Martini: non escludo la matrice politica di Maurizio Molinari
Martini: non escludo la matrice politica Martini: non escludo la matrice politica ™*f»r ' firn m ì ì. ì ÈM 'Vi L'EX CAPO DEL SBSMI AMMIRAGLIO Fulvio Martini, ex capo del Sismi, chi c'è a suo avviso dietro la bomba ritrovata a Roma? «Mi sento di escludere del tutto l'ipotesi di un tentativo teso a colpire direttamente le persone di Massimo D'Alema o Antonio Di Pietro». Perché lo esclude così categoricamente? «Perché la bomba confezionata era troppo lontana da dove sono passati a piedi Massimo D'Alema e Antonio Di Pietro. Non avrebbe potuto colpirli in alcun modo». Allora cosa voleva dimostrare quell'ordigno esplosivo? «Mi sembra di avere di fronte un'azione tipicamente dimostrativa. Dovuta a qualche esaltato, qualche matto. Non ne mancano di questi tempi». Fra gli inquirenti c'è chi avanza invece il sospetto della matrice politica, magari anarchica... «Credo poco alla matrice politica, tantomeno anarchica. Non mi pare questo il caso». E al complotto? «Nemmeno. C'era troppo poco esplosivo in quell'ordigno: neanche un chilo di esplosivo da cava. Poca roba». Altre piste? «Calendario alla mano, siamo oramai alla vigilia delle elezioni amministrative a Roma, in programma domenica». Allude all'ipotesi di un «botto elettorale»? «Sì, mi pare una versione possibile di quanto è avvenuto a via Ulpiano». Come nel caso del precedente di Palazzo Marino a Milano? «Non del tutto. Fra Milano e Roma vi sono delle differenze. In questo caso, ad esempio, mi pare sia stata adoperata una carica esplosiva meno po tente di quella precedente». Ci può essere un nesso secondo lei fra le due bombe? «Difficile da dire e da dimo strare». Cosa c'è allora dietro questi «botti elettorali»? «Gli scontenti. E sono tanti, mi creda». E chi sono gli scontenti? «Sono di destra, di sinistra, di centro. Difficile dargli un'etichetta politica. A molta gente, assai semplicemente, non piace come stanno andando le cose». Perché mettere l'ordigno vicino al Palazzaccio? «Si tratta di un Tribunale». E allora? «Si vede che qualche esaltato ce l'ha in particolare con la nostra giustizia o con qualcosa che ha a che vedere con gli ambienti della giustizia». Crede che simili episodi potrebbero ripetersi? «Stiamo parlando di singoli individui, imprevedibili. Il problema vero però non sono i matti, responsabili dei bot¬ ti». E allora qual è? «Lo scontento serpeggiante nella popolazione». Cosa intende dire esattamente? «Credo che molti cittadini italiani vorrebbero in questo momento più garanzie dallo Stato, meno insicurezza pubblica. Vorrebbero girare più tranquilli la sera, per strada. Molti posti sono diventati infrequentabili». Allude a un cambiamento radicale? «Diciamo che un esempio può venire da come si è trasformata New York grazie ai provvedimenti adottati dal sindaco Rudolph Giuliani, recentemente rieletto». Un «modello Giuliani» per le metropoli d'Italia? «Esatto. Credo che le misure oramai note come il "modello Giuliani" farebbero bene alle nostre città, al nostro Paese. Rassicurerebbero la gente. Ma non sta naturalmente a me suggerire soluzioni politiche». Maurizio Molinari «Ma dubito che quel "botto" fosse per D'Alema o Di Pietro Però domenica a Roma si vota...» L'ammiraglio Fulvio Martini ex capo del Sismi Il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano
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