Visite guidate nei luoghi della lunga epopea valdese

TORRE PELLICE TOCCA a Torre Pellice, domenica 26 ottobre, diventare «Città d'arte a porte aperte», a conclusione dell'iniziativa promossa dalla Provincia di Torino e realizzata a turno da una ventina di Comuni. Il patrimonio culturale che questo piccolo paese della Val Pellice - 516 metri di altitudine, neppure 5000 abitanti, situato a poco più di 50 km da Torino può offrire ai visitatori sta tutto nella sua complicata storia che ne ha fatto il simbolo della resistenza valdese. Qui, infatti, signori e servi, nobili e contadini, donne e uomini, per otto secoli, fino al 1848, furono divisi dall'appartenere ai valdesi o ai cattolici. I primi, discendenti da Valdo di Lione, vi abitarono sin dal XII secolo e nel 1532 aderirono alla Riforma protestante. Nei trecento anni successivi, mentre costruivano la loro piccola società protestante sull'esempio della Ginevra di Calvino - e «piccola Ginevra italiana» De Amicis definirà Torre Pellice dovettero affrontare le persecuzioni di papi e re. Li aiutò la natura offrendo rocce, dirupi, boschi e nascondigli sicuri che ancora oggi conservano il nome di quelle imprese. Torre Pellice, al centro della Val Pellice, riassume il lungo cammino della minoranza valdese che ha scritto la sua vicenda nel paesaggio, da «sfogliare» e ammirare come un libro animato. Una visita guidata rievocherà proprio questi fatti, narrati al Museo storico etnografico (partenza presso il gazebo informativo di via Arnaud, angolo via d'Azeglio). Il museo si trova nel «quartiere valdese», accanto al Tempio, come viene chiamato il luogo di culto, per differenziarlo da chiesa, l'insie- TORRE PELLICE PORTE APERTE SULLA STORIA Visite guidate nei luoghi della lunga epopea valdese me dei credenti. E se il linguaggio è sintomo della visione del mondo, per i valdesi esso non è sacro. Per questo non contiene né immagini, né altari. Serve solo a stare insieme. Vicino ci sono il Collegio e le case dei professori, sullo stile inglese, il Centro culturale con la Biblioteca ricca di 70 mila volumi e poco più giù la Foresteria e la Casa valdese con l'aula del Sinodo, il piccolo parlamento protestante che ogni anno si ri- Una vedala di Torre Pellice In alto: la stele di Chanforan, la Casa e il Tempio valdesi trova a discutere di fede e politica. Questo blocco di edifici, dedicati all'istruzione e all'accoglienza, sono raggiungibili a partire dal gazebo di fronte al Municipio. Sempre al centro del paese, fra le bancarelle del mercatino dei prodotti locali (dalle 8 alle 18), si possono visitare la Galleria d'arte contemporanea Filippo. Scroppo, la Galleria Tucci Russo e la vecchia Tipografia Subalpina (1880). Per chi desiderasse entrare invece nell'aria autunnale dei boschi circostanti, sono previste due visite. Una, a mezza collina, verso il Forte di Santa Maria, costruito nel 1655 da Carlo Emanuele II per intimorire i valdesi e demolito nel 1690 dai francesi (partenza dal gazebo di Santa Margherita). La discesa è prevista al Priorato Mauriziano con la chiesa di San Martino. L'altra visita è in Val d'Angrogna, dalla Ghieisa d'ia Tana, grotta segreta dove i valdesi predicavano, a Chanforan, un semplice prato con una stele di pietra al centro per ricordare l'adesione dei capifamiglia al protestantesimo (partenza dalla stazione alle 10). Disseminate sulla montagna e sulla collina, le borgate, ora in abbandono, ora recuperate a nuova vita, offrono al visitatore tracce di una società contadina non più dominante. Eppure è da qui che oggi la popolazione locale vuole ricominciare a riscrivere il «suo» paesaggio. Cerca nuovi usi, le recupera, vi torna ad abitare. Forse alla ricerca di un paesaggio ideale che non trova altrove, sul quale proiettare i propri desideri di autenticità. E' questo il turismo che Torre Pellice preferisce: una storia raccontata nella vita quotidiana, fra la difesa della natura e l'incontro con visitatori desiderosi di confrontare la loro identità. Per chi decide di girare tutto il giorno nel borgo ricordiamo: alle 10 la sfilata della Banda e delle Majorettes; alle 10,30 il concerto della gemellata Banda francese di Guillestre; alle 14,30 la castagnata e alle 17 la manifestazione sportiva al Palaghiaccio. Bruna Peyrot ■ IH CONVEGNI E MOSTRE PER PARLARE DI AMBIENTE Due mostre ed un convegno per «Ambiente in comunicazione». Sono tre iniziative promosse dall'Archivio Nazionale dell'Immagine Ambientale, dall'Atif, Associazione torinese immagine fumetto, e dalla Provincia di Torino, con il patrocinio del ministero dell'Anxbientc. Venerdì 24 ottobre, alle 9,30, nella sala convegni del parco delle Vallere, in corso Trieste 98, Moncalieri, si terrà il convegno «Esperienze e percorsi di comunicazione ambientale». Vuole fare il punto, attraverso le esperienze di studiosi e professionisti della comunicazione, dello stato e dell'efficacia attuale dei modelli comunicativi in àmbito ambientale. L'o¬ biettivo è quello di creare supporti storico-iconografici, a oggi inesistenti, alla comunicazione ambientale. Sempre la sala espositiva del parco delle Vallere ospiterà, da venerdì 24 ottobre a domenica 9 novembre, la mostra «Come ti riciclo». L'esposizione, dedicata al riutilizzo dei rifiuti, presenta il lavoro di tesi di gruppo di giovani illustratori. E' il frutto dell'attività didattica svolta dall'Istituto Europeo del Design che, per primo in Italia, ha dedicato un intero corso al tema dell'immagine ambientale. Ingresso gratuito, tutti i giorni, dalle 10 alle 17. La terza iniziativa ha sede a Venaria, nel Borgo Castello del Nella foto a sinistra un particolare del parco delle Vallere

Persone citate: Atif, Bruna Peyrot, Calvino, Carlo Emanuele Ii, De Amicis, Scroppo, Tucci Russo