Non ha vinto la linea dura

Non ho vìnto lo lineo dora Non ho vìnto lo lineo dora » DB UN INCUBO Blocco dei beni, parla Vavvocato TORTOLI' UANDO finisce un incubo, il mondo appare rosa. L'incubo di Silvia è durato un'eternità, 264 giorni e 254 notti, con ogni istante scandito dalla paura, sempre più forte, e dalla speranza, sempre più debole. Ma ora, lei, vede il mondo rosa e chiede che f ^ ••' lì a Nuoro, alla questura dove ha fatto tappa, le portino Luca, il suo piccolo Luca, che ha 5 anni. Glielo portino subito, perché lo vuole abbracciare, stringere a sé, dirgli che è davvero tutto finito, che le è mancato tanto e che ha trovato la forza di resistere soltanto pensando a lui. E sorride, e quel suo sorriso allegro non l'ha perduto o, forse, lo ha appena ritrovato. Ora è davvero finita. «Ed è finita pare non bene ma benissimo, la ragazza si è liberata», dice con voce carica di soddisfazione Mauro Mura, il magistrato che ha seguito passo passo il sequestro, e che ha raccolto critiche su critiche, perché lui ci crede che il blocco dei beni sia uno strumento efficace, e lo ripeteva, mentre in tutta la Sardegna, e non solo, si moltiplicavano le proteste perché alla famiglia avevano messo i bastoni tra le ruote mentre stava per concludere, per pagare la cifra pattuita per il riscatto. A settembre erano scesi per le strade, a Tortoli, e sulle vetrine dei negozi campeggiavano manifesti che invocavano: «Silvia torna con noi», «Liberate Silvia Melis». E stridevano, ieri a Lanusei, le scritte inneggianti al rapimento comparse in piazza Marcia, sotto una pensilina dei bus e subito cancellate. No, la gente non ci stava ad assistere indifferente al sequestro e qualcosa voleva fare, qualsiasi cosa. Così c'erano state le marce, gli appelli sui giornali e in tv, l'attivissimo comitato «Silvia Libera». Ma ora è finita. «Sì, è finita la passione», dice il dottor Mura. Sono scoccate le 19, il magistrato aggiunge: «Confermo, si è liberata, è a Nuoro e sta bene, a quanto mi è stato detto». Un breve bilancio di questo brutto periodo? «Guardi, non ho ancora parlato, non so ancora con sicurezza nulla. Semplicemente tutto quello che so è quello che ho appena detto». Va bene, ma dal punto di vista della giustizia? «E' l'epilogo più positivo che si potesse immaginare perché c'è la liberazione dell'ostaggio senza pagamento di una lira di riscatto. Insomma, è il massimo dei risultati possibili». E' certo che non sia stato pagato niente? «E' la ragazza che si è liberata, quindi a questo punto mi pare che dubbio non ce ne potrebbe mai essere». Ma no, non è il trionfo della linea dura, ribatte l'avvocato Luigi Federico Garau, che rappresenta la famiglia Melis. «Questo lo escludo. E' .0W^^^^^jAfiflfrlOLj Silvil 9 feb: in provsi trova stato un trionfo della linea morbida, quando a un certo punto è stato dato un maggiore respiro... Evidentemente le considerazioni così a caldo non gliele posso fare. Credo che non si possa parlare della linea dura in ogni caso. Credo che per l'avvenire debba essere attuata una linea di prevenzione che significhi molto, perché se noi pensiamo che in Oghastra, dove è stata catturata questa ragazza, ci sono due latitanti, uno da 25 anni che non sono riusciti a catturare in un ambiente di appena 63 mila abitanti, e un altro libero da circa 15, ecco, mi pare che si debba parlare di prevenzione seria per l'avvenire. La legge, io ho sempre sostenuto, non ha linea dura o linea morbida». Com'è avvenuta la liberazione? «E' stata liberata nelle campagne di Nuoro, di Oliena per la precisione. Il riscatto? No, non è stato pagato, a quello che io so, in questo momento. E sto correndo su a Nuoro da Cagliari». Ma l'hanno liberata o si è liberata da sola? «I dettagli non glieli so dire, però so che non è stato pagato il riscatto e questo dovrebbe essere conseguentemente già una risposta alla sua domanda. Allo stato certamente di più non posso dire». «Siamo esultanti», ha esclamato Carlo Piana, procuratore distrettuale antimafia della Sardegna, che insieme al dottor Mura è corso a Nuoro. Perché ora la caccia ai banditi riprende con lena maggiore, ora che l'ostaggio è tornato i cacciatori hanno le mani libere. «Dobbiamo compiere alcune operazioni», ha solo aggiunto il dottor Piana. E nella questura di Nuoro è accorso pure monsignor Pietro Melis, il vescovo. «E' una festa per tutta la Sardegna e spero che Silvia si riprenda presto dalle lunghe sofferenze». La voce di Franco Ladu è spezzata dall'emozione, ma non rinuncia alla polemica. Lui il ritorno di Silvia l'aveva preso come un punto d'onore suo personale e di tutto il paese di Tortoli. Ora il sindaco esclama: «Si è liberata, sì, è questa in genere la formula che usano. O si è liberata o l'hanno lasciata, io non lo so. La notizia qui da noi si è saputa quando ci hanno telefonato i giornalisti che erano stati informati dalla questura di Nuoro. Poi la gente ha avuto conferma attraverso la radio e la televisione». Che cosa prova? «Sollievo, soddisfazione perché sta bene. Il padre e la madre l'hanno sentita per telefono, erano contenti, la madre era confortata. Sono partiti poco fa, 20 minuti fa sono partiti per la questura di Nuoro, perché Silvia ha voluto che andassero subito e portassero il bambino». E ora è finita. «Finalmente è finita e per fortuna tutto è finito bene nel senso che tutto si è concluso nel migliore dei modi: lei è viva e sta bene, questa è la cosa importante. Ora si tratta di non lasciar perdere nessun discorso per quanto riguarda i sequestri di persona, di non illuderci, di ragionare con calma, riflettere per capire bene che cosa bisogna fare perché queste cose non si vivano più». Perché il mondo non sia soltanto nero. Vincenzo Tassandoli Il pm Mura: è finita h» con il miglior epilogo possibile .0WJORO □ Si e liberate nella ^^^^^^^^OLO dove e stato notata poiizia in borghese che I'hanno soccorsa jAfi e accompagnata in flfrlORJMB questura Lj Silvia Mehs fu sequeslrata v|fR il 9 febbroio scorso a Torloli, : in provincia di Nuoro, mentre 9 si trovava in auto con il figlio TORTOU'wS Una delle tante manifestazioni organizzate in Sardegna per chiedere la liberazione di Silvia Melis