«Dodi, drogato e indebitato»

«Podi, drogalo e indebitate» la tragedia di parigi Il padre indignato: si attacca un uomo che non può più difendersi «Podi, drogalo e indebitate» Vanity Fair demolisce l'amante di Diana NEW YORK. Dodi al-Fayed, l'amico della principessa Diana morto con lei nell'incidente parigino di fine agosto, esce davvero male da un articolo di dieci pagine pubblicato sul numero di dicembre di «Vanity Fair», una rivista americana di mondanità e spettacolo. Il defunto produttore cinematografico anglo-egiziano è dipinto come un tossicomane oberato dai debiti e scialacquatore, per di più ossessionato dalla propria sicurezza personale. Durissima e puntigliosa la replica (indiretta) del padre di Dodi, Mohammed al-Fayed, il discusso magnate che favorì il primo incontro della coppia sul suo panfilo. «Si tratta dello smaccato sfruttamento di un uomo che non è in grado di difendersi», de¬ nuncia un comunicato stampa diffuso dalla direzione di Harrod's, i lussuosi grandi magazzini londinesi proprietà appunto della famiglia al-Fayed. Secondo Nona Sommers, un'amica di Dodi citata nell'articolo, quest'ultimo «era dentro la cocaina fino al collo». Un'altra fonte, non nominata, sostiene che nella suite all'albergo «Waldorf Towers» di New York lo scomparso teneva un chilo della bianca polverina, il «fabbisogno settimanale». Ribatte la nota di Harrod's: «Dodi non ha mai avuto nulla a che fare con la droga. Chi l'ha scritto non è stato capace che di trovare un paio di testimoni per farlo credere. Non è giornalismo degno di questo nome il fatto che un periodico si provi a diffamare Dodi con dichiarazioni così mendaci». Stando all'autore dell'articolo, il produttore viveva molto al di sopra delle possibilità che le 100 mila sterline assegnategli mensilmente dal padre gli avrebbero consentito; perciò sarebbe stato pieno di debiti. «Quando morì non doveva niente a chicchessia», si puntualizza nel comunicato. Quanto alle presunte manie per la sicurezza, nessuna stravaganza: «Prendeva semplicemente precauzioni quando le circostanze lo imponevano». Infine la direzione di Harrod's replica a un'irritante insinuazione: Diana e Dodi si conoscevano da ben sette settimane, e non solo da tre. [Agi]

Persone citate: Fair, Nona Sommers, Towers, Vanity, Vanity Fair, Waldorf

Luoghi citati: New York