Mistero Tunguska, la soluzione in un lago?

Mistero Tunguska, la soluzione in un lago? Mistero Tunguska, la soluzione in un lago? Nel 1908 un meteoroide esplose in cielo distruggendo la foresta siberiana LA chiave per risolvere il mistero di Tunguska si trova forse sul fondo di un piccolo lago circolare, profondo 47 metri. Nei suoi sedimenti è probabile che sia rimasta la «firma» dell'enigmatico corpo celeste che, esplodendo nell'alta atmosfera distrusse, il 30 giugno 1908, alle 7 del mattino, 2200 chilometri quadrati di foresta siberiana. Una spedizione italiana si propone di raggiungere quel luogo sperduto nell'estate del prossimo anno. Ne faranno parte Giuseppe Longo, dell'Università di Bologna, e Mario di Martino, dell'Osservatorio astronomico di Pino Torinese, specializzato nello studio di comete e asteroidi. L'impegno finanziario è relativamente piccolo: 88 milioni di strumenti scientifici e apparecchiature di supporto e circa 300 milioni per il viaggio delle venti persone che comporranno la spedizione e il trasporto delle attrezzature. Tuttavia, con i tempi che corrono, anche 380 milioni sono una cifra difficilmente ottenibile da finanziamenti pubblici. Gli scienziati sono quindi alla ricerca di sponsor: la ricaduta pubblicitaria sarebbe infatti notevole in quanto il mistero di Tunguska ha un grande fascino sul pubblico e da decenni attrae l'attenzione dei giornali e delle televisioni di tutto il mondo. Cometa o piccolo asteroide? La risposta non è ancora definitiva, anche se ultimamente si propende per l'asteroide, un oggetto non molto compatto dal diametro di qualche decina di metri. La cosa certa è che la mattina del 30 giugno 1908 una palla di fuoco luminosa quanto il Sole attraversò il cielo della Siberia da Sud-Est verso NordOvest, esplodendo intorno a 8000 metri di quota. Il bagliore fu visibile in un raggio di 1500 chilometri, il boato si avvertì a mille chilometri di distanza, un'onda sismica venne registrata in tutta l'Asia e l'Europa e una luminescenza rischiarò il cielo notturno per un paio di mesi non solo sulla Siberia ma anche sulla California e sull'Europa. Soltanto nel 1928 una spedizione dell'Accademia delle Scienze Sovietica capeggiata da L. A. Kulik raggiunse la regione dell'evento. Gli alberi della taigà erano ancora stesi al suolo a raggerà intorno all'epicentro, sbruciacchiati dall'incendio seguito al loro abbattimento da parte dell'onda d'urto atmosferica. Furono descritti come «pali del telegrafo» anneriti e strinati. Ma non si trovò traccia dell'oggetto esploso. Una seconda spedizione, nel 1938, raccolse una ricca documentazione fotografica, senza però giungere a risposte definitive. Nel 1991 una spedizione italiana, già promossa da Longo, prelevò campioni di resina dagli alberi e riuscì a individuarvi particelle del corpo cosmico imprigionate. «Per sciogliere finalmente l'enigma - dice Mario Di Martino - potrebbe essere decisivo il carotaggio del lago Ceko. E' uno specchio d'acqua largo 500 metri che si trova a 10 chilometri dall'epicentro e nei suoi sedimenti dovrebbe essere relativamente facile individuare tracce di polveri rilasciate nell'alta atmosfera dal meteoroide. Inoltre vorremmo mappare tutta l'area con rilievi da satellite, recuperare il materiale fotografico di Kulik, fare misure magnetometriche, cercare meteoriti con un radar e compiere riprese aeree da un elicottero leggero prodotto in Italia, il Dragon Fly. E speriamo che il ministero della Difesa possa metterci a disposizione un aereo militare per raggiungere il luogo...». Piero Bianucci zione, nascerebbe la curiosità di conoscere l'evoluzione della formica dopo altri cento passi. Insomma non è necessario andare oltre: il problema può essere affrontato con l'aiuto di un computer... La bestiola si chiama «formica di Langton» dal nome del suo scopritore Christopher Langton e, come ogni formica che si rispetti, offre