta del castigo, la stessa con cui aveva tormentato il governo conservatore di John Major. La rosa del New Labour improvvisamente appassisce: per la prima volta dalla trionfale vittoria elettorale del 1° maggio, il suo carismatico leader è alle corde. Dopo mesi di latitanza rispunta sulla scena politica una parola: «sleaze», come dire marciume. La stessa che, a valanga, era stata rovesciata sui Tories. Il marciume sarebbe quello di un governo accusato di avere accettato una donazione elettorale di un milione di sterline (quasi tre miliardi di lire) da Bernie Ecclestone, il «patron» della Formula Uno, e di avere stravolto dopo qualche mese le sue promesse elettorali escludendo il grande circo automobilistico dal divieto di pubblicità delle sigarette. Un rapporto di causa ed effetto? Molti lo sospettano. Giorno dopo giorno le accuse si rincorrono: ieri, per esempio, si è saputo che lo stesso Ecclestone, autore di una lettera al «Times» in cui afferma di non voler riavere i soldi che Blair intende invece restituirgli, aveva avviato dopo le elezioni contatti con il Labour in vista di una seconda donazione che non era poi andata in porto. Vana è stata là difesa di Blair, il quale si è difeso mercoledì ai Comuni affermando che assegno e pubblicità delle sigarette non sono stati collegati in alcun modo: quella sulla Formula Uno è stata, ha detto, «la decisione giusta per i motivi giusti». Ma le sue parole erano state sommerse dalle risate dell'opposizione. «Un governo nello scompiglio e nel caos», aveva tranciato il leader conservatore William Hague, facendo peraltro rimpiangere la dialettica di Major e ancor più di Maggie Thatcher: questa, ha detto, è «un'altra promessa disattesa», da affiancare a quelle di Blair su pensioni, tasse uni- versitarie, sussidi invernali agli anziani. I temi, insomma, sui quali gli inglesi cominciano a interrogarsi su questo leader forse senza paura ma non più senza macchia, come testimoniano il misterioso suicidio di un deputato scozzese, a quanto pare perseguitato dagli stessi colleghi di partito; la sospensione di altri due deputati accusati di corruzione; lo scioglimento di alcune autorità locali - laboriste sui cui libri i conti non tornavano. Più un generico malumore del pubblico, ora che Blair ha detto sì - anche se in tempi lunghi - alla moneta unica europea. Nella lettera di ieri al «Times» Ecclestone ha respinto in modo categorico le accuse di avere finanziato il Labour in cambio di favori: per uno che paga già 75 miliardi di lire l'anno al fisco, ha scritto, è ragionevole e anzi doveroso sostenere una «persona di eccezionali capacità» come Blair, di aiutarlo con quella donazione a modernizzare il partito e guidare «un governo libero e indipendente». Per questo ha definito «grossolana, insolente e irrazionale limitazione» della sua libertà la decisione di Sir Patrick Neil, presidente della Commissione di Vigilanza, di consigliare a Blair la restituzione del gruzzolo. In segno di protesta, ha aggiunto, sta valutando l'opportunità di non incassare l'assegno. Blair ha invece confermato il sacrificio; anche se non sarà facile al New Labour restituire l'ingente somma ricevuta a gennaio, dal momento che è già stata spesa durante la campagna elettorale e al momento, anzi, il partito è gravato da debiti per 4,5 milioni di sterline. Ma anche se Blair riuscirà a restituire l'assegno, e se Ecclestone lo incasserà, il danno è fatto. Ieri Hague ha chiesto che il governo faccia finalmente «un'onesta dichiarazione». «Non abbiamo fatto nulla di riprovevole», si è difeso Blair; ma lo smalto del New Labour è ormai intaccato. Fabio Galvano II premier promette di restituire tutto il denaro A sinistra Bernie Ecclestone Qui accanto, il primo ministro britannico Tony Blair
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra
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