« Una città da valorizzare » di Maria Corbi

« « Una città da valorizxare » Melba Ruffo: prendete esempio da Bassolino ROMA. Chi meglio di uno straniero può essere imparziale nel giudicare pregi e difetti della capitale? Ma se si chiede questo bilancio a Melba Ruffo di Calabria, nata e cresciuta al sole dei Caraibi, a Santo Domingo, e diventata «romana» per il suo matrimonio con Fulco dei principi Ruffo, si capisce subito che il giudizio è «accecato» dall'amore. Un colpo di fulmine che dura dal 1989. A Roma Melba ha trovato marito e successo. «Quando sono arrivata a Roma sono stata subito investita dalla sua magia. L'impatto è stato fortissimo, mi sono sentita come un viaggiatore del '700». E ancora: «Voi romani non conoscete la vostra città, un sogno di arte, di cultura, di bellezza». La conduttrice si stupisce dell'indifferenza di chi è nato all'ombra del Colosseo per la storia che trasudano anche le pietre di palazzi e chiese. E vorrebbe dal Comune un programma di «presa di coscienza» per cittadini distratti. Fin qui la città vista da una turista. Ma la Roma di Melba Ruffo parte dal centro, passa nel verde che invade i quartieri residenziali, e arriva anche alle periferie. Quartieri che si sentono da sempre dimenticati, in «seconda fila». «Ci sono capitata, li ho visitati, dice la conduttrice, e capisco il disagio di chi ci vive. Sono solidale con chi ci abita, ma al mio paese periferia significa favelas e allora i vostri quartieri poveri non mi fanno tanta impressione, anzi all'inizio mi sembravano straordinari. Ma capisco che questa è l'ottica di chi si è sempre confrontato con la realtà sudamericana». Non è facile essere imparziali con una città che ha regalato amore e fama, ma tornando dalle atmosfere alla realtà anche Melba Ruffo ammette qualche pecca. «E' un vero peccato che sia così sporca. Un delitto camminare tra cartacce e monumenti imbrattati dalle scritte. Io quando giro per la città e vedo una statua, una scultura o un palazzo "incartato" dalle transenne vorrei che rimanesse sempre così, protetto dai vandali e dai loro stupidi graffiti». «Anche se devo dire - continua - che ultimamente le cose sono un po' cambiate. C'è comunque ancora molto da fare e non è solo compito del sindaco, ma di tutti noi che viviamo la città». Roma caput mundi, ma in molti mettono in dubbio la sua internazionalità. Parigi è ancora lontana. «Vedo Roma come una donna bellissima, spiega Melba Ruffo di Calabria, che gira sporca e trasandata con in tasca le fotografie dei tempi belli. Mentre Parigi è una signora meno bella, ma molto curata, profumata, ben vestita. E allora vorrei dire a Roma, vieni qui guardati allo specchio, pulisciti la faccia, mettiti l'abito bello e usciamo». «Ci vogliono più mostre, più concerti, più spazi dedicati alla moda, maggiori occasioni culturali di livello internazionale». Roma da intenditori, per chi rie¬ sce a scoprirla, a percorrerla, ad amarla anche con i suoi difetti. E nel programma di Melba Ruffo ipotetico «sindaco», oltre al problema pulizia, in cima alla lista ci sarebbe quello della mobilità. «Io giro spesso in autobus e devo dire che è un problema usare i mezzi pubblici. Allora meglio il motorino che permette di essere liberi e di scoprire tutti gli angoli di questa città». «Chi vorrei come sindaco?», Melba Ruffo (questa domenica al suo primo voto amministrativo in Italia) scavalca i candidati romani e dà la sua preferenza al sindaco di Napoli, Bassolino: «E' l'ideale. Basta vedere quello che ha fatto per Napoli, dove ha acceso le lampadine e ha detto: adesso ammirate la vostra città». Maria Corbi La conduttrice televisiva Melba Ruffo