notevoli spunti per sagge riflessioni. Proviamo, per prima cosa, a considerare una griglia di quadratini tutti bianchi; la formica inizierà a trotterellare su e giù sullo schermo, eseguendo rapidi cambiamenti di fronte e generando in continuazione celle nere e bianche, ma dopo circa 10000 passi sceglierà, senza una motivazione apparente, una direzione ben precisa, che non cesserà mai di seguire. Più precisamente si dirigerà a Sud-Est, Nord-Est, Nord-Ovest o SudOvest a seconda della direzione iniziale che le avevamo attribuito, e proseguirà nel suo tragitto disegnando una specie di autostrada (fig.2). Il gioco si fa interessante se, invece di una superficie tutta bianca, le sottoponiamo una griglia con alcune celle nere, sparse a caso in una regione finita del piano: dopo un frenetico vagabondare, ancora una volta, la poveretta sposerà una delle quattro direzioni e scomparirà all'orizzonte. Perché tutto ciò si verifica puntualmente con qualsiasi configurazione, purché finita, di quadratini neri? Se non trovate risposta, non vi preoccupate, nessuno al mondo è in grado di fare meglio di voi. Mai nessuno, peraltro, è incappato in una smentita; miriadi di ragazzi, di matematici e di curiosi hanno sperimentato il fenomeno, inventando numerose disposizioni di quadratini neri e ogni volta quel caotico puntino ha preso l'autostrada. I matematici Cohen e Kong sono giunti a dimostrare che il percorso della formica è in ogni caso illimitato, essa sfugge cioè a qualsiasi regione finita del tipo appena descritto; si è comunque ben lontani dal dimostrare che essa debba necessariamente imboccare un'autostrada. La questione assume l'aspetto di ciò che i matematici chiamano congettura: una affermazione che non siamo in grado di dimostrare ma che ci pare accettabile sulla base di esempi e analogie. Proprio qui nasce la prima riflessione che la creatu¬ ra di Langton suggerisce: un problema così semplice, dettato da due esili regole, tiene in scacco l'intera comunità scientifica. L'animaletto, però, non vuol finirla di farci pensare e, come in una fiaba, intende offrirci una ulteriore lezione di umiltà. Dobbiamo infatti notare che il suo comportamento sullo schermo è del tutto deterministico: conosciamo, cioè, con precisione sia le equazioni che lo governano (le due regolette) sia le condizioni iniziali (posizione di partenza e direzione iniziale, da noi scelte). Eppure, a pochi istanti dall'inizio del suo peregrinare, non sappiamo prevedere la sua storia e siamo costretti a stare a guardare. Senza andare molto lontano, possiamo provare una sensazione di questo genere cercando di stabilire dove andrà a finire una palla da biliardo dopo un certo numero di urti con delle sue consimili. Consideriamo, ad esempio, il moto di una pallina che rotola senza strisciare su un tavolo, andando incontro a ostacoli circolari (le altre palline) che supponiamo fissi; assumiamo inoltre che gli urti siano perfettamente elastici (l'energia cinetica globale si conserva dopo ogni urto). Ebbene, effettuando prove consecutive con piccolissime variazioni dell'angolazione con cui indirizziamo la pallina, dopo pochi urti assisteremo a traiettorie completamente diverse le une dalle altre. La spiegazione risiede nelle proprietà degli urti con ostacoli circolari, che amplificano dopo pochi impatti la piccola incongruenza iniziale (fig.3). Anche in questo caso le equazioni sono ben note, è sufficiente però una piccola imprecisione nella determinazione della direzione iniziale per impedire qualsiasi previsione sul tragitto della pallina. Siamo di fronte a un esempio di caos deterministico; in natura esistono numerosi sistemi fisici che si comportano così, ma il fenomeno è forse meno preoccupante del problema di Langton, dove, se ben ricordate, le condizioni iniziali del moto non erano affette da errori! Dimenticavo. Provate a fare un programmino che vi