Impotenza? Prova con la prostaglandina E-1

Impotenza? Prova con la prostaglandina E-1 Impotenza? Prova con la prostaglandina E-1 Un disturbo che colpisce il 13 per cento degli italiani, giovani inclusi UNA stima della Società Italiana di Andrologia rivela che nel nostro Paese, ogni anno, si spendono 3000 miliardi per consultare cartomanti e occultisti su problemi della sfera sessuale. Questa cifra dà un'idea della vastità del fenomeno e giustifica l'importanza di affrontare il problema in modo razionale. Ecco perché tre società scientifiche (Andrologia - Urologia Medicina generale) hanno intrapreso uno studio epidemiologico per verificare la reale incidenza del fenomeno in Italia (2010 soggetti sottoposti a indagine). Sebbene la disfunzione erettile (la cosiddetta impotenza) non sia una patologia «grave», l'impatto sulla qualità della vita è negativo in quanto incide sulle relazioni famigliari ed interpersonali. Si è visto che il deficit erettivo riguarda il 12,8 per cento degli uomini italiani (circa tre milioni) e il disturbo colpisce non solo persone in età avanzata, ma anche di età giovanile (2 per cento tra 20-39 anni) e media (16 per cento tra 40-59 anni). I fattori coinvolti sono vari: diabete, fumo, stress, cardiopatie, per non dire delle cause organiche tipo interventi chirurgici (prostata), traumi spinali, anomalie ormonali, terapie protratte con farmaci antidepressivi, antipsicotici, per cui è essenziale la collaborazione fra medico generico e specialista (andrologo, urologo) per inquadrare il paziente nel modo migliore. Oggi la ricerca ha fatto un passo avanti grazie alla possibilità di utilizzare la prostaglandina E-1 per iniezione intracavernosa. Ne ha parlato l'autorevole rivista scientifica «New England Journal of Medicine». Come è noto, le prostaglandine sono sostanze a struttura complessa (derivate dagli acidi grassi insaturi a 20 atomi di carbonio) prodotte nella zona midollare del rene. Poiché sono numerose, con azioni biologiche diverse, vengono indicate con una lettera dell'alfabeto per identificare la serie e il tipo di formula. La prostaglandina E-1 quindi è una sostanza prodotta dal nostro organismo ad azione vasodilatatrice, particolarmente indicata quando il quantitativo di sangue che perviene al pene è scarso, oppure il deflusso è eccessivo. La somministrazione dall'esterno rappresenta una terapia sostitutiva (va a colmare una produzione carente da parte dell'organismo). Sono sufficienti piccolissime dosi somministrate con una microiniezione nei corpi cavernosi del pene per riportare alla normalità il meccanismo erettivo alterato: poiché la so¬ stanza viene immediatamente degradata in sede di iniezione, non va in circolo e non ha effetto su altri organi. Un grosso vantaggio è venuto dagli autoiniettori semi-automatici, con i quali è possibile caricare prima il dosaggio adeguato e successivamente effettuare la somministrazione. Le dosi, le indicazioni e le controindicazioni devono essere valutate dal medico specialista, il quale darà le istruzioni necessarie per ridurre i rischi di pungere zone non adatte (setto intercavernoso e uretra) ed evitare gli effetti collaterali come le erezioni eccessivamente protratte e dolorose (priapismo). Gli studi riportano ormai oltre ottomila pazienti controllati che dimostrano l'efficacia della metodica che consente, dopo un periodo di rodaggio, di ripristinare l'erezione spontanea. Renzo Pellati ANCHE le noci aspirano a «togliere il medico di torno», come le mele, che peraltro non hanno alcun merito del genere scientificamente documentabile. Le virtù salutistiche delle noci derivano loro dall'essere ricche di 1-arginina, un aminoacido necessario alla sintesi di ossido nitrico da parte delle cellule dell'endotelio vasale. L'endotelio, costituito da un unico strato di cellule, è la tonaca che tappezza i vasi, interponendosi tra il sangue circolante e le sottostanti fibre muscolari lisce. Fino a non molto tempo fa era considerata una barriera priva di qualsiasi attività propria. Un articolo comparso sulla rivista inglese «Nature» nel 1980 ha modificato radicalmente questo concetto. In questo articolo, entrato ormai nella storia della medicina, Furchgott e Zawadadzki hanno descritto la prima dimostrazione sperimentale dell'esistenza di un fattore vasodilatante prodotto dell'endotelio. Questo fattore da loro denominato Edrf (Endothelium Derived Relaxing Factor) è stato in seguito identificato con l'ossido nitrico (NO). Questa scoperta ha innescato una vera rivoluzione culturale. Da allora la ricerca intorno alla «funzione endoteliale» si è enormemente dilatata ed ha portato a una completa revisione dell'inquadramento delle vasculopatie e della loro terapia. Ora sappiamo che l'endotelio, ben lungi dall'essere una membrana inerte, si comporta come un organo «paracrino», cioè capace di una secrezione di tipo endocrino locale, in grado di modulare il tono vascolare attraverso la produzione di sostanze vasodilatanti (l'ossido nitrico, la prostaciclina, il fattore endoteliale ad azione iperpolarizzante) e di sostanze vasocostrittrici (la prostaglandina H2, il trombossano, l'angiotensina II, l'endotelina, il vasocostrittore più potente che si conosca). Il fisiologico equilibrio fra queste sostanze permette di mantenere un flusso sanguigno ottimale. L'ossido nitrico, che è il fattore maggiormente studiato, ha dimostrato di svolgere un ruolo essenziale non solo nel regolare il tono vascolare, ma anche nell'inibire la proliferazione e la migrazione delle cellule muscolari lisce, l'adesione e l'aggrega-

Persone citate: Factor, Furchgott, Renzo Pellati

Luoghi citati: Italia