IL BOCCONE PUÒ ESSERE INDIGESTO di Edmondo Berselli
Intervista con il neo-senatore IL BOCCONE PUÒ' ESSERE INDIGESTO CON il tono rude e autocompiaciuto che conduce all'applauso i rioni e le platee, Antonio Di Pietro non ha perso l'occasione per maramaldeggiare sugli sconfir ti: il Polo è «cotto», e quanto a Berlusconi si tratterebbe solo di trovare il modo adeguato per dargli la buonuscita. Si può leggere tutto questo sulle colonne di questo giornale, e valutarne appropriatamente il tono baldanzoso. Il senatore del Mugello non sa, o forse sa benissimo, che così dicendo mette in luce una verità molto parziale. Perché è vero che il centro-destra è entrato in quella situazione di afasia che precede l'agonia politica. Tant'è vero che quando poi escono dall'afasia gli esponenti del Polo si lasciano andare a un cupio dissolvi tra il voluttuoso e il livido: dopo l'accordo patronale del Giornale con Di Pietro, Giuliano Ferrara si lascia andare confessando di essere ancora e sempre «un elefante di sinistra che viaggia con la destra solo per rimettere il diritto al suo posto naturale»; i postdemocristiani guardano a Forza Italia come a un errore politico in sé; e le differenze politiche nella coalizione si approfondiscono, se è vero che Fini e Berlusconi hanno cominciato a darsi sulla voce anche a proposito della qualità dell'ordigno trovato a Roma vicino al Palazzo di Giustizia. Quello che non viene detto è che la crisi del Polo e la sua potenziale dissoluzione non sono solo un problema esclusivo del centro-destra. In una situazione di bipolarismo ancora in parte fluido non è detto che la crisi di uno schieramento rimanga recintata, anzi, può trasformarsi rapidamente in una Edmondo Berselli CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA
Persone citate: Antonio Di, Berlusconi, Di Pietro, Giuliano Ferrara
Luoghi citati: Roma
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