permetta di giocare con la formica (potete anche far viaggiare più formiche insieme, il divertimento è assicurato). Se poi non ci riuscite, inviatemi una e-mail. L'indirizzo è: galantefrmbox.vol.it. Lorenzo Galante Premio Gambrinus i vincitori 1997 La storia dell'umanità è in buona parte la storia degli sforzi per ottenere energia. Il Premio Gambrinus «Mazzotti» '97, per la sezione Ecologia, è stato assegnato a un libro che tratta questo tema: «La cattura dell'energia», di Alberto Caracciolo e Roberta Morelli, editore Nuova Italia Scientifica. Per la sezione Esplorazione hanno vinto Mirella Tenderini e Michael Shandrick con «Il Duca degli Abruzzi, principe delle montagne» (De Agostini); per la sezione Montagna, Cesare Maestri con «... e se la vita continua» (Baldini fr Castoldi); per la sezione Artigianato, Marco Marini con «Arte popolare in Italia» (ed. Punto di Fuga); ex aequo a Claudio Povolo e a Paolo Gaspari per la sezione Finestra sulle Venezie, rispettivamente con «L'intrigo dell'onore» e «Le lot- ' te agrarie». Segnalato il volume «Insediamenti alpini», edito dalla Regione Veneto e dal Centro studi sulla montagna. La premiazione a San Polo di Piave il 15 novembre, dopo un convegno sul tema «La politica delle aree protette in Italia: il parco del Sile e le acque di risorgiva». Troppo nutriti cani italiani Quelli italiani erano i cani più magri d'Europa grazie a una nutrizione equilibrata e a una adeguata attività fisica. Ora, secondo un'inchiesta della Hill's Pet Nutrition, hanno perso questo titolo. Il 7 per cento dei nostri cani è affetto da obesità grave (oltre il 25 per cento di sovrappeso); nelle stesse condizioni il 10 per cento dei gatti. I piccoli Comuni «eco-sentinelle» Sono 7466 su 9102; occupano 240.615 chilometri quadrati, l'80 per cento del territorio nazionale; sono abitati da 24 milioni di italiani, il 42 per cento della popolazione. Sono i piccoli comuni, quelli con meno di 15.000 abitanti, che rivendicano il ruolo di «eco-sentinelle» del territorio e per questo hanno organizzato una Conferenza nazionale per il 15 dicembre. Acqui: francobolli di tema spaziale Ad Acqui Terme, presso Palazzo Robellini, fino al 2 novembre sarà aperta una mostra dedicata alla filatelia con tema spaziale. Inaugurata dall'astronauta Franco Malerba, presenta una collezione di rare buste filateliche, molte delle quali sono state timbrate da astronauti americani e russi nel corso di missioni spaziali. Un centinaio sono autografate da astronauti, da Jurij Gagarin fino a Tsiblijev e Lazutkin, i reduci della Mir. Telethon: 725 geni attivi nei muscoli Un gruppo di ricercatori dell'Università di Padova finanziato da Telethon con quasi 2 miliardi ha individuato 725 geni attivi nel muscolo umano ma ancora sconosciuti; 509 sono stati poi localizzati nei cromosomi. E' un progresso importante per la comprensione e la cura delle malattie genetiche che colpiscono l'efficienza muscolare. Internet e virtuale un corso a Torino II Laboratorio di progettazione in rete del Politecnico di Torino organizza un corso su Realtà virtuale e Internet: applicazioni per la progettazione, produzione, distribuzione e intrattenimento. Il corso (20-22 novembre) fornirà conoscenze aggiornate sugli strumenti per creare oggetti e mondi virtuali in Internet. Informazioni: Giusy Spinasanta, tel. 011564.51.03; fax 564.51.99. Torino: Accademia delle Scienze Il 14 novembre prolusione inaugurale 1997-'98 all'Accademia delle Scienze di Torino: la terrà Vittorio de Alfaro sul tema «Lo spazio e il tempo nelle teorie fisiche». I quanti visti da Luigi Accardi Mercoledì 12 novembre Luigi Accardi, dell'Università di Roma, autore del saggio «Urne e camaleonti», si confronterà al Politecnico di Torino, ore 16,30, con fisici e filosofi della scienza sulle interpretazioni della meccanica quantistica. Interverranno Giulio Giorello, Tullio Regge e Mario Rasetti.