Allarme mafia vertice Caselli-Prodi di Giovanni Bianconi

15 Si teme che la delegittimazione dei magistrati possa favorire una nuova offensiva di Cosa Nostra Allarme mafia, vertice Caselli-Prodi Convocati anche gli 007 ROMA. Il procuratore di Palermo che trascorre mezza mattinata a palazzo Chigi, di questi tempi, non è cosa che passa inosservata. Gian Carlo Caselli è andato prima dal vice-presidente del Consiglio Walter Veltroni, e poi è tornato per incontrare Prodi. L'hanno visto entrare intorno alle 13, e uscire poco prima delle 14: quasi un'ora di colloquio tra il magistrato e il capo del governo che ha messo in agitazione cronisti e commentatori. Perché quella visita inattesa? Che cosa si sono detti Caselli, Veltroni e Prodi? Lo scontro tra il Ros dei carabinieri e la Procura di Palermo non s'è certo esaurito con le notizie e le polemiche dell'altra settimana. Così come non è rientrato l'allarme lanciato dallo stesso Caselli sulla «sistematica campagna di diffamazione e denigrazione del complessivo lavoro dell'ufficio». Sia palazzo Chigi sia fonti della Procura palermitana negano che i colloqui di ieri abbiano avuto per tema l'affaire Siino-De Donno-Lo Forte, ma è difficile credere che quegli avvenimenti non abbiano quanto meno influito sui toni e i sottintesi delle conversazioni. «Ho parlato di problemi di uomini e mezzi per far fronte alla criminalità organizzata», ha spiegato in serata Caselli, cercando di far passare i suoi incontri romani per ordinaria amministrazione. Ma al di là di una formula nella quale può rientrare qualunque cosa, nei colloqui si sarebbe anche parlato del clima che - visto da Palermo - desta preoccupazione tra i magistrati in prima linea, e presenta inquietanti analogie con un passato non troppo lontano. Il paragone che viene ripetuto spesso nei corridoi della Procura di Caselli è con il 1993, quando di fronte ad un governo che non mostrava indulgenze nei confronti di Cosa Nostra, i boss misero in atto una strategia che arrivò fino alle bombe esplose a Roma, Firenze e Milano. Òggi si respira un'aria di attacco e di delegittimazione che potrebbe fàvWire lina nuova, pericolosa offensiva mafiosa di attacco alle istituzioni. Di questo avrebbe discusso Caselli con i rappresentanti del governo, ma non ci sono conferme a collegamenti con la riunione convocata proprio ieri sera da Prodi a Palazzo Chigi con i capi del Sismi, del Sisde e del Cesis, Battello, Stelo e Berardino. Caselli ha incontrato pure il comandante generale dell'Arma Sergio Siracusa, ed è inevitabile pensare che con lui abbia affrontato i problemi degli ultimi giorni. I segnali che arrivano, in questo caso, sono di pace e di collaborazione, dopo gli attriti sfociati con la deposizione a Caltanissetta del capitano De Donno sul procuratore aggiunto Lo Forte. E' plausibile che si cerchino vie d'uscita non traumatiche per i carabinieri e per i magistrati. Un faccia a faccia c'è stato con il ministro della Giustizia Flick, che già oggi potrebbe ricevere il rapporto sui fatti venuti alla luce la scorsa settimana. I temi che il procuratore di Palermo può affrontare con il Guardasigilli sono davvero infiniti; dalla situazione dell'ufficio, alle riforme legislative in discussione: per alcune che i magistrati antimafia vorrebbero approvate subito (come la legge sui processi in video-conferenza), ce ne sono altre che a Palermo non vedono di buon occhio, come la modifica dell'articolo 192 del codice di procedura penale, sulle dichiarazioni incrociate dei pentiti. Dei problemi legati ai collaboratori di giustizia - emersi anche dalle indagini che proprio la Procura di Palermo ha svolto su Balduccio Di Maggio e altri pentiti finiti in carcere - Caselli si sarebbe soffermato con Prodi e Veltroni. Ribadendo l'assoluta necessità dei collaboratori nelle indagini antimafia, mentre il Parlamento sta discutendo una riforma della legge sui pentiti presen- tata dal governo. «Posso escludere categoricamente che si sia parlato di Berlusconi», s'è limitato a dire Veltroni sull'incontro suo e di Prodi col procuratore di Palermo, toccando un tasto verso il quale c'è molta sensibilità nei palazzi della politica. Una precisazione forse non gradita dal leader di Forza Italia, che ha replicato: «Sono lusingato di tanta attenzione, ma non vedo proprio come possa entrare io in vicende tanto lunari, quanto a distanza da me, quali quelle di cui si occupa il dottr Caselli. Non vedo quindi per quale motivo avrebbe dovuto parlare di me con il presidente del Consiglio». Giovanni Bianconi Il procuratore di Palermo «Ho affrontato i problemi di uomini e mezzi per combattere la criminalità organizzata» Incontro anche col comandante generale dell'Arma e con Flick Veltroni: escludo categoricamente che si sia parlato di Berlusconi procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli

Luoghi citati: Caltanissetta, Firenze, Milano, Palermo, Roma