Per l'lraq Clinton convoca i generali di Andrea Di Robilant

7 Il Presidente: è una inaccettabile sfida al mondo, reagirò con la massima determinazione Per Plraq Clinton convoca i generali Saddam caccia gli ispettori Usa, a un passo dal blitz WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Saddam Hussein caccia i sei ispettori americani, le Nazioni Unite rispondono ritirando gli altri ispettori e il Consiglio di sicurezza torna a riunirsi in sessione d'emergenza per decidere la risposta successiva alla sfida del dittatore iracheno. La crisi innescata da Saddam il 29 ottobre continua ad aggravarsi. E ieri l'amministrazione Clinton ha nuovamente esaminato le varie opzioni militari. Ma le carte della diplomazia non sono esaurite ed è ancora al Palazzo di vetro, non al Pentagono, che si gioca la partita. All'indomani della blanda ma unanime condanna del Consiglio di sicurezza, Saddam ha risposto come da copione con l'espulsione immediata (in auto, via Giordania) dei sei americani - espulsione che era stata appunto annunciata il 29 ottobre e che aveva aperto la crisi. Il Presidente Clinton ha immediatamente convocato il suo «gabinetto di guerra» alla Casa Bianca. Due ore dopo si è presentato ai giornalisti con un'espressione grave: «La decisione di Saddam è ovviamente inaccettabile. Rappresenta una sfida alla comunità internazionale. Tratterò questa vicenda con la massima determinazione». Ed è tornato a battere su un punto che egli considera chiave in tutta questa vicenda: «Da quando hanno iniziato il loro lavoro gli ispettori dell'Unscom hanno distrutto più armi di distruzione di massa di quante furono distrutte durante la Guerra del Golfo. Dalla ripresa delle loro ispezioni dipende la sicurezza del mondo»? r Pochi minuti dopo, il vice premier iracheno Tareq Aziz si è presentato davanti alla telecamere a New York: «Le minacce degli Stati Uniti non ci fanno paura. E' Clinton che sta aggravando la crisi». In un goffo tentativo di isolare gli americani, Aziz ha aggiunto che una volta cacciati gli ispettori Usa l'Iraq era «pronto a riprendere la, piena collaborazione con l'Unscom». Ma il capo dell'Unscom, Richard Butler, ha spento subito qualsiasi illusione del governo iracheno annunciando il ritiro degli altri ispettori. «La cacciata degli americani da parte di Saddam è illegale e non accetterò la segregazione che egli cerca di imporre. Per questo ho deciso il rientro della missione». A Baghdad rimarrà una piccola squadra di nove ispettori che provvedere al mantenimento delle apparecchiature. Il resto - 72 ispettori - lasceranno Baghdad con un aereo dell'Onu. E Butler ha chiesto che i sei americani espulsi possano ritardare la loro partenza di ventiquattr'ore in modo da partire con i loro colleghi in aereo anziché affrontare di notte il lungo viaggio (circa dodici ore) fino alla capitale giordana, ma la risposta è stata negativa: devono andarsene immediatamente. Paradossalmente, la decisione di Butler, appoggiata da Washington, dà a Saddam Hussein ciò che voleva: l'allontanamento degli ispettori Onu proprio quando sembravano essere molto vicini a scoprire materiale per la fabbricazione di armi chimiche e batteriologiche. L'amministrazione Clinton su questo punto il capo del Pentagono William Cohen è tornato più volte - non crede che Saddam possa mettere insieme armi di distruzione di massa in pochi giorni. Ma è chiaro che se la crisi dovesse impantanarsi per settimane se non addiruttura mesi allora il pericolo sarebbe molto più reale. Per cui il Presidente Clinton e i suoi collaboratori sono arrivati alla conclusione che la cosa più urgente da fare era di riconvocare il Consiglio di sicurezza - si è riunito ieri sera - per proporre agli altri Grandi una nuova risoluzione, che questa volta contenga un linguaggio ultimativo nei confronti di Sad¬ dam e lasci aperta l'ipotesi di un intervento militare. Ma è altrettanto chiaro che se gli altri membri con diritto di veto, e in particolare Francia, Russia e Cina, continueranno ad opporsi a qualsiasi ipotesi di intervento militare l'amministrazione comincerà a prendere in seria considerazione un intervento unilaterale. Andrea di Robilant Esercitazioni con missili Harm sulla Nimitz la portaerei Usa che incrocia nel Golfo Persico Anche Londra ha ordinato a una sua portaerei (la Invincibile) di far rotta verso l'area