Ecco il movimento di Centro di Fabio Martini

Ecco il movimento di Centro Ecco il movimento di Centro Un meeting il 18, coordina Capaldo ROMA. Telecamere e giornalisti? Saranno pregati di attendere fuori della porta e per tre ore quei due personaggi così diversi tra loro discuteranno a porte chiuse in una saletta d'albergo la suggestione che li unisce: far nascere un Centro moderato dalle ceneri del Polo. Poi, le porte del «Leonardo da Vinci» si apriranno e all'ora di pranzo un personaggio notissimo - Francesco Cossiga - e un altro dal volto semisconosciuto - il professor Pellegrino Capaldo - risponderanno ai giornalisti. La «sceneggiatura» è già scritta e anche la data non è casuale: l'incontro - salvo colpi di scena o ripensamenti - si terrà infatti martedì 18 novembre, appena 24 ore dopo la probabile sconfitta del Polo in occasione del primo turno delle elezioni amministrative. Una data strategica, scelta dagli organizzatori nella speranza che il convegno possa far riflettere sulla crisi del centro-destra. E anche ieri, al termine di un convegno/storico, Cossiga ha bacchettato uno dei colonnelli di Berlusconi: «Non so cosa Beppe Pisanu sappia delle cose che accadono at¬ torno al Centro, ma ha dimostrato di sapere benissimo le cose che accadono... a suo favore». E ai gesuiti scettici sul Grande Centro, Cossiga ha replicato così: «Il Centro non sono solo cattolici uniti, il Grande Centro è cosa diversa dall'unità dei cattolici». E infatti al meeting a porte chiuse del «Leonardo da Vinci» organizzato da due ex parlamentari de - Bruno Tabacci ed Enzo Carra parteciperanno parlamentari ed ex parlamentari di molti partiti, con la speranza di far lievitare il progetto del Centro moderato, che - come ha spesso spiegato Cossiga - è cosa diversa dal malinteso «partito cossighiano». Il convegno farà segnare un piccolo evento: l'ingresso in politica del professor Pellegrino Capaldo, personaggio conosciutissimo negli ambienti finanziari ed economici, ma sconosciuto al pubblico televisivo. Numero uno della consulenza aziendale in Italia, in buoni rapporti con tutti i grandi imprenditori ma soprattutto con il Vaticano, già presidente della Banca di Roma, Capaldo ha sempre coltivato un feeling con i grandi notàbili democristiani da De Mita ad Andreotti - ma da qualche settimane si è convinto ad entrare in politica in prima persona. Da settembre, nel suo studio monacale di via Parigi, il professore ha covato e limato un documento, scritto assieme allo storico cattolico Giorgio Rumi, un documento letto da personaggi influenti del mondo della finanza, del Vaticano (primo fra tutti il direttore dell'Osservatore Romano Mario Agnes) e che sarà pubblicamente diffuso proprio al convegno del «Leonardo da Vinci». Il documento - che si autodefinisce «una carta di doveri e di diritti» ed è scritto in un italiano ricercato assomiglia molto al programmaquadro di un movimento politico di centro-destra di ispirazione cattolico-solidarista, con spruzzate di liberalismo e pochissimo liberismo. L'incipit è eloquente: «Dopo la caduta del Comunismo (scritto con la maiuscola, ndr.) tutti pensavano che le grandi risorse impegnate per gli armamenti avrebbero alimentato uno sviluppo senza precedenti». E invece no, stanno trionfando i liberisti puri, «l'onere dello Stato so¬ ciale viene ritenuto insopportabile», mentre in Europa Orientale «il libero esercizio delle forme democratiche» si combina «ad ogni sorta di libertinaggio morale ed economico». Le privatizzazioni? «Non più rinviabili», ma attenzione - avverte il professor Capaldo - all'anomalia per la quale «il sistema produttivo italiano, di fatto, non partecipa più ai nuovi centri internazionali di direzionalità economica e politica». Un documento nel quale circolano toni preoccupati, vagamente apocalittici («contrazione delle nascite e mvecchiamento della popolazione, se proseguissero, determinerebbero in pochi decenni la estinzione della gens italica»), ma che indica pure i campi della battaglia politica: «Parità dei sistemi educativi»; nel campo della giustizia «netta distinzione delle funzioni giudicanti e inquirenti»; «eliminazione di ogni forma di automatismo nelle carriere della cosa pubblica»; «piena tutela del risparmio familiare». Fabio Martini L'ex presidente della Banca di Roma ha elaborato il documento base li professor Pellegrino Capaldo

Luoghi citati: Europa Orientale, Italia, Roma