«Non me ne vado, resto io il leader»

Berlusconi: l'opposizione è dura, non lascio fino a quando torneremo al governo Berlusconi: l'opposizione è dura, non lascio fino a quando torneremo al governo «Non me ne vado, resto io il leader» II Cavaliere: D'Menna ha fatto come Caligola ROMA. «Voglio arrivare a lasciare una forza politica che funzionerà benissimo senza il fondatore, ma non così presto come qualcuno vorrebbe. Ho forza, voglia e stimoli sufficienti per restare sul campo fino a quando avremo ancora responsabilità di governo». Ospite del «Maurizio Costanzo Show», Silvio Berlusconi difende l'attività di opposizione svolta dal Polo e da Forza Italia, parlando anche dei rapporti all'interno del centrodestra e della sua leadership. E assicura che sbaglia chi vede una sua imminente uscita dall'agone politico. Tanto che qualcuno legge nelle parole del Cavaliere una nuova candidatura per Palazzo Chigi, quasi una marcia indietro rispetto a quanto detto durante l'ultima crisi di governo. «Nessuna marcia indietro, fra due anni vedremo», precisa il Cavaliere. E ricon- ferma che durante la crisi di governo si era detto pronto a correre per Palazzo Chigi solo se il suo avversario fosse stato Massimo D'Alema, leader della coalizione opposta, ma che avrebbe puntato su un altro candidato se l'avversario fosse rimasto Romano Prodi. Su quest'ultimo punto, il leader del centrodestra ha resistito alle sollecitazioni del direttore della Stampa, Carlo Rossella e del Messaggero, Pietro Calabrese e si rifiuta di fare nomi. Dice soltanto che «non è una donna». Tornando alle vicende degli ultimi, giorni, il Cavaliere difende le iniziative dell'opposi- zione. «Io non so più cosa fare - afferma il leader di Forza Italia -, forse dovrei fornirmi di un mitra ed andare a fare opposizione sulle montagne. La storia d'Italia non ha mai conosciuto un'opposizione alternativa alla maggioranza come la nostra: dura, decisa, seria e responsabile, mentre prima di noi c'era un'opposizione consociativa». E mette i puntini sulle «i», a proposito dei rapporti con Massimo D'Alema: «Non ha mai avuto intenzione di farmi mezzo favore». E sulle polemiche seguite alla transazione tra il Giornale diretto da Vittorio Feltri e Antonio Di Pietro alla vigilia delle elezioni nel Mugello? Berlusconi vuol fare la pace con Giuliano Ferrara e assicura che la sua amicizia nei confronti del direttore del Foglio è immutata. «Spero che Giuliano mi telefoni - afferma non ho mai abbandonato un amico nella mia vita e considero Giuliano Ferrara un amico». Tuttavia, il leader di Forza Italia non manda giù «il fatto che Ferrara abbia potuto sospettare che fossi al corrente dell'articolo pubblicato dal Giornale». Aggiunge il Cavaliere: «Per poco non sono svenuto quando ho visto il Giornale di sabato scorso. Quasi sono svenuto quando ho poi letto le due pagine all'interno. Il giorno dopo, invece, non sono proprio riuscito a leggerlo, ma non credo che il loro atteggiamento cambierà. Gli staranno sempre addosso. Quello era solo il regolamento di situazioni scomode». Né Berlusconi vuol sentir parlare di contrasti all'interno del centrodestra. «Il Polo è unito», ripete. E quanto al vertice di domani, spiega che sarà solo una colazione di lavoro per preparare la manifestazione delle 19 a piazza del Popolo. L'assenza dei leader del ccd Pierferdinando Casini e Clemente Mastella, assicura il leader di Forza Italia, non nasce da motivazioni politiche. Il caso-Di Pietro. Candidan- do l'ex pm al Mugello - osserva il Cavaliere -, il segretario del pds D'Alema «ha fatto come Caligola che nominò senatore il suo cavallo. Caligola costruì poi una stalla di marmo e una greppia d'avorio. Staremo a vedere cosa succederà per Di Pietro». Un paragone che non piace a parte del pubblico e non esita a manifestare il suo malumore. Una scena che si ripete anche al termine della registrazione quando il direttore della Stampa, Rossella, chiede al Cavaliere chi butterebbe dalla torre tra lui stesso, Romano Prodi e Antonio Di Pietro. Il leader di Forza Italia sceglie di non rispondere, mentre qualcuno tra il pubblico dice: «Il suicidio...». Passata inosservata la battuta, Berlusconi ha replicato: «Su una torre del genere, io non ci sono mai salito...». [r. int.] Il leader del Polo Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Ferrara, Italia, Roma