Ritorna il vecchio castagno, anche transgenico

Ritorna il vecchio castagno, anche transgenico Ritorna il vecchio castagno, anche transgenico Un albero che, oltre a produrre frutti, ha fornito nei secoli un prezioso legname Con l'inseminazione artificiale eliminati i riti naturali del corteggiamento l'approccio sessuale. Ciò può provocare eiaculazioni con numero più basso di spermatozoi attivi e quindi diminuzione della fertilità. Altra causa è la mancanza di libido derivante spesso da un pesante sfruttamento dello stallone. La fretta o l'imperizia dell'uomo nelle monte controllate, a volte è cause di traumi locali che provocano reazioni di insofferenza verso l'atto sessuale e il disinteressamento all'approccio con le femmine. Anche l'eccessiva aggressività verso altri cavalli e persone, è in genere collegata all'isolamento a cui lo stallone è costretto per la maggior parte del tempo nella sua vita di allevamento. A tutto ciò si può ovviare rimettendolo in libertà per un certo periodo affinché riprenda una vita di relazione più naturale con femmine, altri cavalli ed ambiente circostante. Probabilmente la strada futura per la miglior gestione degli stalloni negli allevamenti, sarà nell'accettare la tecnologia che si affaccia prepotentemente nel campo biologico, fatta salva la serietà negli intenti e nell'applicazione pratica. Dall'altra parte occorrerà approfondire la conoscenza e il rispetto della natura di questo animale. Solo un giusto insieme di questi approcci potrà conservare intatto il fascino, frutto di potenza e bellezza, che ha accompagnato lo stallone in tutta la sua evoluzione. EM tempo di castagne, da sempre considerate come un frutto prezioso, esportate dai romani al di là delle Alpi, alimento importante, prima che fosse importata la patata, per l'elevato valore nutritivo. Sono composte di amido, zuccheri e una piccola percentuale di sostanze azotate, di grassi, di fosforo e sono ricche di vitamine B e C. Sono state in passato alimento integrativo o sostitutivo del grano grazie alla farina che se ne ricavava o come frutti da minestra al pari dei legumi, specialmente della fava. Per il consumo oggi si impiegano le cultivar note come Marroni, di cui esistono vari tipi, da quelle fiorentinesi a quelle di Pavullo, di Chiusa Pesio, di Cervasca, di Spoleto, di Avellino. L'albero di castagno ha un tronco corto ma possente, con rami che si espandono armoniosamente rendendo la chioma imponente; può raggiungere trenta metri di altezza, fino a quindici di circonferenza e vivere oltre mille anni. Oltre al cibo il castagneto ha fornito all'uomo una incredibile quantità di attrezzi da lavoro. E' ancora facile vedere case rurali con tavole di castagno di lunghissima durata perché il castagno è resistentissimo alle intemperie. Con la corteccia si costruivano grondaie, canali per condurre l'acqua agli orti, mentre i tronchi più vecchi sono stati usati come travi per tetti, o per fare madie, porte, pavimenti, piatti, secchielli, mortai, ciotole. La coltura del castagno ha conosciuto, dopo un grande favore, un periodo di declino e di abbandono in tutta l'Europa per effetto del cancro corticale causato dal parassita fungino Endothia parasitica e soltanto recentemente ha mostrato segni di ripresa. Si stanno ripristinando vecchi impianti e realizzando nuovi frutteti anche utilizzando ibridi parzialmente resistenti al¬ le malattie. In tale contesto - afferma Giancarlo Bounous dell'Università di Torino, uno dei massimi studiosi di questa specie - il miglioramento genetico riveste un ruolo fondamentale per ottenere nuove cultivar di qualità per quanto concerne il frutto e il legname. Ovviamente le finalità del miglioramento genetico del castagno sono funzionali alla destinazione del prodotto, frutto o legno, e della tecnologia adottata nel processo produttivo: meccanizzazione della raccolta, prodotto venduto fresco o trasformato. Le risole genetiche derivano essenzialmente da otto specie del genere Castanea tra cui la C. sativa (castagno europeo) di cui esistono estese foreste impiantate nel corso di millenni che si estendono dal Caucaso attraverso Turchia, Grecia e Paesi balcanici all'Italia, la Francia, la Spagna, il Portogallo e l'Inghilterra meridionale. Anche se la C. sati¬ va è sensibile al mal dell'inchiostro e al cancro corticale, esistono genotipi con particolare resistenza al fungo. Sono disponibili copiose e varie risorse genetiche in molte regioni del nostro Paese, vi è però il rischio di perderle; quindi si impone la necessità della conservazione per mantenere geni e sistemi genetici di pregio. In Italia il problema è complicato dal fatto che sussistono centinaia di nomi, sinonimi e omonimi di varietà selezionate per le peculiari qualità delle castagne. Quindi il lavoro da affrontare è moltissimo; tuttavia negli ultimi anni sono stati avviati programmi di selezione basati su tecniche avanzate quali la selezione precoce, l'impiego di marcatori genetici, le mappe genomiche, gli incroci di ritorno e la selezione ricorrente. E ci sono anche tecniche per ottenere piante transgeniche. Eiena Accati Marco Buri

Persone citate: Accati, Giancarlo Bounous, Marroni