Non toglieteci le panchine di Nico Orengo

prestiti.. "personali Dopo Treviso, Mestre vuol eliminare le «soste» di immigrati e drogati Non toglieteci le panchine ERAVAMO abituati a pensare alla panchina come luogo di piacevole sospensione dalle ansie terrene. La panchina come nuvola d'amore per i fidanzatini di Peynet o delle tante tate che ai giardini, con un occhio seguivano il gioco dei bambini, e con l'altro timidi soldatini. La panchina come luogo di incontro, di scaccia-solitudine - ricordate Forrest Gump? -, dove raccontarsi e ascoltare racconti. Come in «Manhattan» dove Woody Alien e Diane Keaton guardano la loro città e ne testimoniano il loro struggimento. Panchine dove scambiarsi un bacio o far merenda, fumare una sigaretta, aspettare come fa Peter Sellers in «Oltre il giardino» che il mondo intorno si metta, a poco, a poco, in luce. Ebbene tutto ciò potrebbe diventare un ricordo perché contro le panchine sta per cominciare una crociata. Anzi, è già cominciata. Pri¬ ma a Treviso, adesso a Mestre. Le panchine - si dice - sono diventate nido di barboni, extracomunitari, drogati: giardini e panorami condominiali ne risultano sfregiati. Le amministrazioni provvedano, dunque, a rimuoverle. Così è stato fatto a Treviso, così si farà a Mestre. Sarà questo il vero problema? Non sarà piuttosto che bisogna essere tutti e sempre in movimento? Sicuramente così la pensano i designer con le loro panchine metalliche da aeroporto o sale d'aspetto di stazioni: un invito a stare in piedi, ad andare. Se così non è, inutile il taglio delle panchine perché il problema del drogato, del barbone, dell'extracomunitario, sta più lontano. E se non si vuol vederlo non basterà eliminare una panchina: ci si può sempre sedere su di un albero, un cornicione. E perché no: in terra. Nico Orengo

Persone citate: Diane Keaton, Forrest Gump, Peter Sellers, Peynet, Woody Alien

Luoghi citati: Manhattan, Treviso