Iraq Clinton si prepara a colpire duro

Baghdad mobilita le masse contro ^aggressione americana» e gioca sulle divisioni dell'Orni Baghdad mobilita le masse contro ^aggressione americana» e gioca sulle divisioni dell'Orni Iraq, Clinton si prepara a colpire duro Navi e aerei verso il Golfo ma la trattativa prosegue WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due portaerei, ventiquattro navi . da guerra, oltre trecento cacciabombardieri: questa volta, se si arriverà alla risposta militare, gli Stati Uniti non si limiteranno a lanciare un paio di missili Tomahawk contro l'Iraq. Il Presidente Bill Clinton ha ordinato ieri un rafforzamento «prudente» ma decisamente robusto della presenza militare americana nel Golfo Persico. La portaerei George Washington andrà ad affiancare la Nimitz, e uno squadrone di bombardieri invisibili Stealth sarà dispiegato nell'area. La Gran Bretagna, unico altro membro permanente del Consiglio di sicurezza che si è finora schierato senza esitazioni dalla parte degli Stati Uniti, ha ordinato alla portaerei Invincible di dirigersi verso il Golfo. E nel frattempo sta spostando una squadra di Harriers per appoggiare un'eventuale azione americana. D'altronde la mancanza di unanimità in seno al Consiglio di Sicurezza è apparsa evidente nella maratona tenuta dai 15. Dopo otto ore, il Consiglio ha emesso una dichiarazione che esprime la condanna di Baghdad in termini duri, ma senza il via libera ad un attacco come chiedeva Washington. Il Presidente ha spiegato ieri che l'escalation militare nel Golfo ha lo scopo di rafforzare l'azione diplomatica dei prossimi giorni: Clinton intende attaccarsi al telefono per concordare con i capi di Stato alleati le prossime mosse. Del resto ci vorrà almeno una settimana perché la George Washington arrivi a destinazione. Un'azione militare, fanno sapere alla Casa Bianca, se dovrà esserci, non sarà immediata (a meno che non venga abbattuto un ricognitore «U2»). Con altrettanta chiarezza il Presidente ha insistito che l'obiettivo complessivo rimane, più che mai, il totale smantellamento dell'arsenale nucleare, chimico e batteriologico di Saddam Hussein. «Quell'arsenale costituisce una minaccia per il mondo. Gli ispettori Onu hanno fatto un lavoro notevole. In sei anni hanno smantellato più armi di distruzione di massa di quante ne furono distrutte durante la Guerra del Golfo. Per questo è assolutamente indispensabile che portino a termine il loro lavoro». Se questo non avverrà, Clinton ha fatto chiaramente capire che un'operazione militare - questa volta assai massiccia - dovrà essere presa seriamente in considerazione. In questo senso, il rafforzamento militare nel Golfo «ci assicura le forze necessarie per qualsiasi contingenza». A Baghdad Saddam Hussein accelera la mobilitazione del Paese. Il tono della propaganda antiamericana e anti-britannica diventa più stridente. E gli «scudi umani» vengono portati a difendere, oltre al Palazzo presidenziale, edifici governativi e siti militari. Il rais continua a perseguire la linea diplomatica che ha adottato sin dall'inizio di questa crisi: fare tutto il possibile per dividere i membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Stati Uniti e Gran Bretagna da una parte e Francia, Russia e Cina dall'altra). Il ministro degli Esteri iracheno Mohammed Saeed al-Sahaf ha esortato U Consiglio a non dare ascolto «alla retorica americana» e ad avviare un dialogo politico con Baghdad. «Sarebbe utile, giusto e logico cominciare a parlare». A Washington nessuno sottovaluta la situazione estremamente difficile in cui Saddam è riuscito a cacciare gli Stati Uniti. Se Clinton, dopo una settimana di telefonate e di forte pressione diplomatica sugli alleati, non convincerà il dittatore iracheno ad abbassare la cresta e a fare marcia indietro - dicono molti osservatori - sarà costretto ad approvare un intervento militare che in realtà vorrebbe evitare, per non fare a pezzi la già fragile coalizione anti-Saddam. Accettare il dialogo con Baghdad come chiede il dittatore iracheno - riconoscono i suoi collaboratori - comporterebbe un costo altissimo per la credibilità internazionale di Clinton. Per non parlare della sua credibilità nel Paese. La cacciata dei sei ispettori americani da Baghdad e l'umiliante traversata del deserto notturna che il dittatore iracheno ha imposto loro ha notevolmente riscaldato lo spirito patriottico in questi giorni. E i repubblicani non esiterebbero un attimo a rinfacciare a Clinton una sua eventuale debolezza, [a. d. r.] Per il Presidente «L'obiettivo rimane la distruzione delle armi batteriologiche» Anche Londra manda una portaerei e una squadra di Sea Harriers LE 4 OPZIONI DEL PENTAGONO MISSILI: è l'ipotesi su cui puntano gli esperti militari. I tomahawk (sei unità della flotta Usa nel golfo tra cui il sottomarino Olympia sono in grado di lanciarli) fono in grado di colpire gli obiettivi militari iracheni con discreta precisione e impunementeRAID AEREI: la base turca di Incirlik potrebbe essere prescelta per colpire. Nelle ullime ore 10 F-15 sono stati posti in stato di massima allerta. Dalla base decolla anche l'Awacs che controlla lo spazio aereo iracheno ATTACCO DAL MARE: con l'arrivo della Washington sale a 275 il numero di bombardieri in grado di colpire l'Iraq e di assicurare una soverchiente superiorità aerea ATTACCO DA TERRA: è l'ipotesi meno credibile. Nella zona sono presenti già 4100 marines e unità di élite ma servono solo per prevenire eventuali colpi a sorpresa del raiss .. WSm LE 4 OPZIONI DEL PENTAGONO MISSILI: è l'ipotesi su cui puntano gli esperti militari. I tomahawk (sei unità della flotta Usa nel golfo tra cui il sottomarino Olympia sono in grado di lanciarli) fono in grado di colpire gli obiettivi militari iracheni con discreta precisione e impunemente RAID AEREI: la base turca di Incirlik potrebbe essere prescelta per colpire. Nelle ullime ore 10 F-15 sono stati posti in stato di massima allerta. Dalla base decolla anche l'Awacs che controlla lo spazio aereo iracheno ATTACCO DAL MARE: con l'arrivo della Washington sale a 275 il numero di bombardieri in grado di colpire l'Iraq e di assicurare una soverchiente superiorità aerea ATTACCO DA TERRA: è l'ipotesi meno credibile. Nella zona sono presenti già 4100 marines e unità di élite ma servono solo per prevenire eventuali colpi a sorpresa del raiss .. La portaerei americana «George Washington». Sotto, gli ispettori americani espulsi da Baghdad circondati da agenti della polizia giordana al loro arrivo nella città di confine Karameh